Il vescovo svizzero Bonnemain auspica “una cura pastorale specifica” per i cattolici LGBT
Articolo di Robert Shine* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 22 ottobre 2021, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Un vescovo svizzero ha parlato positivamente in merito alle protezioni legali per le coppie omosessuali, sebbene si sia opposto al recente referendum [svizzero] sul matrimonio egualitario; ha poi puntualizzato che questa sua apparente contraddizione dipende dalla parola “matrimonio”.
Il vescovo di Coira Joseph Bonnemain ha fatto questa dichiarazione durante un programma della rete televisiva SRF sul voto referendario del 26 settembre; [il matrimonio omosessuale è] che è passato con il 64% dei voti (a favore). Kath.net riporta che il vescovo ha risposto, a chi gli chiedeva se una delle donne ospiti della trasmissione avrebbe potuto sposare la sua partner:
“‘Non sono sfavorevole. (Sono) d’accordo nell’eliminare ogni discriminazione, e allo stesso tempo (vorrei fare) un importante distinguo, cioè il fatto che si chiamino con lo stesso nome cose differenti’.
“Il vescovo ha parlato, de facto, in favore degli uguali diritti, ma si è opposto al rinominare ‘ciò che originariamente era chiamato’ matrimonio ‘in senso classico’; quando gli è stato chiesto dal conduttore se sarebbe stato per la parità di diritti se [l’unione] fosse definita diversamente, Monsignor Bonnemain ha detto: ‘Sì, non ho nulla contro le persone che sono a favore dei diritti. Vorrei solo che non si dimenticasse che il matrimonio è tra un uomo e una donna’. […]
“[…] Monsignor Bonnemain ha detto: ‘Non voglio dire che non si possano sposare, ma con tutte queste diverse combinazioni che chiamiamo matrimonio’ […]”.
Monsignor Bonnemain ha anche affrontato la questione della benedizione delle coppie omosessuali in chiesa, e in modo particolare se i sacerdoti della sua diocesi possano essere autorizzati a farlo liberamente:
“Quando gli è stato chiesto di tale benedizione, il vescovo ha detto che bisogna distinguere tra il sacramento e la benedizione: ‘Per ogni sacramento, non solo il matrimonio, affinché sia efficace, devono essere soddisfatti determinati requisiti. Una benedizione è un’altra cosa. Ho già dichiarato che, quando si parla di benedizione, si deve tener conto della storia della persona, della sua situazione, e poi agire responsabilmente’.
“Alla domanda del conduttore se monsignor Bonnemain, come il suo predecessore, monsignor Vitus Huonder, punirebbe un sacerdote che benedicesse una coppia lesbica della sua comunità, ha risposto: ‘No, mi comporterei diversamente. Parlerei alle persone’”.
Infine, il vescovo ha auspicato “una cura pastorale specifica” per i cattolici LGBTQ, chiarendo che, pur opponendosi al matrimonio egualitario, è “assolutamente contrario alla discriminazione del diverso”.
La Conferenza Episcopale Svizzera aveva reso nota la sua opposizione al matrimonio omosessuale prima del referendum. La retorica dei vescovi, però, è stata piuttosto in sordina. In una dichiarazione riportata sul sito della Conferenza Episcopale monsignor Valerio Lazzeri vescovo di Lugano, ha scritto:
“La Chiesa cattolica è oggi solo una componente della società complessa in cui viviamo. Non pretende di poter imporre a tutti la sua visione di famiglia e di matrimonio. Non si oppone al fatto che lo Stato, in maniera sempre più adeguata, assicuri anche alle unioni di persone dello stesso sesso l’opportuna tutela giuridica.”
Comunque, sempre più cattolici, inclusi alcuni vescovi, negli anni precedenti questo voto hanno avallato il matrimonio egualitario civile. Recentemente Franziska Driessen-Reding, presidente del Concilio Sinodale di Zurigo, è apparsa alle celebrazioni del Pride cittadino a favore del matrimonio per tutti. In precedenza, Driessen-Reding aveva dichiarato che la sua chiesa locale non si opponeva al matrimonio egualitario, e aveva espresso il suo personale sostegno alle benedizioni delle coppie dello stesso sesso.
Sempre in Svizzera, nel 2019, un portavoce della diocesi di Basilea, la più estesa della nazione, ha confermato che i suoi vertici sostengono il matrimonio civile omosessuale, e già nel 2001 la Federazione Svizzera delle Donne Cattoliche ha ribadito il suo supporto al matrimonio egualitario.
Alcuni vescovi, che non sempre hanno sostenuto i diritti LGBTQ, si sono messi in una singolare posizione, esemplificata dalle osservazioni di monsignor Bonnemain. La sua argomentazione per opporsi al matrimonio omosessuale sembra ridursi alla semantica, e il suo punto di vista sul discrimine da compiere è quanto meno originale.
Allo stesso tempo, ammette la necessità di offrire alle coppie omosessuali una protezione legale apparentemente equivalente a quella offerta dal matrimonio tradizionale. La posizione di questo vescovo è insostenibile, e sarebbe meglio se i leader cattolici come monsignor Bonnemain si focalizzassero su come mettere fine alle discriminazioni, piuttosto che discutere sul termine “matrimonio”.
* Robert Shine è direttore associato di New Ways Ministry, per cui lavora dal 2012, e del blog Bondings 2.0, blog quotidiano di notizie, opinioni e testi spirituali relativi al mondo LGBTQ cattolico. È laureato in teologia alla Catholic University of America e alla Boston College School of Theology and Ministry.
Testo originale: Swiss Bishop Says “I Don’t Mind” If LGBTQ Couples Receive Equal Marriage Rights