“Solamente me stessa”. Il cammino di Carola per essere lesbica e cattolica
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Dialogo di Katya Parente con l’attivista LGBT cattolica Carola Bosi
Per prepararmi alla chiacchierata di oggi con la nostra ospite, mi sono documentata un po’ sul web. Ne è venuto fuori il ritratto di una giovane donna molto dinamica. Ingegnere ambientale, specializzata in sviluppo internazionale, parla correntemente quattro lingue, ha soggiornato a lungo all’estero e attualmente fa parte del gruppo di credenti LGBT di Piacenza oltread essere un’attivista dell’Arcigay Piacenza Lambda, sulla cui pagina Facebook ho potuto leggere un suo bellissimo articolo, a cui rimando. Ma adesso è ora di lasciare la parola a lei, a Carola Bosi.
Sei una lesbica credente e attivista. Queste due parti di te non stridono?
Stridevano in passato, quando pensavo che essere lesbica e credente insieme non fosse possibile, e che avrei dovuto rinunciare alla prima condizione per non “perdere” la seconda. Dopo un lungo percorso di riconciliazione fra la mia fede e la mia affettività (un percorso fatto di incontri, formazione, preghiera e ricerca personale) ora ritengo che essere attivista per me sia soprattutto un dovere: voltarmi indietro a chi sta ancora guadando il fiume, con l’acqua alla gola, e tenderle o tendergli una mano dalla riva.
Come vedono le persone questa tua “doppia natura”, apparentemente contraddittoria?
Credo che alcune persone all’interno della Chiesa, con una visione “tradizionalista”, mi guardino con “indulgenza”, e credo non condividano il mio attivismo. Altre persone di Chiesa, con vedute aperte o “progressiste”, invece, credo siano favorevoli al lavoro di integrazione delle persone e famiglie LGBT+ all’interno della pastorale, con l’auspicio che in futuro non siano più necessari percorsi specifici per noi, ma che possiamo vivere appieno la vita attiva della Chiesa a partire dalla nostra condizione.
Infine, alcune persone appartenenti al mondo LGBT+ laico a volte mi domandano come mai continui e continuiamo a bussare alle porte chiuse della Chiesa; credo che purtroppo sia ancora diffusa la sensazione di rifiuto da parte dell’ambiente religioso nei confronti delle persone LGBT+.
Sei stata molto all’estero. Com’è l’accoglienza delle persone LGBT+ fuori dal Bel Paese?
Posso dire che in Spagna le persone LGBT+ hanno raggiunto una piena accoglienza all’interno della società; il matrimonio ugualitario è una realtà dal 2005, e ho potuto anche conoscere persone trans felicemente realizzate nella vita personale e professionale.
Un esempio su tutti: una professoressa delle scuole medie che ha mantenuto il suo impiego durante tutta la transizione m to f, con il pieno appoggio sia del personale sia degli alunni del suo istituto, oltre naturalmente a quello della sua famiglia (moglie e figlio).
In Latinoamerica – una cultura più tradizionalista – ho conosciuto situazioni diverse, ma credo che anche lì si stiano aprendo cammini di visibilità e di accettazione; nel 2020 a Lima, in Perù, ho potuto ammirare un’esposizione fotografica sulle famiglie delle persone LGBT+ per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla loro non discriminazione.
È molto recente l’affossamento del ddl Zan. Quali sono i motivi, secondo te? Si tratta di una sconfitta, o solamente di una vittoria rimandata?
Secondo me, chi ha affossato il ddl Zan in Senato ha voluto intercettare il voto delle fasce di popolazione tradizionaliste cattoliche, purtroppo a mio parere indottrinate nel vedere questa legge come un tentativo di attacco ai valori della famiglia tradizionale.
La vittoria, secondo me, è solo rimandata: non si può arrestare un cambiamento sociale tentando di arginare leggi e provvedimenti inevitabili. La vera vittoria, a mio parere, è che grazie a questa discussione è stata resa più visibile la realtà delle persone LGBT+ e delle loro famiglie. La discussione è solo iniziata, ma l’importante è che non si spenga la luce sulla nostra realtà.
Una bella testimonianza di vita questa di Carola, che ci insegna ad essere sempre autentici, prima di tutto con noi stessi, per vivere meglio anche il nostro rapporto con gli altri.