Essere preti gay nella chiesa cattolica: “Non viviamo chiusi in un armadio, ma in una gabbia”
Articolo di Elizabeth Dias pubblicato sul sito del settimanale Courrier International (Francia) il 21 febbraio 2019, liberamente tradotto da Nadia Di Iorio
Scordatevi i segnali di apertura: i preti gay vengono oggi più che mai stigmatizzati dalla Chiesa (Cattolica), (…). Una ventina di loro si sono confidati al New York Times, e hanno fatto richiesta di restare anonimi.
Aveva diciassette anni, Gregory Greiten, quando i preti organizzarono il “gioco della vita”. Siamo nel 1982, e Gregory si trovava in ritiro insieme ai suoi compagni del St. Lawrence, un seminario che prepara gli adolescenti al sacerdozio. I responsabili domandarono ai ragazzi di scegliere tra tre opzioni in base al proprio gusto: ritrovarsi ustionati al 90%, essere paraplegici, o gay. Tutti scelsero le prime due opzioni e nessuno di loro pronunciò la parola “gay”.
Il giovane Gregory non ha mai dimenticato la lezione. Sette anni dopo si ritrovò a voler scavalcare la finestra del dormitorio, con una gamba penzoloni nel vuoto. È proprio in quell’epoca che per la prima volta pensò: ”Sono gay per davvero”. Oggi è prete vicino a Milwaukee, e ricorda che ”quelle parole mi suonavano come una condanna a morte”.
Il tabù della Chiesa Cattolica Romana sull’omosessualità si basa su una contraddizione insolubile: per anni la gerarchia ecclesiastica ha umiliato i fedeli omosessuali, e ha indicato le “tendenze omosessuali” come un problema comportamentale, eppure migliaia di preti sono gay. La loro omosessualità viene tenuta nascosta al mondo esterno, ed è risaputa, quando è risaputa, soltanto all’interno del loro ambiente.
Almeno un terzo dei sacerdoti
Negli Stati Uniti, meno di una decina di preti hanno osato rivelare pubblicamente la loro omosessualità, eppure, secondo molte stime, fatte da decine di preti gay e studiosi, il clero cattolico americano è composto da almeno 30-40% di omosessuali, e a sentire alcuni di loro, la percentuale si avvicinerebbe al 75%.
In Wisconsin un sacerdote arriva a pensare che tutti i preti sono gay fino a prova contraria. In Florida un altro fa una stima: ”Un terzo dei preti è gay, un terzo è etero, e un terzo non ha alcuna idea di ciò che è”.
Durante i due mesi scorsi una ventina di preti e seminaristi omosessuali, provenienti da tredici Stati, hanno condiviso con noi i dettagli della loro vita intima. Alcuni hanno accettato di essere fotografati, a condizione che la loro identità non venga divulgata.
Quasi tutti hanno richiesto che il dialogo rimanesse strettamente confidenziale, per paura di essere puniti dai vescovi o dagli altri membri della gerarchia. La maggior parte di loro è sacerdote in servizio, e potrebbero perdere il proprio impiego, e non solo quello, se la loro omosessualità venisse svelata: quasi sempre la Chiesa offre ai suoi preti alloggio, un’assicurazione sulla salute e una pensione. Anche quando rispettano il voto di celibato, potrebbero perdere ogni beneficio se i loro vescovi scoprissero una sessualità incompatibile con la loro condizione.
La situazione è sempre più pericolosa per i sacerdoti omosessuali. La disfatta di Theodore McCarrick, il potente cardinale che è stato ridotto allo stato laicale per i suoi abusi sessuali su minori, ha fatto alzare la testa a chi accusa l’omosessualità di essere la responsabile degli abusi sessuali abituali in seno alla Chiesa.
Molti studi dimostrano che non esiste rapporto tra omosessualità e pedofilia. Nonostante ciò, molti eminenti vescovi hanno accusato i preti omosessuali di essere alla radice del problema, e i mass media di destra denunciano la “sottocultura omosessuale”, la “mafia lavanda” o la “cabala gay” che esisterebbe all’interno della Chiesa.
La “moda” dell’omosessualità
Anche papa Francesco, negli ultimi mesi, si è fatto più critico nei confronti dell’omosessualità. Ha affermato di essere turbato da ciò che gli appare come la “moda” dell’omosessualità, si è raccomandato che “gli uomini che hanno questa tendenza profondamente radicata” non siano ammessi al sacerdozio, e ha esortato i preti omosessuali ad essere “perfettamente responsabili, badando a non creare mai scandali”.
Questa settimana il Papa parteciperà a un vertice molto atteso sugli abusi sessuali, al quale parteciperanno vescovi da tutto il mondo. Il dibattito dovrebbe vertere non soltanto sulla responsabilità di questi ultimi, ma sull’omosessualità stessa.
“Ci sono abituato” ha dichiarato un prete del nordest degli Stati Uniti, “si ha l’impressione di assistere a una caccia al lupo cattivo per delle azioni che non sono mai state commesse”.
Testo originale: États-Unis. Les prêtres homosexuels, parias de l’Église : “Ce n’est pas un placard, c’est une cage”
PER APPROFONDIRE> Vite Consacrate