Il calciatore sulla rivista gay: «Fate coming out, giocherete meglio»
Articolo di Maria Strada del 4 gennaio 2013 pubblicato su ilcorriere.it
Matt Jarvis, del West Ham: «È la vita di tutti i giorni, non è qualcosa di sconvolgente, potreste liberarvi la mente». Nel calcio l’omosessualità è e resta un tabù. Adesso tocca a Matt Jarvis, ala 26enne del West Ham, invitare i giocatori a fare coming out. Lo fa dalle pagine del numero di febbraio di Attitude, la più popolare rivista gay del Regno Unito.
IL TERZO CALCIATORE – Jarvis, che è sposato, è il terzo calciatore della storia a finire sulla copertina della rivista dopo David Beckham, nel giugno 2002, e Freddy Ljungberg nell’aprile 2006. Dalle pagine della rivista, invita gli atleti ad abbattere l’ultima frontiera: «È la vita di tutti i giorni, non è qualcosa di sconvolgente. Sono certo che ci sono molti calciatori gay, però se devono decidere di svelarsi davvero, è un’altra questione. Credo ci abbiano pensato molte volte, però è difficile».
A parere di Jarvis, l’ammettere l’omosessualità potrebbe anche migliorare le prestazioni degli atleti, altrimenti frenate: «Se lasciandosi andare potessero concentrarsi sul loro unico scopo, impegnarsi al massimo delle proprie capacità nello sport che stanno praticando, il coming out aiuterebbe. Certamente».
LA PAURA DEL COLLEGA TEDESCO – Le parole del calciatore ricordano quelle dell’anonimo collega tedesco che, a Fluter spiegava di essere omosessuale e di doversi nascondere perché se la sua sessualità «divenisse pubblica, non sarei al sicuro». L’atleta, di cui non era stata rivelata nemmeno la squadra, aveva rilasciato l’intervista sotto il titolo «Un uomo che non esiste davvero» e spiegava di aver paura della folla, delle reazioni dei tifosi. Ma ammetteva: «Forse se tutti uscissero allo scoperto la portata del problema sarebbe minore, ma ho poche speranze che accada».
L’INVITO DI COSTACURTA – L’invito al coming out era arrivato anche da una vecchia gloria del calcio italiano, Alessandro Costacurta, che in settembre si è «travestito» per un giorno contro la violenza sulle donne e sull’omofobia comparendo in tacchi a spillo e calze a rete sulle pagine di Amica: «Certo, fare outing per un giocatore avrebbe delle conseguenze: le tifoserie avversarie potrebbero accoglierlo in campo con insulti. Se a dire “sono gay” fosse un grande campione amato da tutti, allora lui potrebbe fare la differenza».