Come lo stigma spinge al suicidio tante persone LGBT
Articolo di Olivier Ferlatte* pubblicato sul sito The Conversation (Australia) il 30 giugno 2017, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Gli uomini gay e bisessuali hanno possibilità quattro volte maggiori di tentare il suicidio rispetto a quelli eterosessuali. I ricercatori stimano che il suicidio uccide più gay e bisessuali dell’AIDS. Nonostante questa ben documentata disparità, in Canada non ci sono programmi anti-suicidio mirati. Nelle politiche di salute mentale raramente si menzionano gay e bisessuali.
L’omofobia (nelle famiglie, nelle scuole, nelle comunità e anche tra medici e psicologi), secondo il progetto Still Here (Ancora qui) del Men’s Health Research Program (Programma di ricerca sulla salute maschile) dell’Università della British Columbia, ne è una delle cause principali.
Come ricercatore di postdottorato in infermieristica all’Università della British Columbia, ho lavorato al progetto Still Here e vi ho coinvolto uomini gay e bisessuali che in passato hanno lottato con impulsi suicidi (o che hanno perso per suicidio persone care gay e bi) perché raccontassero le loro storie attraverso degli scatti fotografici.
Finora hanno partecipato a Still Here ventinove uomini gay e bisessuali, che hanno contribuito con oltre trecento fotografie.
Ogni partecipante si è incontrato con un membro del team di ricerca per descrivere le proprie fotografie e raccontare la sua storia. Insieme, foto e storie ci aiutano a capire i molti fattori che portano gay e bisessuali a pensare al suicidio.
Omofobia: un tema comune
Ogni storia è unica, e abbiamo scoperto che le motivazioni che hanno spinto i partecipanti a considerare il suicidio sono varie. L’omofobia è in ogni caso un tema che unisce tutte le storie e le foto.
Molti degli uomini da noi interpellati parlano di esperienze di violenza, bullismo e rifiuto familiare a causa della propria sessualità. Altri hanno imparato a interiorizzare la visione negativa che la società ha dei gay e dei bisessuali.
Molti dei partecipanti hanno anche descritto come si sono sentiti di fronte all’omofobia e agli atteggiamenti stigmatizzanti quando hanno parlato dei loro sentimenti al proprio medico o consulente.
Gli uomini, a causa dell’omofobia, si sono sentiti isolati, soli e invisibili. Queste sensazioni spesso hanno portato a depressione, sentimenti di impotenza e pensieri suicidi.
L’omofobia non è l’unico motivo per cui questi uomini hanno contemplato il suicidio: spesso infatti esso fa il paio con malattie mentali, problemi finanziari o perdita del lavoro. Per qualcuno una relazione intrisa di violenza, o la fine di una storia d’amore, ha contribuito ai pensieri suicidi.
Rompere il silenzio
Abbiamo bisogno di rompere il silenzio intorno al suicidio. C’è il mito pervasivo che parlarne lo incoraggi, ma non farlo perpetua la vergogna e lo stigma. Molti partecipanti a Still Here hanno detto di aver provato una sensazione di profonda solitudine, perché non è un argomento di cui si parla apertamente. Questo silenzio ha reso loro ancora più difficile chiedere aiuto.
Per iniziare una conversazione sul suicidio, i partecipanti a Still Here hanno lavorato con il team di ricerca per organizzare mostre delle loro fotografie. Queste hanno avuto un forte impatto su chi le ha visitate, e ha dato l’occasione e lo spunto per condividere le proprie storie e discutere di prevenzione.
Per poter estendere la ricerca di queste fotografie, il progetto Still Here ha lanciato una galleria online che è stata visitata da migliaia di persone in tutto il mondo.
Strategie di prevenzione
La prima strategia preventiva è aumentare i servizi di salute mentale per gli uomini gay e bisessuali. Accedervi è difficile. Le barriere sono numerose ed includono costi, lunghe liste d’attesa e il fatto che molti psichiatri e psicologi hanno difficoltà a discutere di suicidio. Oltretutto spesso si prescrivono antidepressivi, quando questi pazienti vorrebbero piuttosto parlare con qualcuno.
I professionisti della salute mentale e i medici, inoltre, hanno bisogno di una formazione migliore per capire i complessi bisogni di gay e bisessuali, e per ridurre gli atteggiamenti omofobi e stigmatizzanti.
Come società dobbiamo lavorare molto per resistere allo stigma. In Canada sono stati fatti progressi nella legislazione riguardo alle minoranze sessuali, ma l’omofobia continua a incidere sulle vite di molti uomini gay e bisessuali.
Uno studio pubblicato nel 2015 mostra che metà degli uomini gay e bisessuali intervistati sono stati molestati e/o bullizzati a causa della propria sessualità. Uno su dieci è stato oggetto di gay-bashing [pesanti molestie omofobe, compresi pestaggi].
Se non elimineremo l’omofobia, e se non riusciremo a cambiare la percezione della malattia mentale, tra gli uomini gay e bisessuali si continuerà ad avere un alto tasso di suicidio.
Se vi sentite angosciati o siete preoccupati per un amico, un familiare o un collega di lavoro, visitate questo sito o contattate il numero unico per le emergenze 112.
* Olivier Ferlatte è assistente all’Università di Montréal. Lavora da più di quindici anni nella promozione e nella ricerca sulla salute maschile. La sua ricerca si svolge in particolare sulle relazioni tra l’emarginazione, la violenza, le ineguaglianze sociali e i problemi di salute degli uomini gay e bisessuali. Olivier Ferlatte è il coordinatore di Stil Here, un progetto fotografico che ha come tema il suicidio tra gli adulti LGBT.
Testo originale: Why do so many gay and bisexual men die from suicide?