Il cammino di benedizione delle coppie omosessuali nella chiesa Chiesa protestante unita di Francia
Dialogo di Katya Parente con la pastora Emmanuelle Seyboldt
Gradita ospite di oggi è la pastora Emmanuelle Seyboldt, dal 2017 presidente della Chiesa protestante unita. Si tratta della prima donna nella storia di questa giovane realtà. Nata in Linguadoca nel 1970, prima di giungere a questo prestigioso incarico ha svolto il suo ministero pastorale in strutture ospedaliere e parrocchie e nel giornalismo – ha creato l’associazione regionale della stampa protestante. Con noi parlerà della benedizione delle coppie omosessuali.
Prima di tutto, può spiegarci brevemente cos’è la Chiesa protestante unita?
La Chiesa protestante unita di Francia è stata fondata nel 2012. È l’unione della Chiesa riformata di Francia e della Chiesa evangelica luterana di Francia. Queste due Chiese sono nate nel XVI secolo all’interno del movimento della Riforma. Oggi, nonostante le differenze, i luterani e i riformati possono benissimo vivere nella stessa Chiesa. È un arricchimento reciproco e non più fonte di divisione.
Perché avete aperto alle nozze gay?
In Francia, i fedeli delle Chiese protestanti non si sposano, celebrano una benedizione per un matrimonio civilmente riconosciuto. Il matrimonio civile delle coppie dello stesso sesso è stato autorizzato in Francia nel maggio 2013. Le persone omosessuali, nei sinodi regionali, hanno poi chiesto di riflettere sull’apertura delle benedizioni matrimoniali alle coppie omosessuali (sposate) che lo desiderano.
Il Sinodo nazionale del maggio 2015 ha quindi discusso questo tema e ha aperto questa possibilità alle coppie che ne fanno richiesta, ove il consiglio presbiterale e il parroco siano d’accordo.
Il Sinodo ha esordito spiegando cosa fosse la benedizione, secondo le Scritture. Si tratta di una realtà che si articola in tre punti:
Benvenuto – accoglienza gratuita e incondizionata da parte di Dio delle persone benedette
Promessa – promessa della presenza di Dio in loro
Chiama – chiamata a lasciare che Dio trasformi la loro vita, per metterla in sintonia con il Vangelo.
Il Sinodo ha chiarito che la benedizione non è né un diritto, né un modo per avere presa su Dio, né un avallo di tutto ciò che siamo e facciamo. Ma dove il consiglio e il pastore ritengano che sia il modo giusto per testimoniare del Vangelo, si può procedere con quella benedizione.
Ha fatto notizia che, poche settimane fa, si siano celebrate le nozze di due pastore lesbiche. Raccontaci qualcosa a riguardo…
Questa benedizione matrimoniale mi porta a provare gratitudine in più di un modo! Innanzitutto è la gioia che provo in ogni matrimonio, questo impegno a vivere un amore rispettoso dell’altro – un impegno posto sotto lo sguardo di Dio.
Poi sono grata alla mia Chiesa per questo cammino di verità che ha intrapreso in questi anni. Nella Chiesa ci sono sempre stati pastori omosessuali, ma dovevano vivere nascosti. Non potevano vivere apertamente sia la loro riconosciuta vocazione pastorale che la loro vita di persone queer. Molti hanno sofferto di questo terribile conflitto interno. Sono felice che ora la Chiesa non ponga più questa barriera ai pastori che Dio le manda.
Credo che il Vangelo mi inviti ad accogliere le persone come sono veramente e a scoprire, attraverso e con loro, la forza della vita donata da Dio.
Pastore, lesbiche e sposate. Tre parole esplosive per la Chiesa cattolica. In molte Chiese protestanti le persone LGBTQ non devono nascondersi. Quali sono le realtà religiose che, in Europa, hanno già intrapreso un cammino?
Purtroppo non conosco abbastanza bene la realtà di altre Chiese in Europa sull’argomento. In ogni caso, so che le Chiese luterane del Nord Europa accolgono da diversi anni pastori omosessuali sposati.
Ringraziamo Emmanuelle per la sua disponibilità. Le Chiese della Riforma – e quelle indicate generalmente come “protestanti” – hanno avuto il coraggio di affrontare con serenità la questione LGBT al loro interno. Possibile che la Chiesa Cattolica non riesca a fare altrettanto, pur mantenendo la sua identità, accompagnando i propri fedeli in un percorso alla scoperta di sè e dell’amore che Dio dona a tutti indiscriminatamente?
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