Aspetto il momento in cui le coppie omosessuali avranno parola nella chiesa cattolica
Articolo di Aaron Bianco* pubblicato sul sito LGBTQ cattolico Outreach (Stati Uniti) il 20 maggio 2022, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro, parte quinta
Infine, abbiamo la storia di una donna di nome Kathy, sposata civilmente con sua moglie Victoria da dieci anni. Kathy e Victoria sono docenti universitarie, e lavorano a San Diego (Stati Uniti).
Kathy mi è stata presentata da un comune collega all’Università di San Diego. Le due donne sono cattoliche, e far parte di una comunità di fede è molto importante per loro, ma per anni hanno pensato non fosse possibile andare in parrocchia. Ecco la loro paura: Se si fossero recate in parrocchia assieme, sarebbero state accolte o cacciate? A volte pensavano di andare a Messa separatamente, in modo che il sacerdote e la comunità non si accorgessero di nulla.
Decisero però che questo non si accordava con la loro coscienza, e che non potevano negare ciò che erano, perciò iniziarono a seguire la Messa in televisione. Questo andò avanti per dieci anni. A Kathy mancava molto l’Eucarestia e avrebbe desiderato poterla ricevere di nuovo.
Pensava che, dato che viveva in un matrimonio “irregolare”, non potesse ricevere l’Eucarestia. Scrive papa Francesco in Amoris laetitia, n. 308: “Ma credo sinceramente che Gesù vuole una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla fragilità: una Madre che, nel momento stesso in cui esprime chiaramente il suo insegnamento obiettivo, «non rinuncia al bene possibile, benché corra il rischio di sporcarsi con il fango della strada»”. Molti pretendono che l’Eucarestia debba essere protetta, e concessa solo a chi ne è “degno”.
Sei noi cattolici crediamo che l’Eucarestia costituisca il vertice dell’amore di Dio e del Suo dimorare tra noi, perché non troviamo dei modi per riportare alla mensa del Signore chi si trova in situazioni “irregolari”?
In Amoris laetitia Francesco non si spinge fino a proporre soluzioni. È un problema che la Chiesa deve affrontare e risolvere. Come scrive san Tommaso d’Aquino “Date le diverse condizioni degli esseri umani, accade che per alcuni certi atti siano virtuosi, perché sono appropriati e adatti a loro, mentre per altri i medesimi atti sono immorali, in quanto per loro inappropriati”. Questo può essere un punto di partenza per discutere.
Kathy dovrebbe sentirsi accolta nella sua parrocchia come chiunque altro, dovrebbe essere libera di vivere apertamente la sua vocazione alla piena comunione, non essere una cittadina di seconda classe che si preoccupa di cosa sia appropriato e cosa no.
Durante il Sinodo abbiamo ascoltato alcune discussioni sul riportare alla mensa chi vive in situazioni “irregolari”, e abbiamo anche visto fortissime resistenze ad ogni modifica alla dottrina eucaristica. Bisogna continuare a discutere e bisogna farlo con queste coppie, non solo con la gerarchia e i consacrati. Aspetto con ansia il momento in cui chi vive questa realtà [delle coppie omosessuali] verrà invitato a prendere la parola.
* Aaron Bianco insegna teologia all’Università di San Diego ed è l’ex coordinatore dei ministeri LGBT della diocesi di San Diego. Questo intervento, che trovate integralmente qui, è stato pronunciato da Aaron ad una conferenza sulla lettera apostolica Amoris laetitia (La gioia dell’amore) organizzata a Roma dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e dalla Pontificia Università Gregoriana.
Testo originale: I was hounded from my church job because I’m gay. This month, I spoke at a Vatican conference on love.