Al voto. Io ci vado e sono convinto che dovete farlo anche voi
Riflessioni di Massimo Battaglio
E così, il 25 settembre 2022, si va al voto. Credo di essere in buona compagnia se confesso che non ne sono affatto entusiasta. La politica mi ha sempre appassionato ma, questa volta, proprio no. Prevale l’indignazione per una mandria di politicanti irresponsabili che giocano alla difesa del potere per il potere, e basta.
Ma non rinuncerò a votare perché non sono il tipo da rinunciare ai propri diritti democratici per una stupida ripicca che poi si ritorce su di me. Anzi: ho la netta impressione che, chi pensa di fare il raffinato dicendo che lui non si turerà mai il naso, nasconde altro. In realtà, non ha voglia di discutere e forse nemmeno di informarsi. E’ comodo dire che “tanto son tutti uguali” e continuare a fare i fatti propri. Ma non è giusto e non conviene a nessuno. La società ha bisogno di noi, del nostro impegno, per quanto piccolo come un voto, nella stessa misura in cui noi abbiamo bisogno della società.
E non si possono reclamare diritti se poi ci si disinteressa a scegliere chi, di quei diritti, si dovrebbe occupare per competenza. Così, si finisce solo per favorire coloro che, dei nostri diritti, non vogliono proprio sapere. Il che va a dirimento non solo nostro ma di tutti.
Sono di parte? Sì: sono di parte. Sono di parte perché, quando si va al voto, tocca scegliere una parte. E lo sono perché, in Italia, i nostri diritti sono proprio di parte. C’è chi ci crede e chi li osteggia. Sembra assurdo ma, a metà strada, non c’è nessuno. Di più: chi non è d’accordo con noi, in Italia, scende in campo con parole d’odio, molto più di parte delle mie.
Ma lo abbiamo visto Salvini?
Abbiamo fatto caso a tutte quelle madonnine alle sue spalle, messe lì apposta per acchiappare il voto di presunte nonnine che, per la maggior parte, son già bell’e morte? E l’icona russa? E il quadretto con San Michele patrono dei militari? Chissà cosa dicono, di questo spudorato uso politico della religione, coloro che si scandalizzavano per un’immagine di Maria comparsa a un pride.
Fuori di battuta: il giorno dopo, lo stesso Salvini è stato capace di urlare, come se fosse uno scandalo, che, nelle scuole “si fa l’appello per cognome” in omaggio alla “ideologia del gender“! Quando facevo le elementari, quell’ideologia lì non era ancora stata inventata ma, l’appello, si faceva già per cognome, se non altro perché, se la maestra avesse detto “Massimo” al posto di “Battaglio”, ci saremmo alzati in quattro. Bene: chi non è d’accordo coi nostri diritti, è di quella forza. Farò di tutto perché non vinca le elezioni, dovessi anche turarmi il naso.
E la Meloni
Meloni è l’altro fenomeno dell’anno, che va in Spagna a strillare che non concederà mai nulla al popolo lgbt+ perché lei è mamma, italiana, cristiana e chissà cos’altro? Che ci azzecca? Se è mamma, suo figlio potrebbe essere gay. Se è italiana, dovrebbe sapere che ci sono tre milioni di italiani non eterosessuali. E se è cristiana? La ricordo, quando andò al Family Day col pancione, e tutti le facevano gli auguri senza pensare che stava difendendo la famiglia tradizionale ma non aveva un marito. Per carità: liberissima. Ma non tiri in ballo la Chiesa! Gesù non è venuto nel mondo per fare cioc-cioc sul culetto ai gay. Aveva altre preoccupazioni, per esempio quella di invitare gli uomini a una certa coerenza.
In genere, ho sempre sospettato di coloro che cercano di sacralizzare il proprio impegno politico. Gesù ci dice di “dare a Cesare quel che è di Cesare” ma non di fondare il partito cristiano, né ufficialmente, né sotto mentite spoglie. Se oggi ci fosse un De Gasperi, un don Sturzo – che non ci sono manco a sognarli – guarderei laicamente e con attenzione i loro programmi, prima di votarli, e sospetterei come una faina, di quella croce che mettono sul proprio simbolo. Figurarsi se do retta, oggi, alle madonnine decorative e alle comparsate ai family day, di chi non riconosce i miei bisogni primari e va a prendere ordini in Russia.
Eh ma non ci sono mica solo i diritti delle persone LGBT+
Ok, parliamo della flat tax (quella roba per far pagare meno i ricchi penalizzando i poveri) o dell’abolizione del reddito di cittadinanza (che ha avuto il merito di stanare tante situazioni di sfruttamento)? Diciamo qualcosa sull’esigenza di politiche serie sul versante ecologico? Vogliamo accennare a temi come il fine vita, la legalizzazione delle droghe leggere, lo jus soli? A me pare che le destre italiane stanno sviando l’attenzione su questi temi urlando contro i loro soliti capri espiatori: gli “sbarchi”, il “gender”.
E ricordo un’ultima cosa
Nel 2018, quando Salvini diventò ministro dell’interno, si assistette a un escalation di violenza mai vista. Ci furono uccisioni razziste, episodi di antisemitismo, e raddoppiarono le denunce di atti di omofobia, generando un’onda lunga che non è ancora rientrata. I fatti recentissimi di Civitanova Marche fanno parte di quest’onda. Ciò dimostra due cose: che qualcuno confonde i “valori tradizionali” con l’odio, e che la ricerca del capro espiatorio è pericolosa perché trova sempre qualcuno che ci crede.
Sì ma, e allora, gli altri?
Calma. Degli “altri”, parliamo un’altra volta. Non ho ancora sentito i programmi di Letta, Calenda, Speranza, Fratoianni, Renzi se non attraverso qualche accenno all’Agenda Draghi. Mi informerò diligentemente nei giorni a venire. Ma adesso voglio porre l’attenzione su “questi”, i quali, già da soli, mi fanno capire che ho proprio ragione nel decidere che, al voto, andrò eccome.