Perchè secondo coscienza le persone omosessuali non vivono nel peccato?

Testo pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica DignityUSA (Stati Uniti), liberamente tradotto da Nadia Di Iorio

Secondo la dottrina cattolica, sbagliare e peccare non sono la stessa cosa. Sbagliare è qualcosa di oggettivo, che si trova all’esterno di noi, e provoca danni, disordine e distruzione. Commettere un peccato, invece, è allontanarsi da Dio, il peccato si trova all’interno di noi stessi, dentro il nostro cuore.

Il peccato è un atteggiamento generale, più che un’azione specifica. Commettiamo peccato quando facciamo consapevolmente qualcosa di sbagliato; allora, nel nostro cuore, optiamo per il male, allontanandoci poi dalla bontà e da Dio, che è buono.

Potrebbe anche essere che quello che fai non sia affatto sbagliato, ma se tu pensi che lo sia, e lo fai comunque, sei una persona corrotta. Questo si chiama peccare! Se invece fai qualcosa che è sbagliato, e tu onestamente non pensavi che fosse sbagliata, il tuo cuore non è in malafede. Potresti essere disinformato, ingenuo, o stupido, oppure perfino pericoloso, ma a meno che tu non abbia volontariamente commesso l’errore di non informarti, non sei un peccatore.

La Chiesa insegna cosa è giusto e cosa sbagliato, ma non dice mai chi è il peccatore. Soltanto Dio conosce i nostri cuori. Tante persone omosessuali non riescono a credere che il sesso tra persone dello stesso genere sia sbagliato, quindi fanno ciò che ritengono sia la cosa migliore per loro, anche se la Chiesa insegna che gli atti omogenitali sono sbagliati.

In ogni caso, secondo quanto dice la Chiesa a proposito della coscienza, gli omosessuali nel loro cuore non sono dei peccatori, e non lo sono neanche di fronte a Dio; non devono quindi confessare ciò che non è peccato, e possono partecipare ai Sacramenti della Chiesa.

Testo originale: How could someone do what (the Church says) is wrong and not be living in sin?