Il fenomeno delle chiese inclusive in Brasile
Riflessioni di Paolo Cugini*
C’è un fenomeno religioso interessante, stimolato dalla presenza LGBT nella società, che da più di vent’anni sta coinvolgendo le comunità cristiane in Brasile. Si tratta del fenomeno chiamato: chiese inclusive, che riguarda quelle realtà ecclesiali che non solo hanno nel tempo aperto le porte delle proprie chiese ai cristiani LGBT ma, in diversi casi, hanno proposto modifiche significative ai contenuti teologici, che solitamente definiscono in modo negativo l’omosessualità.
Il fenomeno delle chiese inclusive in Brasile riguarda soprattutto il mondo evangelico e cioè quelle denominazioni ecclesiali molto diffuse sul territorio brasiliano, che fanno riferimento all’esperienza protestante. Qui di seguito riporto alcuni dati e contenuti frutto di alcune ricerche prodotte negli ultimi anni nelle università brasiliane, che hanno tentato di descrivere ed analizzare il fenomeno (le ricerche utilizzate sono riportate in fondo all’articolo).
Nel confronto con le pratiche religiose delle cosiddette chiese convenzionali, in cui il diavolo e i traumi familiari sono usati come giustificazione dell’omosessualità, nelle chiese inclusive ci sono spostamenti discorsivi che cercano di rimuovere la differenza sessuale dall’area del peccato secondo natura. L’etnografia delle comunità inclusive evidenzia così i legami tra religione, sesso e politica intorno alla produzione di discorsi positivi in favore della differenza.
Non si tratta di esercitare segretamente la sessualità gay o lesbica, come accade a molti fedeli omosessuali che vivono in un legame teso con le chiese pentecostali evangeliche, “ma di sostenere ideali di visibilità e accettazione sociale di sessualità che si discostano dalla norma”.
Le regole di condotta del culto inclusivo non vietano l’esercizio di relazioni omosessuali o espressioni di identità LGBT. In questi gruppi, guidati da pastori gay e lesbiche, l’esperienza di un orientamento differente della norma eterosessuale è considerata una pratica che non viola i codici della santità.
La teologia inclusiva, in generale, mette in discussione il dogma religioso che condanna l’omosessualità, sforzandosi di offrire letture bibliche alternative, che mirano a cancellare gli stigmi che influiscono sulla diversità sessuale. In tutto il Brasile stanno emergendo iniziative di inclusione, con i loro discorsi di affinità elettiva con le istanze dei movimenti cristiani. Quindi, ci sono molti ruoli che possono essere occupate da gay, lesbiche, bisessuali, travestiti e transessuali nelle chiese inclusive.
Esistono due reti nazionali in Brasile di gruppi cristiani LGBT: la Rete Nazionale dei Gruppi Cattolici LGBT e degli Evangelici per la Diversità. È possibile osservare che questo movimento ha una portata nazionale: la rete cattolica conta 21 gruppi attivi in 16 città brasiliane, mentre “Evangelici per la Diversità” ha collettivi in 9 capitali. In totale, ci sono 30 gruppi cristiani LGBT collegati a queste due reti nazionali (i dati sono relativi ad una ricerca del 2021).
La rete degli “Evangelici per la diversità”, a sua volta, non fa parte di alcuna rete globale o internazionale, sebbene intrattiene un dialogo con gruppi ed entità di altri paesi. In un’intervista, Bob Botelho, coordinatore esecutivo dell’entità, ha affermato che: “a causa della grande diversità delle denominazioni evangeliche e della struttura di autonomia di ciascuna, diversa dalla Cattolicesimo, è difficile creare una rete internazionale di gruppi cristiani LGBT di questa natura”.
Ci sono anche chiese e istituzioni religiose già create all’interno di una prospettiva di accoglienza delle persone LGBT in spazi cristiani, prevalentemente evangelici. Queste chiese differiscono dalle altre, tra gli altri fattori, per la celebrazione dei matrimoni LGBT e per l’accesso delle persone LGBT al sacerdozio e alle posizioni di leadership.
Alcune delle chiese cristiane tradizionali hanno anche riformato i loro canoni per accogliere meglio la popolazione LGBT. La Chiesa episcopale anglicana del Brasile, dopo oltre 20 anni di discussioni, ha deciso di autorizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso nei suoi templi. Creata nel XVI secolo in Inghilterra, divenne una congregazione di respiro internazionale, dal processo di colonizzazione e dall’imperialismo britannico.
Attualmente sta combattendo una dura battaglia interna per quanto riguarda l’inclusione delle donne e LGBT. Mentre nella Chiesa d’Inghilterra il matrimonio gay continua proibito, la Chiesa episcopale degli Stati Uniti ha iniziato a riconoscere questo tipo di unione dal 2015 e la Chiesa episcopale di Scozia nel 2017. In Brasile, questo conflitto ha causato una spaccatura nella Chiesa anglicana. I dibattiti sono iniziati nel 1997 e continuano fino ai giorni nostri.
Nel 2005 le diocesi di Recife, João Pessoa e Vitória, situate nel Nordest del Brasile, si sono separate da quella nazionale e hanno creato la “Chiesa Anglicana del Brasile”. Sul suo portale istituzionale, la chiesa sostiene che i suoi pastori sono stati scomunicati dalla Chiesa episcopale anglicana del Brasile “per essere in contrasto con questa denominazione per quanto riguarda la normalità della pratica omosessuale e l’ordinazione di persone che lo praticano al sacro ministero pastorale” (ANGLICANA NO BRASIL, 2020).
Tra le tante esperienze ecclesiali inclusive che si possono citare, ne indichiamo una, come esempio: la Comunità cristiana Nuova Speranza (CCNS) creata nel 2004, nella città di San Paolo da fedeli della Chiesa di Acalanto, tra cui il pastore Justino Luiz, che è diventato presidente della congregazione.
Sul sito web dell’istituzione si afferma che “la CCNE è una chiesa pentecostale evangelica che predica una teologia inclusiva, in questa comunità tutti sono i benvenuti, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, colore, razza, siamo una chiesa che accoglie ogni diversità umana” (CCNE, 2020). Il sito web indica anche i nove indirizzi di CCNE in Brasile e due all’estero (Argentina e Portogallo).
Oltre alle chiese e ai gruppi già presentati, con una dimensione più nazionale, c’è una serie di movimenti locali all’interno e all’esterno delle congregazioni tradizionali per aprire spazi di discussione sui temi della diversità sessuale e di genere, dialogando anche con questioni razziali, per l’inclusione delle persone con disabilità, dei poveri o dei senza fissa dimora. A Brasilia, ad esempio, spicca la Comunità Familiare Cristiana Athos, una chiesa inclusiva che ha tra i suoi partecipanti il teologo Alexandre Feitosa.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
FAGNER ALVES MORELIRA BRANDÃO, Religião e omosexualidade. Uma abordagem histórica e sociocultural das igrejas cristãs inclusivas em Goias, Tesi del Master dell Universitá statale di Goias, 2021.
MARCELO TAVARES NATIVIDADE, Cantar e dançar para Jesus: sexualidade, genero e religião nas igrejas inclusivas pentecostais, Religião e Sociedade, Rio de Janeiro, 37(1): 15-33, 2017.
LILIA DIAS MARIANNO, Diversidade de genero no ambiente religioso: ética relacional para um organismo ciborgue, Mandrágora, Universitá Metodista São Paulo, v.27, n. 2, 2021, p. 237-267.
FATIMA WEISS DE JESUS, Igrejas inclusivas em perspectiva comparada: da inclusão radical ao mover apostolico, Seminário Internacional Fazendo Gênero 10 (Anais Eletrônicos), Florianópolis, 2013. ISSN 2179-510X.
* Paolo Cugini, è un sacerdote laureato in pedagogia (Parma), filosofia (Bologna) e dottore in teologia (Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna-FTER). Dal 1998 al 2013 è stato missionario fidei donum in Brasile nello Stato della Bahia, come parroco e come professore di filosofia nella Facoltà Cattolica di Feira di Santana. Ha contribuito a fondare e ad accompagnare nei primi anni il gruppo cristiani LGBT di Reggio Emilia. Si è occupato di temi legati alla filosofia francese del Novecento e della cultura postmoderna in relazione, soprattutto, al problema della Nuova Evangelizzazione. Su questi temi ha pubblicato vari articoli in riviste italiane e brasiliane. Di recente ha pubblicato: Visioni postcristiane. Dire Dio e la religione nell’epoca del cambiamento, Dehoniane, Bologna 2019; La Fuga di Elia. Riflessioni postmoderne sulla religione e il senso della vita, San Lorenzo, Reggio Emilia 2019; Chiesa popolo di Dio. Dall’esperienza Brasiliana alla proposta di Papa Francesco, Dehoniane, Bologna 2020.