Nozze gay, Corte Europea dei Diritti Umani, un impiegato pubblico non può rifiutarsi di celebrarle
Articolo del 15 gennaio 2013 pubblicato su gaynews.it
Un impiegato pubblico non può rifiutarsi di celebrare un matrimonio tra persone dello stesso sesso se le leggi del suo Stato lo consentono. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani che oggi ha assolto la Gran Bretagna che ha licenziato l’impiegata comunale che si era rifiuta di celebrare un matrimonio tra gay a causa del suo credo religioso.
Nell’assolvere la Gran Bretagna per il licenziamento dell’impiegata del comune che per motivi religiosi si rifiutava di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso, la Corte di Strasburgo sostiene che le autorità hanno bilanciato i diversi interessi in gioco. Lo scopo legittimo delle autorità britanniche era infatti di assicurare i diritti dei cittadini, in questo caso delle coppie dello stesso sesso, richiedendo ai propri impiegati di agire in modo da non discriminarle.
I giudici ricordano che la Corte segue il principio che le coppie dello stesso sesso si trovano in una posizione molto simile a quelle eterosessuali per quanto riguarda il loro bisogno di essere legalmente riconosciute. Immediato il commento nel nostro Pese di Monica Cerutti, responsabile diritti civili di SEL, “La Corte Europea ha stabilito un importante precedente sulla laicità delle istituzioni. La decisione della Corte Europea, che ha stabilito che un impiegato pubblico non si può rifiutare di celebrare un matrimonio tra persone dello stesso sesso se le leggi del suo Stato lo prevedono – afferma Cerutti – è la dimostrazione che sui diritti non si può’ trattare la posizione meno peggio”.
“L’intervento della Corte Europea – aggiunge – ha affermato rigorosamente il principio della laicità delle istituzioni. Siamo fermamente convinti che questo stesso principio debba essere uno dei pilastri fondanti del prossimo Governo e ci auguriamo che le forze politiche europeiste portino questo principio nel prossimo Parlamento”.