La Germania intraprende il cammino sinodale mettendo in discussione anche i “dubia” Vaticani
Articolo di Massimo Faggioli* pubblicato sul sito del mensile cattolico progressista Commonweal (Stati Uniti) il 25 maggio 2021, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro, parte prima
La Chiesa ha il potere di benedire le coppie dello stesso sesso? Questo era il dubium sottoposto alla Congregazione per la Dottrina della Fede lo scorso febbraio [2021], e la risposta, resa pubblica qualche settimana dopo, è ben nota: No. Ha ricevuto molta attenzione anche l’assenso di papa Francesco, e reazioni perlopiù negative, soprattutto negli ambienti laici, progressisti e liberal dell’Occidente.
I cattolici che consideravano Francesco un alleato pronto a modificare la dottrina vigente sull’omosessualità e sulle relazioni omosessuali sono rimasti delusi, ma forse la reazione più interessante è quella sorta in Germania, dove il 10 maggio scorso un centinaio di parrocchie cattoliche hanno benedetto delle coppie omosessuali. Non è stata un’iniziativa sotterranea, fatta di nascosto: molte di queste cerimonie si sono svolte di fronte alle telecamere della TV statale, e sotto l’insegna del movimento Liebe Gewinnt (L’amore vince). Non è stata una protesta anticattolica o anticristiana, quanto piuttosto un atto di riappropriazione della Chiesa (cattolica).
Liebe Gewinnt conta tra le sue fila sacerdoti, diaconi, volontari, teologi e il movimento cattolico di riforma Maria 2.0. Se queste benedizioni si avvicinano molto a un atto di pubblica disobbedienza, sono però anche un atto di responsabilità pastorale svolto in modo pacifico e non antagonistico, senza offese né rabbia rivolti contro la Chiesa istituzionale.
È vero che il presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, il vescovo di Limburgo monsignor Georg Bätzing, ha affermato che questo atto “non aiuta”, ma è lo stesso Bätzing che guida il Cammino Sinodale della Chiesa tedesca (assieme alla potente organizzazione laica Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi, ZdK), il quale cerca di barcamenarsi tra i cani da guardia del Vaticano e le sempre più pressanti richieste di riforma che vengono dalla Chiesa tedesca. Molti vescovi tedeschi hanno criticato il responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede, mentre centinaia di teologi hanno pubblicato un manifesto di protesta.
Monsignor Bätzing afferma che le benedizioni “non sono atte a essere strumento di manifestazioni politico-ecclesiastiche, né di azione politica”. D’altro canto Thomas Sternberg, presidente del Comitato Centrale, afferma che non sono “atti dimostrativi politici”.
In ogni caso, ciò che avviene in Germania riflette i sentimenti religiosi dei cattolici di un po’ tutta la regione europea di lingua tedesca (Austria, Svizzera alemanna, alcune parti dell’Europa orientale, Lussemburgo, Liechtenstein, alcune zone del Belgio, Südtirol), che hanno sensibilità ecclesiali molto simili.
Per esempio, il più eminente vescovo che ha criticato il responsum vaticano è stato l’arcivescovo di Vienna cardinale Christoph Schönborn, che durante il Sinodo del 2015 ha parlato con molta sincerità e coraggio delle coppie omosessuali.
Come ha reagito il Vaticano? Vatican News, l’agenzia stampa ufficiale, ha pubblicato un articolo sulle benedizioni in tedesco e inglese, ma non in italiano; negli ultimi due mesi, tuttavia, più nulla è stato pubblicato a proposito del responsum.
Non è mai stato chiaro che ruolo abbia avuto Francesco nella vicenda. Giornalisti e personaggi a lui vicini hanno cercato di minimizzare il suo coinvolgimento, ma è molto difficile sostenere che Francesco in qualche modo sia in disaccordo con la Congregazione; sembra piuttosto che il Papa preferisca fare il cane sciolto, senza identificarsi con la Curia, soprattutto quando quest’ultima dice cose impopolari.
Le benedizioni tedesche devono essere considerate nel contesto di quella Chiesa, in rotta con il Vaticano da più di quarant’anni. ( Sarebbe sbagliato attribuire gli ultimi sviluppi solamente all’eredità di Hans Küng: anche eminenti teologi e vescovi, le cui idee sono molto diverse da quelle di Küng, fanno parte del movimento di riforma ecclesiale e teologica, che comprende in sé molte correnti.)
Le prime tensioni si registrarono durante il pontificato di Giovanni Paolo II, e poi ancora sotto Benedetto XVI, e i temi sono le diaconesse, la partecipazione dei cattolici ai centri statali che rilasciano certificati alle donne che vogliono abortire, il ruolo dei ministri laici (laureati in teologia cattolica) pagati dalle diocesi e dalle parrocchie, la morale sessuale, l’intercomunione con i luterani. Come è successo altrove, per esempio negli Stati Uniti, la spaccatura si è aggravata con l’esplosione di rivelazioni di abusi sessuali, che in Germania ha raggiunto l’apice nel 2010, quando era Papa Benedetto.
Ma ciò che rende unica la situazione tedesca è il Cammino Sinodale, avviato nel marzo 2019 e ancora in corso. Per i cattolici conservatori (anche negli Stati Uniti) il Sinodo tedesco è la prova provata che le aperture di Francesco stanno spezzando l’unità della Chiesa, e potrebbero condurre a uno scisma.
Il lavoro del Cammino Sinodale si struttura in quattro aree, tra cui la “morale sessuale”: la premessa è che la dottrina della Chiesa in questo campo deve essere vista in una nuova luce, se il mondo la ritiene irrilevante o la rifiuta. Questa è una delle differenze tra la Chiesa Cattolica tedesca e quella statunitense, dove a livello istituzionale non c’è ombra di discussione sulla possibilità di celebrare un sinodo nazionale. (Rimane da vedere come i vescovi statunitensi accoglieranno e metteranno in atto il piano, annunciato dal Vaticano lo scorso 21 maggio, di un cammino sinodale lungo tre anni, strutturato in varie fasi – diocesano, nazionale e continentale, universale -, che dovrebbe culminare in un’assemblea a Roma nell’ottobre 2023.)
Ma ci sono anche altre differenze. I Tedeschi sembrano preoccuparsi meno delle reazioni internazionali, perché per loro è chiara la differenza tra un matrimonio e una benedizione: la benedizione è il riconoscimento della sacramentalità di una relazione d’amore stabile, ma non nel senso del sacramento del matrimonio: è più una questione di riconoscimento che di legalizzazione, o di regolarizzazione. (Va detto che in passato ci sono già state benedizioni di questo tipo, solo che non sono state pubblicizzate.)
È una distinzione che tende a perdersi in una cultura cristiana impregnata di legalismo, come quella degli Stati Uniti (succede sia tra i conservatori che tra i progressisti, sebbene in modo diversi). In Germania il matrimonio omosessuale è legale dal 2017, ma le coppie cattoliche omosessuali, a differenza che negli Stati Uniti, non tendono a sposarsi nelle Chiese non cattoliche; inoltre in Germania, come in generale in Europa, il matrimonio non ha più il richiamo e l’importanza di una volta: il matrimonio è tutt’ora cosa sacrosanta in certi ambienti cristiani degli Stati Uniti, e gli Americani in generale si sposano e si risposano molto di più degli Europei.
La seconda differenza è che questo atto di disobbedienza non corrisponde agli schemi della guerra culturale americana: gran parte dei sacerdoti che hanno officiato le benedizioni non sono grandi personalità “di sinistra”, ma sacerdoti comuni e relativamente anonimi, attivi nelle opere sociali cattoliche, non certo agitatori politico-religiosi che si oppongono a un ben determinato partito.
* Massimo Faggioli insegna teologia e studi religiosi alla Villanova University di Philadelphia. La sua opera più recente è “Joe Biden e il cattolicesimo negli Stati Uniti” (Morcelliana, 2021). Seguitelo su Twitter: @MassimoFaggioli
Testo originale: Germany Takes the Synodal Path