Il dolore e il peccato segno della presenza del Padre (Matteo 9:14-17)
Riflessioni di don Fabio
“Perché io creda nel vostro salvatore, voi dovreste soprattutto avere la faccia da salvati.” (Friedrich Nietzsche)
Matteo 9:14-17: “Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?”
E come non dare torto al filosofo!!!
Proprio l’altro ieri, in un santuario mariano 🤦🏻🤦🏻🤦🏻, ho assistito ad un battibecco furioso tra due signore per la recita del rosario… Come “frutto della preghiera”… niente male, direbbe sant’Ignazio di Loyola.
Ma giusto per restare in tema di sant’Ignazio, tra le sue regole del discernimento spirituale diceva che è “proprio” di Dio dare gioia! Come è proprio del fuoco bruciare, proprio dell’acqua è bagnare, è proprio di Dio dare gioia.
Gesù, per parlare del Regno di Dio, per descrivere come dovrebbe essere il nostro rapporto con il Padre, usa la metafora del banchetto nuziale.
È sicuro che nella vita non mancano i momenti di dolore, di sofferenza, di esperienza del male… ma di certo non me lo vado a cercare o a provocare, o peggio ancora, mortificarmi per piacere a Dio!!! Questo Gesù non l’ha mai chiesto!
Il mio peccato, il mio limite, il mio male sono “luogo” del perdono, segno della presenza del Padre nella mia vita, ed è questa esperienza di “riconciliazione” che mi dà gioia, mi dà forza e mi permette di andare avanti nonostante tutto.
La forza del Vangelo è questa “gioia”, che è segno della presenza di Dio.
Con affetto, Fabio!