Il mio cammino di riconciliazione con i cristiani LGBT di Zaccheo Puglia
Testimonianza di Marco Antonio Venturi del gruppo Zaccheo, cristiani LGBT+ di Puglia
“Mai un giorno avrei potuto immaginare che la mia vita avrebbe potuto avere uno scossone così grosso, grazie a questo progetto”
Mi chiamo Marco, ho 37 anni e da poco svolgo la mansione di OSS, ma per arrivare a quel po’ di sicurezza acquistata adesso, dovrei percorrere a ritroso tappe dolenti della mia vita. Ad iniziare dal rapporto turbolento con la mia famiglia, alla perdita prematura della mia cara mamma, l’unico consaguigno in grado di leggere il caos che avevo dentro.
Ma al di la della dell’effetto destabilizzante dei miei “cari” all’esterno ho avuto la fortuna di avere quelle poche amicizie salde, che mi hanno permesso di deviare quel “baratro” ormai annunciato, infatti un giorno, l’ennesimo di disperazione per me, mi arrivo un messaggio whatsapp, da parte di Fabio, mio amico storico, in cui mi descriveva l’imminente avvento di questo progetto regionale, nato da una costola del gruppo giovani nazionali, Zaccheo Puglia, un gruppo di persone LGBT plus, unite dalla fede cristiana, con l’accompagnamento di alcuni sacerdoti, vescovi e laici che ci considerano “figli di Dio” anche per ciò che siamo.
Inizialmente ero un po’ scettico, visto il mio rapporto turbolento con la fede, tra l’altro uscito da 10 anni di pratica Buddista, ma nonostante tutto, conoscendo il carisma e l’attivismo nella fede di Fabio, mi incuriosiva la questione, fino a quando nel giugno del 2020 fui accolto all’interno di esso, partecipai al primo incontro settimanale dove si “ spezzava la parola” trovando conforto nel Vangelo domenicale, un incontro virtuale per il grosso peso della pandemia, ma conviviale e soprattutto fraterno.
Iniziai a conoscere giorno dopo giorno, nuove anime con cui ci si scambiavano opinioni, sorrisi ed incoraggiamenti, ma la mia sofferenza era ancora lì in fermento, pronta ad uscir fuori per riprendermi con se, i rapporti famigliari sono sempre più burrascosi, il mio umore diventa sempre più instabile, collerico, tanto da prendermela con chi alla fine non c’entrava nulla, i miei “amici fraterni”
Avevo a tutti costi bisogno di ATTENZIONI, quelle che la mia famiglia, dopo la morte di mamma, non mi dava, le uniche attenzioni erano quando mi urlavano che ero un FALLITO e non ero in grado di far nulla, ero, solamente un peso per loro, riuscivano a farmi convincere di ciò, tanto da pensare che anche gli amici ed i compagni di fede, mi considerassero tale, fino a quando alcuni di loro, preoccupati da questo cancro che mi stava risucchiando l’anima, iniziarono a farmi notare che dovevo assolutamente fare qualcosa, prima di essere schiacciato dal baratro.
Un uomo, figlio dell’essenza d’amore (DIO), non può non reagire ai demoni interiori, e le azioni e le armi che potevo usare per la mia CURA SPIRITUALE, erano la PREGHIERA e l’aiuto di un professionista, all’inizio non è stato facile per me, perché nonostante tutto ero convinto di star bene e che dovevo solo ricevere attenzioni(stare al centro dell’attenzione di tutti), perché dovevo a tutti costi dimostrare che io non ero una nullità, ci riuscivo a stare al centro dell’attenzione, ma in maniera molto negativa, chi mi era vicino, chi veramente voleva il mio bene, era seriamente preoccupato, e mi invitò anche con toni duri a ad AGIRE, immediatamente.
Così inziai a pregare, a PIANGERE e PREGARE, con tutta la sofferenza che avevo dentro, chiamai dei professionisti, ed iniziai a far terapia, ed iniziai a prendere anche in mano la mia vita sotto l’aspetto lavorativo, ricevetti una proposta in una struttura Toscana e continuai a far terapia anche li, accompagnato anche dagli incontri e dal supporto, seppur virtuale dei miei fratelli, vedevo nei loro volti la sincera gioia che avevo iniziato finalmente a lavorare su di me.
Nulla è a caso nelle nostre vite, il Signore ha sempre dei progetti per noi, e sono convinto che il dono più grande che Lui potesse farmi, è stato proprio donarmi i fratelli di Zaccheo, per me il progetto Zaccheo è quel maestoso albero di Sicomoro su cui ogni volta mi ci arrampico per osservare quanto sia prezioso io per i miei fratelli.