Cercare Dio in una chiesa più inclusiva
Dialogo di Katya Parente con padre Luca Ceccarelli
Fede & omosessualità: due realtà di cui Gionata si fa portavoce, due termini che un certo numero di persone cerca, a volte con fatica, di riconciliare nella propria vita, specie nella Chiesa Cattolica. Questo porta alcuni a guardare al di là, cercando, pur nell’ambito del cristianesimo, qualcosa di più rispondente alla propria sensibilità.
Questo sostanzialmente è ciò che ha portato padre Luca Ceccarelli ad aderire alla Chiesa Inclusiva Anglicana Episcopale, vicina, anche se non giuridicamente, a Canterbury, alla quale però si sente legata da profondi vincoli filiali di venerazione e gratitudine. Questa era una doverosa precisazione che il nostro ospite di oggi desiderava fare prima della chiacchierata vera e propria.
Qual è il motivo che ti ha spinto a lasciare la Chiesa Cattolica?
Dopo alcuni anni di presbiterato a servizio della gente, e avendo compiti curiali, non potendo più frenare (subliminare) ciò che ero. Un periodo ho potuto solo sublimare (come la Chiesa Cattolica, cioè Universale Apostolica di Roma, definisce), decido liberamente di andarmene dalla Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
L’amore per Dio e per le persone erano talmente alto e forte che, pur con molta sofferenza e difficoltà, per non allontanare dal vero Amore le persone a me affidate, lascio, sapendo e avendo ferma nel mio cuore la frase biblica: «Tu sei sacerdote per sempre secondo l’ordine di Melchìsedek» (Ebrei 7:17).
Indubbiamente mi preme sottolineare che la mia scelta di andarmene è stata dettata esclusivamente dall’amore e dalla fede incrollabile per il Dio che si è manifestato in Gesù, e per l’amore verso ogni persona che Lui ha voluto porre sul mio cammino; se non fosse stato così, la mia scelta di entrare in seminario poteva sembrare un nascondermi dietro uno status e un’Istituzione, e di certo non avrei chiesto la dispensa!
Ci puoi illustrare, per sommi capi, il percorso che ti ha portato a ricominciare il tuo ministero sacerdotale nella Inclusive Anglican Episcopal Church?
Prima dicevo che la frase che mi ha sempre donato serenità per questa mia scelta, è un versetto della Lettera agli Ebrei: «Tu sei sacerdote per sempre secondo l’ordine di Melchìsedek» (Ebrei 7:17), e questa, assieme soprattutto al mio amore totale e incondizionato, mi hanno portato a guardarmi attorno e a non sentirmi più “mozzo”.
Non riuscivo ad essere sereno e in pace, e la mia inquietudine non si arrestava… il mio cuore era mancante di qualcosa, anche se avevo trovato stabilità alla mia affettività. Ed ecco che, sicuramente per il disegno che Dio ha fissato per ciascuno e ciascuna di noi, incontro per caso Madre Maria Vittoria Longhitano quando era Arcidiacona della Chiesa Episcopale della Comunione Anglicana per l’Italia.
Con Lei, dopo confronti, chiacchierate, riflessioni… sento quel vuoto, che albergava nel mio cuore, svanire pian piano, e così decido di aderire pienamente alla Inclusive Anglican Episcopal Church (Diocesi d’Italia della Anglican Free Communion International) dopo la Sua elezione e consacrazione a Vescova/Presidente, avendo la certezza che Dio Padre e Madre desiderava che io continuassi la mia missione di pastore per un’altra strada, ma sempre avendo la stessa meta.
La Chiesa Cattolica e quella Anglicana hanno molti punti dogmatici e dottrinali in comune. Ce ne puoi parlare brevemente? E in cosa si differenziano?
Sicuramente faccio prima, le differenze che ci dividono sono minori dei punti dottrinali che ci uniscono. In primis non riconosciamo l’autorità del Papa, lo riconosciamo solo come Vescovo di Roma; i Sacramenti vengono amministrati a tutti e tutte coloro che credono, anche a coloro a cui la Chiesa di Roma dice di viverli spiritualmente a causa del loro particolare status (divorziati, separati, lgbt…); il sacerdozio, o meglio, il presbiterato e l’episcopato così come il diaconato, non sono ed esclusivamente Ordini Sacri rivolti al sesso maschile, e non vi è il celibato; il Sacramento del matrimonio non è solo per le persone di sesso diverso (uomo e donna), ma anche per persone dello stesso stesso; vi è una differenza
all’interno della Chiesa Anglicana: Chiesa alta e Chiesa bassa, e la devozione a Maria e ai santi è sentita e vissuta nella Chiesa alta (anglo-cattolica), per esempio Maria è considerata la Madre di Dio, ma non sono accettati i dogmi dell’Immacolata e dell’Assunzione.
Perché la decisione, dopo tredici anni, di scegliere proprio l’anglicanesimo episcopale?
La decisione che mi ha spinto a scegliere l’anglicanesimo episcopale è indubbiamente racchiusa nelle prime risposte; nonostante la mia omosessualità, non solo mi sento chiamato a svolgere la mia missione di pastore, ma soprattutto Dio Padre e Madre non si ferma ad uno status, ma guarda il cuore e ciò che vi è racchiuso.
Cosa puoi dire ai fedeli LGBT cattolici?
Dio Padre e Madre ama tutti gli uomini e tutte le donne, indistintamente e in modo totale, unico e ineffabile! Questo innanzitutto mi sento di dire, o meglio di urlare ai quattro venti, come si suol dire. La Chiesa Inclusiva Anglicana Episcopale afferma, come è scritto nel nostro vademecum: “Vogliamo riportare, soprattutto nella nostra Europa, al centro della nostra predicazione del Vangelo secondo la prospettiva anglicana, il rispetto profondo di ogni differenza: sociale, culturale, linguistica, nazionale e
individuale (sesso, identità di genere, orientamento sessuale e status esistenziale) in modo da valorizzare ogni diversità come insostituibile dono di Dio all’umanità e alla Chiesa, così che un tale spirito permei e rifletta se stesso sul piano liturgico, sul piano della prassi, del governo, delle relazioni e di ogni azione della Chiesa di Cristo.
“Ardentemente desideriamo essere comunità-famiglia secondo il modello della Chiesa apostolica e dei primi cristiani e cristiane, vivere come il movimento di Gesù nel mondo, luogo nel quale la (le) povertà, le diversabilità, le differenze territoriali, culturali e linguistiche così come l’indigenza non siano foriere di vergogna nelle comunità dei credenti anglicani\e, vincendo, con la forza dello Spirito, ogni tentazione di giudicare i fratelli e le sorelle appartenenti ad esperienze e culture diverse, secondo i diabolici criteri dell’efficientismo burocratico e del capitalismo selvaggio.
“Frutti venefici che, di fatto, soffocano lo spirito della Riforma anglicana, spesso veicolata, fuori dai territori di cultura anglosassone, con lo spirito del colonizzatore, venati da una falsa filantropia paternalistica, succube di un malinteso senso di superiorità di stampo nazionalistico. In ogni tempo, gioioso o triste, prospero o misero, noi troveremo la nostra speranza in Dio e in Dio soltanto, sapendo che Cristo ci ha liberati dal male, dal peccato e dalla morte una volta per sempre, e attendendo che lo Spirito Santo mandi i suoi doni su ogni persona per compiere gioiosamente insieme la missione propria della Chiesa di Gesù”.
Avendo questa certezza che l’amore vero ci fa sentire vivi, ci fa scoprire la bellezza e l’armonia delle cose, del creato, non ci possiamo sottrarre a questa forza divina, perché la nostra felicità dipenderà da quella che saremo riusciti a donare negli altri, sapendo che “forte come la morte è l’amore” (Cantico dei Cantici 8:6).
Apprezziamo la testimonianza di un uomo come Luca, che ha saputo seguire la sua coscienza vincendo ogni condizionamento, e chiudiamo con il suo abbraccio e la sua benedizione.