Vedo ancora troppi cristiani con la faccia triste… (Marco 2:18-22)
Riflessioni di don Fabio
«Vedo ancora troppi cristiani con la faccia triste, e se io non ho la gioia della fede gli altri diranno che se la fede è così triste, meglio non averla.» (Francesco, Angelus della terza domenica d’Avvento, 13 dicembre 2020)
Marco 2:18-22: “Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro?”.
Ancora una volta, oggi, troviamo la metafora dello “sposalizio” per evidenziare il tipo di rapporto che Dio ha voluto e vuole avere con noi! Troppe volte, invece, una religiosità pietistica, fatta di devozioni, pie pratiche, digiuni e offerte di sacrifici ha contraddistinto il nostro rapporto con Dio.
Anche nella prima lettura di oggi Samuele, parlando a nome del Signore, rimprovera Saul che giustificava i suoi furti con la scusa di “dover offrire sacrifici a Dio”. L’unica cosa che Dio aveva chiesto a Saul era di aver un cuore docile e di obbedire alla sua Parola. Mai gli aveva chiesto sacrifici, così come mai Gesù ha chiesto di fare sacrifici ai suoi discepoli e a noi.
“L’incontro con Dio non è la partecipazione ad un funerale, ma ad una bella festa di nozze… Se dimentichiamo questa dimensione, tradiamo la visione biblica di Dio. Le parole di Gesù sono attuali e vere: stiamo attenti anche noi a non caricarci di inutili devozioni, che servono solo a gratificare il nostro orgoglio spirituale.” (Paolo Curtaz)
Con affetto Fabio!