Il Dubbio, la fede, le nostre cicatrici e la vita
Riflessioni* bibliche** di Dwayne Fernandes*** pubblicate sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 24 aprile 2022, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Il dubbio fa capolino per la prima volta nella Scrittura in Genesi 3, con la provocazione “È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?”, e più Eva discute con il serpente, più i dubbi si moltiplicano: “Non morirete affatto!”. Adamo ed Eva non morirono, ma vennero cacciati da Eden.
Nel Vangelo di Luca l’Angelo di Dio rende Zaccaria incapace di parlare per aver dubitato della parola di Dio, la quale gli aveva predetto che avrebbe avuto un figlio (1:20). Solo dopo che il bambino viene chiamato Giovanni la lingua di Zaccaria può parlare di nuovo, e l’uomo comincia a lodare Dio. In questi due esempi, dubitare di Dio ha delle gravi conseguenze.
Nel Vangelo di Giovanni, tuttavia, Gesù viene incontro al dubbio di Tommaso, e gli fornisce la prova che l’apostolo chiede per arrivare a credere. Tommaso risponde “Mio Signore e mio Dio!”.
Anche Pietro dubita, in un altro racconto evangelico. Mentre i discepoli sono su una barca, Pietro vede Gesù camminare sulle acque; tenta di fare lo stesso, vacilla nella fede, e cade. Gesù tende le mani per soccorrerlo e gli chiede “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Poi, i discepoli sulla barca mostrano grande rispetto per Gesù, e confessano “Tu sei veramente il Figlio di Dio!” (Matteo 14:24-33). In questi due racconti, il dubbio ispira la fede.
Come destreggiarsi nel paradosso biblico tra il dubbio e la fede? Il dubbio è una minaccia per la fede (come nei racconti di Eden e di Zaccaria), oppure è essenziale per confessare la propria fede (come nel caso di Tommaso e dei discepoli nella barca)?
Lettura
Giovanni 20:19-31
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi».
Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!».
Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Per riflettere
1. Ci sono delle situazioni nella vostra vita in cui, come persone LGBTQ cattoliche (o alleati), avete dubitato delle promesse o dell’esistenza di Dio? Come vi siete sentiti in quel frangente? Come si è risolta la situazione?
2. Quando a Gesù e ai discepoli venne detto che Lazzaro era in punto di morte, i discepoli misero in guardia Gesù da tornare in Giudea: “Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?”. Tommaso, invece, si mostrò estremamente fedele, e disse “Andiamo anche noi a morire con lui!”. In quali frangenti risplende la vostra fedeltà a Gesù? Cosa vuol dire per voi (discepoli LGBTQ e alleati) la frase “Andiamo anche noi a morire con lui!”?
3. A causa di questo episodio, la reputazione di Tommaso è rimasta compromessa: eppure si trattava di una persona nota per la sua fedeltà, la sua obbedienza al Vangelo e la sua fede. Ci sono state delle situazioni in cui siete stati giudicati male, o in cui di voi è stata data una rappresentazione fuorviante? In che modo avete riscritto la vostra verità?
4. Le parole finali del Vangelo di Giovanni suonano “perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome”. Molte persone LGBTQ vivono quotidianamente la morte, che sia una morte emotiva, psicologica, spirituale o fisica. In che modo voi, o altre persone LGBTQ che conoscete, siete “risorti” e avete trovato la vita nel nome di Gesù?
5. Pur essendo risorto, Gesù continua a portare le ferite della crocifissione. Noi adoriamo un Dio ferito. Sfogliando le Scritture troviamo altri personaggi che hanno adempiuto dolorosamente alla vocazione divina: Giobbe perde tutto: figli, ricchezze, greggi, campi, salute, fino alla relazione con sua moglie e i suoi amici; molti Salmi ci presentano Davide che grida d’angoscia verso Dio; Giovanni Battista muore in modo orribile per aver detto la verità a un potente. Quali sono le vostre ferite? In che modo possono testimoniare della guarigione e della restaurazione divine? Chi deve “vedere e toccare” le vostre ferite per credere nelle opere di salvezza (o nella Grazia) di Dio?
6. Gesù ripete la benedizione “Pace a voi!” tre volte nei Vangeli. Cosa significano queste parole, oggi, per la comunità LGBTQ, per gli alleati, e per il mondo?
Preghiera a san Tommaso Apostolo
Glorioso san Tommaso
il lutto che portavi per Gesù era tale
che non ti permetteva di credere
che Dio fosse risuscitato, a meno che
tu non vedessi e toccassi le ferite di Gesù.
Ma il tuo amore per Lui era altrettanto grande
e ti ha spinto a dare la vita per il Vangelo.
Prega per noi, perché possiamo dolerci dei nostri peccati,
e aiutaci a spendere la vita al servizio di Dio,
in modo da guadagnare il titolo di “beato”,
che Gesù ha concesso a coloro
che hanno creduto senza vedere.
Amen
Meditazione
La vera pietra angolare del Vangelo non è il dubbio o la fede, bensì Dio che ci dà la vita nel nome di Gesù: “Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza” (Salmo 117[118]:14).
Per lodare Colui “la cui bontà dura per sempre, che è buono, e il cui amore dura in eterno” ascoltate il Salmo 118 (117) (il Salmo della seconda domenica di Pasqua) cantato in ebraico da Julie Geller.
* Letture per la seconda domenica di Pasqua, Domenica della Divina Misericordia: Atti 5:12-16; Salmo 118(117):2-4, 13-15, 22-24; Apocalisse 1:9-11a, 12-13, 17-19; Giovanni 20:19-31
** I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
*** Dwayne Fernandes è direttore della spiritualità di New Ways Ministry. Ha conseguito un master in teologia al Newman Theological College, in Canada, e un certificato in direzione spirituale alla Washington Theological Union della capitale statunitense. Attualmente sta studiando educazione pastorale clinica.
Testo originale: Doubt, Faith, Scars, Life