La benedizione dell’amore omosessuale tra magistero e bibbia
Intervento tenuto da Antonio De Caro* all’incontro sinodale su “Fede e omosessualità” tenuto dalla Italienischsprachige katholische Mission (Missione cattolica di lingua italiana) di Berna il 20 marzo 2022, parte prima
“Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!” (Gn 32,27). Nel 1987 una coppia gay aveva chiesto a un giovane sacerdote, don Simone, se sarebbe stato disponibile a benedire la loro unione. Lui conosceva uno dei due, che era impegnato nella parrocchia come guida del gruppo giovanile, ed era apertamente omosessuale.
Il parroco – superiore di don Simone – aveva ordinato che il giovane animatore abbandonasse il suo incarico, perché non costituiva un buon esempio. Ma don Simone si oppose all’ordine, che riteneva ingiusto ed umiliante. Questo conflitto divenne noto ad alcuni nella comunità e una famiglia si sentì in dovere di imporre l’obbedienza alla retta fede.
Questa famiglia iniziò quindi a raccogliere firme nella comunità perché i fedeli evitassero di ricevere la comunione da don Simone, accusato di frequentare omosessuali; egli, pertanto, non solo era ritenuto indegno e peccatore, ma potenziale fonte di malattie sessuali. Insicuro e angosciato, Simone si rivolse allora al suo vescovo: gli espose tutta la situazione e i dubbi della sua coscienza.
A quel punto il vescovo si alzò, poi si sedette al pianoforte che stava nella stanza e suonò il brano di un noto compositore omosessuale. Poi tornò indietro, si rivolse a don Simone e disse: «chi è in grado di creare qualcosa di così bello come questa musica, deve per forza avere ricevuto un grande dono da Dio. Il mio compito è scoprire e trasmettere il Bello nella mia vita e nella vita degli altri, nella condizione in cui mi trovo; e questo vale anche per la Chiesa».
1. Le posizioni del Magistero
La più antica condanna della Chiesa contro le relazioni omosessuali risale al sinodo di Elvira (300-303). Da allora, la voce del Magistero ha sempre mantenuto con coerenza la stessa posizione, talvolta con punte di grande asprezza, e ha spesso ottenuto il sostegno del «braccio secolare», cioè delle autorità civili (per esempio, Pier Damiani nel 1051; Pio V nel 1568).
Per quanto riguarda i tempi moderni, il Catechismo di Pio X (1910) annoverava il «peccato impuro contro natura» tra i peccata clamantia, cioè quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio, contaminano l’intera comunità e per questo sarebbero meritevoli di castighi gravi ed immediati.
Almeno da un punto di vista formale, tale severità è stata mitigata nei documenti successivi al Concilio Vaticano II. L’enciclica di Paolo VI Humanae Vitae (1968) stabilisce che la sessualità umana, solo fra uomo e donna, deve avere due finalità indissolubili, quella procreativa e quella unitiva.
Da questa affermazione deriva la condanna delle relazioni omosessuali in Persona Humana, dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede (1975) che definisce l’omosessualità una deformitas (§8). Le stesse idee sono state poi riprese dagli Orientamenti educativi sull’amore umano. Lineamenti di educazione sessuale a cura della Congregazione per l’Educazione Cattolica (1983).
Nel 1986 la Congregazione per la Dottrina della Fede, sotto la guida di J. Ratzinger, ha pubblicato Homosexualitatis problema. Lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica per la cura pastorale delle persone omosessuali. questo testo ribadisce più volte la sua continuità con la Tradizione della Chiesa; chiarisce che le persone omosessuali possiedono, come esseri umani e come figli di dio, una dignità inalienabile e per questo vanno accolte con rispetto, compassione e delicatezza; che l’orientamento omosessuale non rappresenta di per sé una colpa, ma che gli atti/le relazioni omosessuali costituiscono gravi trasgressioni della legge morale. Essi, infatti, opponendosi al piano di Dio, negherebbero la differenza sessuale e quindi il fine procreativo della sessualità umana; sarebbero, piuttosto, forme di narcisismo e di autocompiacimento.
A questo documento si possono muovere diverse critiche:
– esso fonda le sue affermazioni, tra l’altro, sulla storia di Sodoma (Gn 19.1-29), considerata con assoluta certezza (§6) come una condanna degli atti omosessuali; ma l’esegesi ufficiale della Chiesa ha dato dello stesso passo una diversa e più corretta interpretazione (2019);
– esso tende a salvaguardare il «sistema Chiesa», cioè la coerenza immutabile della dottrina, senza dare spazio alla libertà dei soggetti e della coscienza;
– esso propone una «accoglienza mutilata» delle persone omosessuali, che possono vivere pienamente (e quindi anche sacramentalmente) nella Chiesa solo se rinunciano ad una parte vitale, cioè all’espressione della loro affettività e della loro sessualità. In altre parole, questo documento propone una spaccatura profonda nelle persone omosessuali, che non scelgono il loro orientamento e hanno come tutti gli altri diritto ad una vita in pienezza;
– esso afferma di opporsi alla discriminazione delle persone omosessuali, ma di fatto poi ordina ai vescovi e ai sacerdoti di rifiutare spazi di incontro per gli omosessuali credenti e condanna ogni forma di riconoscimento, da parte delle leggi civili, delle relazioni e delle persone omosessuali, che vanno considerate innocenti solo a patto di vivere nell’astinenza, nel segreto e nell’isolamento.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica (1992-1997) come pure il suo Compendio (2005) arrivano a considerare pericoloso lo stesso orientamento omosessuale, come tendenza disordinata al peccato, e ad imporre alle persone omosessuali persino una specifica vocazione all’astinenza, in spregio al §219 del Codice di Diritto Canonico (1983).
Non si può, esteriormente, manifestare rispetto e nel contempo negare l’identità delle persone omosessuali. Il teologo A. Grillo usa a questo proposito il verbo scarnificare: «questo è l’equivoco di fondo di pressoché tutto il magistero cattolico ufficiale dal 1986 in poi. Si tratta di un equivoco di carattere squisitamente sistematico. Perché quel modo di pensare, che si vorrebbe imporre, separa il soggetto (di per sé sempre rispettato) dai suoi orientamenti e dalle sue scelte».
Il Magistero di papa Francesco non ha cambiato alcun aspetto della dottrina specifica su questo tema. Ma in Evangelii Gaudium (2013) ha affermato che la realtà è superiore all’idea (§231-233), cioè che la persona è superiore alla legge. E in Amoris laetitia (2016) emerge l’idea che la bontà morale riposa nelle scelte della coscienza, che solo Dio vede; la Grazia è lì dove c’è un percorso verso il bene, che la Chiesa deve riconoscere ed accompagnare. Come si osserva, papa Francesco ha investito molto sul canale pastorale, come spazio di ascolto e di incontro che quindi può fornire nuovi stimoli cognitivi e morali.
2. L’interpretazione biblica
Vengono chiamati «testi del massacro» (clobber texts) i (pochi) passi biblici usati per giustificare la condanna dei rapporti omosessuali. Numerosi studi esegetici (anche cattolici) respingono ormai con coerenza ogni fondamentalismo, applicano il metodo storico-critico, rifiutano ogni distorsione violenta e interpretano questi testi in un modo non ostile all’orientamento omosessuale.
Il caso più eclatante è quello della Pontificia Commissione Biblica che, in un saggio del 2019, ha chiaramente collegato la storia di Sodoma ai temi dell’accoglienza o della violenza contro lo straniero. Ma proprio su questo passo (Gn 19.1-29) Homosexualitatis problema fondava con grande sicurezza la sua condanna delle relazioni omosessuali: questa profonda contraddizione è tanto più dolorosa quanto meno avvertita, malgrado i suoi altissimi costi umani.
Anche riguardo gli altri testi (Lv 18.22 e 20.13; Rm 1.26-28; 1Cor 6.9-10; 1Tm 1.9-10) l’esegesi ha evidenziato che all’orizzonte biblico è ignota l’idea dell’omosessualità come condizione esistenziale profonda della persona che si orienta verso la ricerca di relazioni d’amore; di volta in volta pesano, piuttosto, le esigenze della purità rituale e culturale, il disprezzo della dimensione corporea, il rifiuto dello sfruttamento e della schiavitù. Nelle lettere di Paolo, in particolare, spicca un atteggiamento verso la complessità umana che esorta a guardare alla realtà anche attraverso le risorse autonome del pensiero laico.
Un sano dialogo con la Scrittura dovrebbe, se mai, evidenziare l’evoluzione interna della morale biblica, che muove verso un superamento dei taboo, verso l’accoglienza e l’inclusione, nel senso dell’amore e non della violenza, che non appartiene al Dio di Gesù Cristo. Lo dimostrano i Vangeli e, negli Atti degli apostoli, gli splendidi episodi dell’eunuco etiope (8.26-40) e del centurione Cornelio (10). Anche a proposito della questione omosessuale occorre «cercare il Suo volto».
Bibliografia:
– A. De Caro, La violenza non appartiene a Dio. Relazioni omosessuali e accoglienza nella Chiesa, Novate (MTl Calibano 2021.
– A. Fumagalli, L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana, Assisi Cittadella 2020.
– S. Goertz, Vom Vorrang der Liebe. Zeitenwendefur die katholische Sexualmoral, Freiburg Herder 2020.
– A. Grillo – C. Scordato, Può una madre non benedire i propri figli?, Assisi Cittadella 2021.
– S. Loos-M. Reitemeyer-G. Trettin (Hg.), Mit dem Segen der Kirche? Gleichge-schlechtliche Partnerschaft im Fokus der Pastoral, Freiburg Herder 2019.
– S. Modenbach, Wer mitSegen sat, wird mit Segen ernten. Segensfeiern_fur Liebende, Paderborn Bonifatius 2020.
– B. Petrà, Una futura morale sessuale cattolica. Infedeltà all’apostolo Paolo, Assisi Cittadella 2021.
– Pontificia Commissione Biblica, Che cosa è l’uomo? Un itinerario di antropologia biblica, Città del Vaticano LEV 219.
– W. F. Rothe, Gewollt. geliebt. gesegnet, Freiburg Herder 2022.
– T. A. Salzman-M. G. Lawler, The sexual person. Toward a renewed Catholic anthropology, Washington Georgetown University Press 2008.
– Schweizerischer Katholischer Frauenbund, Lesben. Schwule und Bisexuelle in Kirche und in Gesellschaft, 2001.
– E. Volgger-F. Wegscheider (Hg.), Benediktion von gleich-geschlechtlichen Partnerschaften, Regensburg Pustet 2020.
– D. Walbelder – L. Lang-Rachor (Hrs.), Paare. Riten. Kirche, Paderborn Bonifatius 2020.
* Antonio De Caro (Palermo 1970) collabora con La Tenda di Gionata per promuovere il dialogo fra condizione omosessuale e fede cristiana. Sul tema, ha pubblicato i volumi Cercate il suo volto. Riflessioni teologiche sull’amore omosessuale (2019) e La violenza non appartiene a Dio. Relazioni omosessuali e accoglienza nella Chiesa (2021)