Il dietrofront di Exodus International sulla teoria riparativa
Articolo del 9 luglio 2012 di Humming Albus dal Blog “Dos Manzanas” (Spagna) liberamente tradotto da Adriano
Giungono incoraggianti dichiarazioni da parte del presidente di Exodus International, una delle più grandi organizzazioni cristiane dedicate a “liberare” le persone di omosessualità.
Alan Chambers ha ammesso che non si può convincere qualcuno a cambiare orientamento sessuale attraverso la terapia e che tentare di farlo può condurre ad ottenere effetti pericolosi. Exodus International è stata fondata nel 1976 ed è uno dei pilastri del movimento “exgay” degli Stati Uniti e in altri paesi.
Si dedica all’applicazione della “terapia riparativa” dell’omosessualità e della bisessualità, mediante l’astinenza, la riduzione della “tentazione” omosessuale, il rafforzamento dell’identità maschile o femminile e la correzione della forme “distorte” di interagire con membri dello stesso sesso e di quello opposto.
Il loro slogan, “il cambiamento è possibile”, è stato anche criticato da Chambers, il quale ha informato che l’organizzazione “va oltre questo slogan.”
“Penso che ogni espressione sessuale al di fuori del matrimonio monogamico eterosessuale sia un peccato come indicato nella Bibbia”, ha anche detto il presidente di Exodus, nonostante abbia ammesso che la sua organizzazione ha “chiesto a soggetti attratti da altre persone dello stesso sesso che superino questa tentazione, in una maniera che non chiediamo più a nessun altro.”
La defezione di Chambers ha aperto un vuoto nel movimento “exgay”. Gregg Quinlan del movimento dei genitori e amici Exgays associazione e gay, ha detto il presidente di Exodus “è stanco dei suoi sforzi personali e scuse perché”, mentre il professor Pittsburgh Theological Seminary, Robert Gagnon, ha accusato Chambers di mettere gli omosessuali a rischio di “esclusione dal regno di Dio e di mandarli all’inferno.”
Ricordiamo che uno dei direttori di Exodus, Don Schmierer, è uno dei tre docenti americani hanno contribuito a innescare l’ondata di omofobia in Uganda. La partenza segnato due dei fondatori dell’organizzazione, Michael Bussee e Gary Cooper (nessuna connessione con l’attore), di ripudiare le loro mogli e rendere pubblico il loro rapporto, si riflette nel documentario One Nation Under God.
Nel 2007 Bussee chiesto scusa pubblicamente per il suo ruolo nel movimento di ex-gay, insieme ad altri ex dirigenti di gruppi simili e due anni fa ha anche riconosciuto che non aveva mai visto nessuno cambiare il loro orientamento sessuale. Oggi è descritto come un “matrimonio e terapeuta della famiglia, un padre, un cristiano evangelico e un uomo gay fiero di esserlo”.
Titolo originale: “El presidente de una importante organización de “exgays”…”