San Paolo condanna l’omosessualità?
Riflessioni bibliche di Kittredge Cherry* pubblicate sul suo blog Q Spirit (Stati Uniti) nell’agosto 2018, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro, parte quinta
Alcuni passi attribuiti all’Apostolo vengono utilizzati da secoli per condannare l’omosessualità, condanna spesso sfociata in violenza antigay e leggi contro la sodomia, che non di rado prevedevano la pena di morte.
I passi in questione sono Romani 1:26–27, 1 Corinzi 6:9–10 e 1 Timoteo 1:9–10. Fanno parte di un ristrettissimo gruppo di passi biblici che i conservatori vedono come un’arma molto potente per giustificare la discriminazione (quando non la violenza) contro le persone LGBTQ.
Molti biblisti hanno sfatato l’idea che la Bibbia condanni l’odierno concetto di relazione omosessuale amorevole e responsabile, usando argomenti molto probanti: i passi che secondo molti proibiscono l’omosessualità sono tradotti male e/o citati fuori dal loro contesto; i pregiudizi contro l’omosessualità hanno causato una cattiva comprensione dei testi originali; alcuni dei passi attribuiti a Paolo si devono probabilmente a suoi aiutanti; le Scritture vanno interpretate alla luce della storia e della ragione.
Queste sezioni del sito del Progetto Gionata possono aiutarvi a fare luce su cosa Paolo (e la Bibbia) hanno da dire sull’omosessualità:
L’omosessualità nell’Antico Testamento
L’omosessualità nel Nuovo Testamento
* Kittredge Cherry è fondatrice del blog Q Spirit. È una scrittrice cristiana lesbica che scrive regolarmente di spiritualità LGBTQ. È diplomata in teologia, giornalismo e storia dell’arte. È pastora delle Metropolitan Community Churches e ha ricoperto il ruolo di funzionario ecumenico nazionale; attualmente è impegnata nel National Council of Churches e nel World Council of Churches, e si batte per i diritti LGBT.
Testo originale: Paul the Apostle: Did his homosexuality shape Christianity?