Un solo gap: il pregiudizio
Articolo di Francesca Marani, tratto da Il Venerdì di Repubblica del 7 dicembre 2012
“Ho voluto fare i conti con la doppia velocità della storia. Il mondo corre, l’Italia non si muove”. Così Vittorio Lingiardi, autore del saggio, autore del saggio Citizen gay. Affetti e diritti (il Saggiatore, 2012) spiega perché ha sentito il bisogno, dopo appena cinque anni, di aggiornare completamente un classico dei diritti degli omosessuali, apprezzato dalla filosofa Martha Nussbaum e dal giurista Stefano Rodotà.
“Ma in questo caso non cambiare non significa rimanere fermi, bensì andare indietro” sottolinea Lingiardi, direttore della Scuola di Specializzazione di Psicologia clinica alla Sapienza di Roma. In Italia aumentano le violenze, il bullismo omofobo.
Ed ecco le storie di Paola, stuprata perché lesbica, di Guido, colpito a sassate, dei ragazzi suicidi perché presi in giro a scuola. Ma anche le vicende quasi impercettibili. “Le microagression of every day life, le piccole aggressioni quotidiane”.
Quelle che producono il minority stress, lo “stress da minoranza”, che riguarda naturalmente ogni minoranza, etnica, culturale, religiosa. Ma che nel caso delle persone omosessuali è spesso aggravato dal mancato appoggio della propria famiglia.
“A dire il vero, però, esistono due Italie. Quella dei cittadini e quella, molto più lenta, della politica. Lo vedo anche nel mio lavoro; prima i genitori chiedevano allo psicologo aiuto per cambiare quei figli “diversi”. Oggi vogliono aiutarli a diventare se stessi. Quanto dovremo aspettare per nuove leggi?
“Il tema è caldo, qualche intervento legislativo arriverà. Temo però che si tratterà di norme condizionate dai troppi timori ideologici. Mentre le scelte in questo campo dovrebbero partire dai risultati della ricerca scientifica”.
Non a caso, il saggio di Lingiardi, affiancato dallo psicologo clinico Nicola Nardelli, non prende le mosse dall’ideologia, ma da studi scientifici recentissimi. In particolare quelli raccolti nel volume Lesbian and Gay Parenting dell’American Psychological Association: “Alcuni mettono in dubbio le qualità della maternità e della paternità delle persone omosessuali. La ricerca dimostra che le uniche condizioni di “svantaggio” legate all’orientamento sessuale
dei genitori sono quelle legate al pregiudizio sociale”. Pregiudizio che allo Stato costa, e molto. Al legislatore basterebbe leggere un editoriale che fece scalpore, apparso nel 1996 sul magazine conservatore inglese The Economist e riportato nel libro: “….Il matrimonio è una protezione economica. Chi vive da solo è più facile che si ammali e pesi sul welfare. Gli omosessuali hanno bisogno di stabilità emotiva ed economica quanto gli eterosessuali – e la società ne trae altrettanto beneficio”. Perciò, titolava l’Economist, “Let Them Wed”(Lasciateli sposare).
“Per concludere, un’osservazione clinica” sorride Lingiardi: “La comunità scientifica, e gli psicanalisti per molto tempo, hanno sempre cercato le cause dell’omosessualità, come se lì fosse il problema. Oggi la comunità scientifica si interroga sulle cause dell’omofobia, perché ha capito che è quello il vero nodo da risolvere”.