«Chinato il capo spirò». Ma la morte non avrà l’ultima parola
Riflessioni sulla Via Crucis inviateci da Luca C.
Giuseppe d’Arimatea avvolse Gesù nel lenzuolo e lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. (Marco 15:46)
Subito dopo aver affidato il suo Spirito nelle mani del Padre, Gesù china il capo e spira. Ma la morte non avrà l’ultima parola: sappiamo infatti che risorgerà (momento che celebreremo nella solenne Veglia pasquale). E lo vivremo nella gioia, perché la liturgia ci ricorderà ancora una volta, grazie anche ai diversi passi della Parola di Dio che sentiremo proclamare, e in particolare nell’epistola e nel Vangelo, che Cristo, risorgendo, ha vinto la morte e ci ha redenti.
Ma per fare questo, ha dovuto passare attraverso la morte in croce, che per il Gesù storico rappresenta una terribile crisi.
La morte di Gesù è una vera e propria provocazione esistenziale per tutti noi, in quanto ci interpella in prima persona, proponendoci diverse domande (che giro volentieri a chi leggerà questa mia riflessione) :
1. Nel mio piccolo, faccio tutto quello che mi è possibile per cercare di ridurre al minimo le possibilità di commettere un peccato?;
2. Faccio tutto ciò che mi è possibile per cercare di accompagnare e di stare al passo con le persone meno ‘adulte’ nella fede?
I TESTI> Via Crucis Arcobaleno