Dopo la strage di persone LGBT a Oslo “abbiamo bisogno di marciare tutti insieme!”
Riflessioni di Hilde Raastad, credente LGBT norvegese inviata al Forum europeo dei gruppi cristiani di Lesbiche, gay, bisessuali & transgender (European forum of lesbian, gay, bisexual & transgender christian groups) nel giugno 2022, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Care sorelle e cari amici come molt* di voi già sapranno, c’è stata una sparatoria fuori da un pub gay di Oslo (Norvegia) durante il periodo del Pride, in cui sono rimaste uccise due persone e sono state ferite molte altre. Il responsabile è stato arrestato, e a questo punto la polizia ritiene di tratti di un attacco terroristico da parte di estremisti islamici, che ha preso di mira il Pride e le persone queer, ma come molti hanno fatto notare, a qualunque obiettivo fosse rivolto l’attacco, le vittime sono state comunque le persone queer.
Sono sicura che molti di voi si sono tenuti informati, ma non tutti, quindi ho pensato sarebbe stato utile condividere ciò che so, e anche i miei pensieri ed emozioni degli ultimi giorni.
Prima di tutto, grazie per il vostro sostegno e solidarietà: i cuori e le preghiere, l’arcobaleno e gli altri simboli queer, i vostri pensieri, significano molto per noi.
A causa dell’attacco, la grande sfilata del Pride (a Oslo) è stata cancellata, e così tutti gli altri eventi, ovviamente per ragioni di sicurezza, ma molte persone LGBTQI+ hanno affermato “Ora più che mai, abbiamo bisogno di marciare!”; perciò si è ugualmente tenuta una sfilata informale, piena di arcobaleni e bandiere trans, di lacrime, di rabbia e di protesta. “We’re here, we’re queer, we won’t disappear” (Siamo qui, siamo queer, non scompariremo) è stato uno degli slogan: per molte persone non è stato cancellato semplicemente il Pride, ma siamo stati cancellati “noi”.
Io e Gunhild siamo andate in centro per deporre bandiere arcobaleno e fiori sul luogo in cui è avvenuta la sparatoria, e alla cattedrale di Oslo, che ha aperto le porte a chi sentiva il bisogno [di raccoglimento], per accendere una candela. Poi abbiamo visto la sfilata e abbiamo deciso di partecipare: è stata un’esperienza di forti emozioni ed energia, piena di lutto, resistenza e protesta.
La domenica successiva si è tenuto un culto funebre nella cattedrale [luterana] di Oslo, presenti membri del governo, politici, la consorte dell’erede al trono di Norvegia e personalità ecclesiastiche. Il culto era aperto a chiunque, è stato trasmesso in TV, ed è stato attraverso la televisione che vi ho partecipato: ero affaticata e non stavo troppo bene, perciò ho preferito state a casa, anche se avrei voluto davvero esserci.
Ho tradotto in inglese il sermone di Olav Fykse Tveit, già segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese e ora “arcivescovo” della Chiesa Luterana di Norvegia (nella quale in realtà non esistono arcivescovi; il titolo significa che Tveit è a capo di tutti i vescovi). Lo considero un sermone molto potente… Può essere utile conoscerlo per chi di voi si recherà, il prossimo autunno, all’assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese, in quanto sono sicura che Tveit ci sarà.
Nelle settimane che hanno preceduto il Pride abbiamo assistito a un rigurgito di negatività, in particolare sui social, su questioni come le persone trans, l’ideologia del Pride etc. provenienti da individui e da vari gruppi religiosi e politici; negatività che, ne sono sicura, esistono anche nei contesti in cui vivete voi.
Nessuno, ovviamente, pensava che questo sarebbe sfociato in una tragedia. Secondo la polizia, la situazione è ancora “incerta” e potrebbe durare giorni o settimane. In tutta la Norvegia gli eventi legati al Pride sono stati cancellati, causando sgomento tra le persone LGBTQI+; molte di loro si sentono “cancellate” e sentono riaprirsi le ferite dell’essere state zittite, escluse, non protette. Questi, per molte persone, sono giorni emotivamente carichi e molto dolorosi.
Come qualcuno di voi saprà, in Norvegia abbiamo una nuova rete di cristian* queer, lo Skeivt Kristent Nettverk, che prevede di partecipare al Forum forse già il prossimo anno. Molti dei suoi membri si apprestavano a partecipare al Pride per la prima volta, e già erano spaventati, poi è avvenuta la sparatoria. Vi chiedo di pregare per loro: molti di essi vengono da Chiese evangeliche/libere e ambienti molto conservatori.
Sono ben consapevole che molti di voi vivono quotidianamente minacce e discriminazioni molto peggiori di quelle che viviamo noi in Norvegia, e forse noi norvegesi siamo diventati troppo indifferenti, in quanto viviamo in un Paese sicuro, ma questa convinzione è stata scossa dalle fondamenta, e penso che le persone LGBTQI+ norvegesi (come quelle etero) siano sempre più consapevoli che la lotta per ottenere accettazione e spazi protetti non è ancora vinta, non qui, e certamente non nel resto del mondo.
Non so bene come reagirà nel lungo periodo la Chiesa Luterana di Norvegia. Le scuse che in passato ha presentato alle persone queer per i danni a loro causati, fu poco tempestiva. Spero che quello che è successo chiarisca ulteriormente che la Chiesa ha contribuito moltissimo (e continua a sostenere) all’odio e alla discriminazione, e che sarebbe ora di mettersi in cammino per cambiare atteggiamento verso le persone queer, e contribuire agli sforzi per combattere l’odio e la violenza contro le persone LGBTQI+ in tutto il mondo. Forse l’assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese porterà dei cambiamenti… possiamo solo pregare e operare perché ciò avvenga!
Ci sono altre due avvenimenti accaduti durante la settimana del Pride (prima della sparatoria) di cui vorrei parlare con voi.
Per prima cosa, la nostra Ministra lesbica per l’Uguaglianza e la Cultura, Anette Trettbergstuen, ha proposto una legge contro le terapie riparative, che vuole proibire per ogni fascia di età e per qualsiasi motivazione relativa al genere e alla sessualità. La proposta di legge affronta anche il tema del consenso, importantissimo per molte persone, e ora dovrà affrontare un lungo iter. Possiamo solamente sperare…!
Secondo: il venerdì precedente la sparatoria, il vescovo di Oslo ha invitato a un ricevimento i “veterani” della lotta LGBT per trasformare la Chiesa Luterana di Norvegia. È stata un’esperienza bellissima. Abbiamo ascoltato il vescovo, poi Gard, il capo della Chiesa di Oslo (che alcun* di voi hanno conosciuto attraverso il Forum), Kristin Gunleiksrud Raaum, leader laica della Chiesa di Norvegia, la ministra Anette Trettebergstuen e il sindaco di Oslo. Ho lasciato il ricevimento piena di gratitudine e speranza per il futuro. Queste le ho mantenute, ma ora sono piena anche di orrore, cordoglio e incertezza su come andare avanti.
Vi chiedo di ricordarvi sempre di noi nelle vostre preghiere, come facciamo anche noi con voi. Penso sia questa la forza della famiglia del Forum europeo dei cristiani LGBT+: siamo tutti uniti, piangiamo e celebriamo insieme, preghiamo e combattiamo e sogniamo insieme, gli uni per le altre. Sono molto grata di fare famiglia con voi tutti.
Il canto delle sorelle del Forum lo esprime così: “Sorella, non mollare! Sorella, non mollare! Può essere tremendamente dura, ma sorella, non mollare!”. E poi tutti cantiamo: “Sorella, fratello, non mollare! Sorella, fratello, non mollare! Può essere tremendamente dura, ma sorella, fratello, non mollare!”.
Dio vi benedica da Oslo.
Hilde