Discutere senza staccarsi da Gesù (Atti 15:1-6)
Riflessioni di don Fabio
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. (Giovanni 15:5)
Atti 15:1-6: “«Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati». Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri che salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione”.
Forse un po’ lunga la citazione… ma ne vale la pena… Nella Chiesa, fin dalle origini, come ci racconta il libro degli Atti degli Apostoli, sono esistite discussioni, più o meno animate, sulle varie divergenze che venivano fuori man mano che ci si confrontava con nuove culture, nuovi popoli, nuove usanze che la predicazione del Vangelo incontrava.
Quindi che oggi, all’interno della Chiesa, si discuta su argomenti scottanti di natura etica, sociale, politica… sui quali, teologi, biblisti, esperti, sono di opinioni differenti, non dovrebbe scandalizzare nessuno. Anzi! L’intento di questo Sinodo, e di tutti i concili e sinodi del passato, è proprio quello di trovare non soluzioni univoche e omologanti per tutti i credenti, ma che ciascuno possa sperimentare, nella propria cultura, con i tempi dovuti, quell’unico Amore che il Padre ha per tutti noi, e realizzare il Suo progetto di vita.
Questo è anche il senso di quel “rimanere in me” che il Vangelo di oggi ci propone: rimanere/dimorare in ascolto dello Spirito Santo che parla continuamente al nostro cuore!
Con affetto, Fabio!