Rincontrarsi. Il cammino di condivisione di dodici coppie gay e lesbiche
Testimonianza di Antonio del gruppo di accompagnamento per coppie gay e lesbiche
“E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi” (1Gv. 4,16). Con questo invito si sono ritrovate in presenza dodici coppie gay e lesbiche che negli anni scorsi hanno camminato insieme in un percorso di crescita alla scoperta di loro stesse e della bellezza del loro amore, segno vivo e tangibile dell’Amore di un Padre che continua a ripeterci ”Tu sei il figlio mio, l’amato. In te ho posto il mio compiacimento.” Un Padre che non si è scordato di noi, che desidera il nostro bene, la nostra felicità e come segno di ciò, ci mette accanto la persona giusta per farcelo scoprire, per ricordarcelo. Nelle parole di Antonio si riverberano le emozioni di quella giornata che ha vissuto, nei racconti di ognuno, la celebrazione dello stupore, della bellezza, della profezia.
“Il vostro stare insieme trasmette bellezza”.
Domenica 19 settembre (2021) ci siamo ritrovati, in presenza, dopo tanto tempo. In presenza, con i nostri corpi e i nostri sorrisi vivi, per rinnovare la comunione che ci ha portati a questo punto del nostro cammino, di coppia e di comunità.
Raccontare le esperienze, riscoprire i doni: è stato un modo per rivivere l’alleanza fra di noi e con Dio, che ha benedetto le nostre vite con il dono dell’amore.
La parola che, come una nota, ha avviato questa intensa giornata è stata adsumus: che vuol dire “ci siamo”, come persone in movimento verso la mèta, come persone aperte alla relazione con l’altro e con gli altri.
Abbiamo imparato che l’amore non chiede permesso. Sorpresa gratuita, l’amore ha visitato le nostre vite, rivelandoci che accogliere l’altro è un modo per scoprire e coltivare me stesso. L’amore, da due, ci forgia in uno, più forti e più solidi.
Quando dall’innamoramento siamo passati all’amore, abbiamo capito che vogliamo costruire una casa insieme. È il motivo per cui abbiamo scelto di sposarci, come dimensione che descrive la verità di ciò che siamo.
Dopo l’unione civile, siamo cambiati. Cambiano il cervello, il cuore, la carne, perché la relazione diventa più radicale: ci chiede di essere centrati su NOI e non più solo su ME.
In questa dimensione evolutiva, la fede ci dà un’ulteriore possibilità di senso: Dio ci ha creati e ci ama come siamo. E ci accorgiamo che la nostra umanità, pur imperfetta, ci porta ad essere una benedizione, uno per l’altro, una per l’altra.
Amandoci, possiamo essere segno di bene anche per gli altri. Essere visibili, offrire con naturalezza agli altri il dono della nostra identità, ha permesso a molti, per esempio alle nostre famiglie, di accettare finalmente come normale il nostro amore. Molti genitori, alla fine, hanno scelto il figlio o la figlia, ma anche perché hanno visto da vicino che l’amore omosessuale è circondato da stima e affetto. Quando le persone sono partecipi della vita della coppia, l’amore omosessuale educa la società a dare spazio a tutti i colori. L’arcobaleno diventa così simbolo di amore, diversità, pace, unione.
Una vita visibile è condizione per una vita integrata, ma è anche testimonianza che promuove la crescita della comunità, e della comunità cristiana, chiamata a scoprire il Vangelo al di là del Catechismo, ad attingere alla fede oltre le sovrastrutture della religione.
Oggi ci sentiamo chiamati non più a difenderci, ma a donare: a donare la nostra testimonianza di relazione responsabile, serena, stabile. Questo dono è, soprattutto, per i più giovani, che potranno scegliere il loro percorso di vita vedendo una serie di possibilità che noi ancora non vedevamo incarnate in alcun modello: se non hai chiaro quello che vuoi diventare, è molto più difficile credere in un progetto.
L’evento della nostra unione diventa per noi continuità e storia, ma per gli altri può diventare narrazione feconda. La nostra vita vuole ora farsi racconto, perché dal nostro racconto siano consolate e ispirate altre vite.
Dal nostro incontro sono nate, quindi, alcune proposte:
1) Realizzare un ebook con le nostre testimonianze di coppie omosessuali sposate o intenzionate a farlo.
2) Offrire un servizio di reciproco aiuto nei momenti di difficoltà.
3) Essere disponibili ad iniziative formative per giovani, parrocchie, la gerarchia cattolica.
4) Formare una rete nazionale per offrire assistenza, confronto, dialogo sul territorio, soprattutto ai giovani e ai genitori.
Oggi sentiamo che circola fra di noi un’energia, che è amore e speranza. Nasce dalla memoria del cammino già fatto e si slancia verso il domani. È un cammino fatto di segni che rendono, noi e gli altri, sensibili all’invisibile.
> Cammini di accompagnamento per coppie gay e lesbiche. Info a coppiearcobaleno@gmail.com