8 marzo. Una giornata per riflettere sull’essere donna oggi
Riflessioni di Lavinia Capogna
La Giornata Internazionale delle Donne, la quale è storicamente controverso se abbia avuto inizio per ricordare un grave incidente in una fabbrica negli Stati Uniti oppure se venne istituita per prima nell’Unione sovietica, celebra tutte le donne del mondo.
A parte l’origine storica della Giornata o Festa che dir si voglia è importante sottolineare che nel corso dei millenni la condizione delle donne è sempre stata di grande inferiorità in confronto agli uomini.
Gli uomini decidevano (e decidono) la politica, le leggi, le norme sociali, le guerre, gli uomini erano re, condottieri, vescovi. Le donne potevano essere solo spose e madri, il che non era certamente negativo ma praticamente nessun lavoro era accessibile alle donne eccetto quelli più umili in cui erano brutalmente sfruttate. E come ha sottolineato Simone de Beauvoir nel suo saggio del 1949 “Il secondo sesso” la base dell’emancipazione femminile é l’emancipazione economica.
Il potere era completamente in mano agli uomini e in gran parte lo è ancora oggi vediamo con quali risultati.
Il matrimonio nel passato era quasi solo un fatto economico e sociale.
Le donne non sono migliori degli uomini perché sia tra le donne sia tra gli uomini ci sono dalla persona più umana alla persona più disumana però la storia politica, sociale, antropologica e psicologica degli uomini e delle donne è stata molto differente nel corso dei millenni.
Le donne, pur essendo più della metà dell’umanità, sono state considerate nel corso dei millenni, come dicevamo, inferiori, infantili, troppo emotive, inaffidabili, isteriche, deboli, volubili e sono state derise ed umiliate nonostante ci siano state milioni di donne nella Storia che hanno dimostrato invece molto carattere e talenti, che si sono occupate con amore delle persone anziane ed ammalate, che hanno cresciuto i figli in condizioni economiche disastrose, che hanno scritto splendidi libri e poemi e più recentemente che si sono distinte in ambiti scientifici e sociali, che, misconosciute, hanno lottato con coraggio nelle traversie della vita quotidiana.
Dalla fine del 1800 ha iniziato a svilupparsi il movimento femminista che reclama in modo molto determinato eguali diritti e parità e che ha ottenuto grandi risultati soprattutto negli anni ’60 e ’70 del Novecento. È vero che qualche volta esso ha avuto un atteggiamento conflittuale verso gli uomini ma è anche vero che prima del femminismo ci sono stati millenni di silenzio e di violenze.
Per ottenere una SOCIETÀ DEL RISPETTO le donne devono lottare insieme agli uomini che rispettano le donne anche se sono pochi finora gli uomini che si sono impegnati concretamente in questo senso.
Per migliorare la società servono buone leggi, buona politica ma anche una finora rara concezione dei rapporti umani basata su autentico rispetto (se non amore fraterno) e autentica eguaglianza, ascolto, empatia, non violenza, aiuto reciproco, possibilità di dissenso e risoluzione civile dei conflitti.
Purtroppo la società negli ultimi 20 o 30 anni è invece molto peggiorata riguardo alle donne. Il maschilismo, il sessismo, la misoginia sono aumentati. Ci sono centinaia di omicidi all’anno, quelli che vengono chiamati femminicidi che sono quasi sempre compiuti da ex fidanzati o ex mariti delle donne. Una tragedia che era rara solo 40 anni fa.
Ci sono ancora molte violenze sessuali, ci sono violenze fisiche e psicologiche, soprusi, ricatti economici, differenze di stipendi, esiste il bullismo contro le ragazzine a scuola, discriminazioni verso le donne omosessuali e verso le donne transgender. Ci sono veramente alcuni uomini che detestano le donne come si vede facendo un giro sui social, ci sono cose mostruose come il revenge porn.
Quindi nonostante i progressi che si erano fatti dalla seconda metà del 1900 la condizione femminile è in regresso.
Purtroppo è un brutto dato di fatto ma solo affrontando la realtà si può migliorarla e cambiarla.