Come reagii quando scoprii che mio figlio è gay?
Testimonianza n.10 di Johnny, un padre irlandese con un figlio gay, tratta da Tell it out (Dillo ad alta voce), libro di testimonianze di genitori con figli LGBT+ di tutta Europa realizzato da ENP – European Network of Parents of LGBTI+ Persons (Rete Europea di Genitori di Persone LGBTI+) con il supporto editoriale della Tenda di Gionata ed il contributo del Consiglio d’Europa, pubblicato nel 2020, pp.19-20, liberamente tradotta da Diana, revisione di Giovanna e Giacomo Tessaro
Come ho reagito nei confronti di mio figlio che diceva a me e a mia moglie che era gay? Forse è più onesto raccontare la mia reazione ad un precedente segnale che il mio giovanotto “poteva” essere gay.
Un anno o due prima aveva inavvertitamente lasciato aperto un link di un sito gay sul suo PC, ed io mi ricordo bene di aver avuto un attacco d’ansia. Mio figlio faceva parte del mondo maschile dello sport, hurling, calcio, calcio gaelico, partecipazione che avevo incoraggiato, perché era anche il mio mondo. Faceva parte di un grande circolo di amici sportivi, ed era sempre al centro delle loro riunioni.
Perché questo attacco d’ansia? Era difficile per me essere il padre di un figlio gay? Dopo tutto la mia cerchia di amici era formata da sportivi eterosessuali, e forse non tanto liberali. Avevo paura di come la società avrebbe trattato mio figlio? Sarebbe stato al sicuro? Naturalmente c’era sempre la possibilità che avessi travisato la situazione. Molti giovani guardano siti gay a volte, ne sono sicuro. Credo che mi stessi aggrappando alla speranza che mio figlio non fosse gay.
Mi ero sempre dimostrato di vedute aperte, uno che ha sempre sostenuto gli emarginati, ero attivo in vari progetti tesi a evidenziare la difficile situazione dei migranti, programmi di assistenza per il terzo mondo, ed ero anche stato a capo di una rivolta di studenti durante l’adolescenza.
In una discussione con alcuni compagni, qualche anno prima, era sorta la domanda: “Ti troveresti a tuo agio in un bar per gay?”; naturalmente avevo affermato con enfasi: “Perché dovrebbe essere un problema?”. Va tutto bene quando combatti una battaglia per gli altri. Tutto è più facile, più semplice. Ti senti bene. Ma sai davvero entrare in empatia? Quanto sei davvero forte e impegnato quando le circostanze bussano alla tua porta?
La “conferma” fu ben organizzata. Mio figlio e suo fratello maggiore, che aveva già la ragazza, erano tutti a casa per il fine settimana. Prevalevano il solito umorismo e le solite battute. Col senno di poi, avevo notato in mio figlio maggiore uno stato di eccitazione. Penso condividesse l’eccitazione di tutti.
Mio figlio scelse quel momento e disse: “Mamma, papà ho qualcosa da dirvi. Sono gay”. Sarò sempre grato per la risposta iniziale. Fu istintiva e piena di lacrime. Ci abbracciammo e piangemmo un po’. Mia moglie e io lo ringraziammo per avercelo detto, gli dicemmo che lo amavamo e che speravamo sarebbe stato felice e al sicuro. Guardai mia moglie negli occhi, non ho mai visto tanto amore, orgoglio e gratitudine. Sentivo che lo sapeva da tempo, e la conferma era un sollievo. Le donne e le madri hanno doni più grandi dei nostri.
Per me ci volle un po’ di tempo per adattarmi alle nuove circostanze. Mi piacerebbe poter dire che non avrei problemi a gridare dal tetto: “Mio figlio è gay e io ne sono orgoglioso!”. Mi ci è voluto del tempo. Tutto era accettabile entro i confini della nostra casa, ma non ero preparato alla diffusione della notizia alla famiglia allargata, amici, nonni. Ho combattuto un po’. Ho dovuto adattarmi a un nuovo “linguaggio gay”. In quel periodo mia moglie è stata il mio supporto e il mio mentore. Avrei certamente tratto beneficio a parlarne con altri che avevano vissuto la stessa esperienza.
Mi piacerebbe che mio figlio pensasse che mi sono subito trovato a mio agio a sentire la notizia. Trovarsi a proprio agio forse è la parte più semplice, invece l’apertura è una sfida. Quanto deve essere stato difficile per lui!
Come in tutte le sfaccettature della vita, l’istruzione è il fondamento. L’ignoranza può portare molta ingiustizia, discriminazione e sofferenza. Sono ancora in fase di apprendimento. Mi piacerebbe essere disponibile verso gli altri che si trovano nella mia stessa situazione.
Un vecchio seanfhocal (proverbio) irlandese dice: “An tslat a chruann le haois is deacair í a shníomh ina gad (È difficile cambiare vecchie mentalità)”: anche per me è così, ma occorre essere sempre aperti a nuove realtà, e sono molto grato ai miei famigliari per la forza, la saggezza e la generosità con cui mi stanno vicini.
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