Contro natura… ma quale?
Riflessioni su Contro natura inviateci da Raffaele Crispo, parte seconda
In questa rubrica, che per circa cinque anni ha presentato fatti, eventi ed interviste relative al mondo LGBTIQ+, da questa settimana e per le prossime tre vorrei rileggere con voi un libro scritto dall’antropologo Francesco Remotti dal titolo: “Contro natura. Una lettera al Papa” (Editore Laterza, 2010, 281 pagine)
In questo testo il noto studioso e professore scrive idealmente una lettera al Papa senza alcuna attesa o speranza di aver risposta, ma con l’intento di far riflettere il Pontefice e la Chiesa tutta non solo sul concetto di “natura umana”, ma ancor più sulle conseguenze di un’errata interpretazione di tale natura nei confronti delle persone omosessuali.
Partiamo dal fatto che lo studio dell’uomo non è fondato ne’ su certezze, né tantomeno su una stabilità di pensiero e ciò ci deve far pensare alla “ natura umana” come qualcosa di fluttuante e mutevole. La Chiesa, prima di attaccare le unioni gay perché considerate contro natura, dovrebbe riflettere più approfonditamente su cosa si intende per natura visto che l’umanità da secoli brancola nel buio alla ricerca di una giusta interpretazione.
Negli anni molti studiosi hanno pensato che essa fosse basata sulla ragione accresciuta dall’istinto e dall’amore, ma la certezza di ciò nessuno la può sottoscrivere anche perché spesso è stata confusa con i “ costumi” che sono ancora più mutevoli della natura. In effetti per natura umana dovremmo intendere qualcosa di più solido e saldo che si intreccia, si confonde e viene contaminato dai costumi che sono meno radicati.
La vita di tutti noi è basata su usi e abitudini e tradirli ci sembra come se andassimo contro natura, invece stiamo andando solo contro i costumi del luogo e del tempo. Sin da piccoli il nostro pensiero e il nostro vivere sono condizionati da ciò che ci circonda, incorporiamo delle idee e delle pratiche tanto da “ naturalizzarle “… così incominciamo a credere che i nostri pensieri e i nostri atteggiamenti non siano solo i nostri bensì che appartengano a tutti quelli che ci circondano, insomma che siano condivisi.
La prossima settimana analizzeremo come l’uomo può svincolarsi dal giogo della cosiddetta natura umana ed essere più libero di vivere così come desidera.