Il dossier di Missione Oggi su”Borderline gender e le chiese del Sud globale”
Il mensile dei missionari saveriani MISSIONE OGGI di luglio-agosto 2022 pubblica al suo interno il dossier “BORDERLINE GENDER E LE CHIESE DEL SUD GLOBALE” curato da Mauro Castagnaro e Virginia Isingrini.
Venticinque pagine che raccolgono diversi variegati contributi su “Le questioni legate alla sessualità umana, la riflessione sul genere, la lotta per il riconoscimento delle minoranze sessuali, sia pur con caratterizzazioni diverse, sono presenti anche nel Sud del mondo. “Missione Oggi” prova a darne conto, come una frontiera inedita della missione.
Scrive Mauro Castagnaro in chiusura del Dossier che:
“nel Sud del mondo, sia pur con qualche decennio di ritardo e in modo non omogeneo, le Chiese cristiane si sono dovute misurare con minoranze sessuali che vogliono vivere la propria fede senza negare la propria identità. La reazione iniziale è stata di condanna di ogni forma di sessualità “contro natura”, sulla base di un’interpretazione di alcuni passi biblici (cfr. la distruzione di Sodoma) in chiave di “peccato sessuale” e di una teologia impostasi nel secondo millennio attorno a concetti come “sodomia”, “lussuria” ecc.
Il crescente riconoscimento dei diritti umani, l’approfondimento delle conoscenze dell’antropologia, il sempre maggior protagonismo sociale delle organizzazioni lgbtqia+, lo sviluppo di nuove ermeneutiche bibliche e delle teologie della liberazione, la nascita di “Chiese inclusive” (per es. la Chiesa della Comunità metropolitana, presente in tutti i continenti) hanno comportato una diversificazione negli atteggiamenti, tra le confessioni e all’interno di esse.
Nel Sud del mondo ciò ha favorito, soprattutto nelle denominazioni protestanti storiche, l’assunzione di posizioni più tolleranti, mentre nella Chiesa cattolica sono sorte piccole esperienze di pastorale rivolte alle persone lgbtqia+ e gruppi cattolici “arcobaleno”, pur prevalendo la fedeltà alla tradizione, a volte inasprita dalla lotta contro la “ideologia gender”, in cui si è registrata un’inedita convergenza con le Chiese pentecostali e neopentecostali”.
Scopriamo insieme le esperienze, le contraddizioni e le esperienze di accoglienza delle persone LGBT+ in corso nelle chiese nel Sud del mondo.
* * *
INDICE DOSSIER: BORDERLINE GENDER E LE CHIESE DEL SUD GLOBALE
.
America Latina: Passato e presente della diversità sessuale di Hugo Cordova Quero
La diversità sessuale è presente nel continente americano da molto prima dell’arrivo dei conquistatori europei. Come i Maya e altre culture mesoamericane, gli Aztechi consideravano la sessualità come fluida, per cui tanto le relazioni eterosessuali quanto quelle omosessuali erano considerate accettabili. …
Cile / Padis+: Una pastorale della diversità sessuale di Tony Mifsud
Alla fine del 2010 un gruppo di giovani gay, lesbiche e bisessuali, membri della Cvx (Comunità di vita cristiana), espressero il desiderio di trovare uno spazio per integrare la loro fede e la loro sessualità. Tutti si opponevano ad accettare la repressione di quest’ultima come unico cammino spirituale virtuoso. Doveva esserci un punto di comunione tra quanto essi erano e il progetto di Dio nella loro vita, che non può essere separato dal modo di amare…
Lima / El Camino: Una comunità ecumenica inclusiva di Juan Fonseca Ariza
Il Perù è uno dei paesi più omofobi dell’America latina. A spiegare questa situazione contribuisce molto la potente influenza cattolica e, di recente, anche evangelica, sullo Stato e la cultura dominante nella società peruviana. Il risultato non è solo l’evidente indifferenza delle istituzioni e dell’establishment verso la comunità lgbt, ma una certa complicità coi settori intolleranti, che, con crescente visibilità, cercano di impedire il riconoscimento dei loro diritti. In questo contesto la Comunità cristiana ecumenica inclusiva “El Camino” diffonde un messaggio di riconciliazione tra fede cristiana e minoranze sessuali…
Minoranze sessuali in Indonesia di Matteo Rebecchi
La popolazione lgbtq in Indonesia è vittima di diversi tipi di discriminazione, se non di attacchi violenti. In un sondaggio di qualche anno fa, l’80 per cento dei waria dichiarava di essere oggetto di violenze.
Filippine tolleranti di Matteo Rebecchi
Per la legge, l’omosessualità non è considerata reato, a patto che non si dia scandalo in pubblico, ma il matrimonio omosessuale non è riconosciuto
Le Filippine sono considerate un mo- dello di tolleranza delle minoranze sessuali. Secondo alcuni sondaggi, il 73 per cento dei cittadini ne sosterrebbe l’accettazione. Si afferma comunemente che i bakla, maschi effeminati, siano presenti in ogni quartiere. Essi trovano occupazione nei saloni di bellezza, nella moda, nello spettacolo o in impieghi normalmente associati al genere femminile. Le famiglie spesso non si oppongono al fatto di avere un figlio bakla. Anche il mondo religioso mostra un alto grado di accettazione delle sessualità liminali. ..
India. La lotta per essere umani di Aruna Gnanadason
Gay e lesbiche hanno compiuto importanti sforzi per protestare contro la discriminazione. Forse il più importante è stato quello di mostrare come nel passato l’amore omosessuale era riconosciuto
Per le Chiese in India i temi collegati alla sessualità sono ancora tabù. Le Chiese sono state riluttanti ad affrontare le molteplici sfide etiche così come le potenzialità e i doni offerti dal corpo umano. La sessualità è stata relegata all’industria dell’intrattenimento e ai media, alla comunità scientifica e alle potenti forze patriarcali nella famiglia e nella struttura sociale come la gerarchia delle caste con i suoi principi di contaminazione e purità associati al corpo. Gli atteggia- menti distorti verso la sessualità hanno dato origine a multiformi pratiche di discriminazione e persino di violenza contro donne, bambini, minoranze sessuali e altri gruppi oppressi come i Dalit.
L’omosessualità in Africa può costare la vita di Gabriele Smussi
La maggior parte dei leader politici ne negano l’esistenza e la considerano un comportamento che mina l’ordine sociale tradizionale, un’imposizione della cultura occidentale
Qual è la situazione dei diritti degli omosessuali in Africa? In molti paesi del continente le persone lgbt devono lottare per vedere sanzionate le discriminazioni di cui sono vittime. Sono ancora 27 le nazioni che condannano e reprimono l’omosessualità, quattro quelle che pre- vedono la pena di morte e 40 quelle che non offrono protezione giuridica alle persone lgbt, per cui le aggressioni sono raramente perseguite.
Omosessualità e anglicanesimo africano di Kevin Ward
Desmond Tutu, arcivescovo anglicano di Città del Capo, e il suo successore, Njongonkulu Ndugane, ebbero un ruolo preponderante nella difesa della dignità e dei diritti delle persone omosessuali
Chiese e omosessualità in Nigeria di Rowland Jide Macaulay
Le Chiese hanno sempre sostenuto che l’omosessualità è contraria all’insegnamento delle Scritture dossier borderline gender e metterebbe in grande pericolo la comunità
In Nigeria l’omosessualità non è solo vietata dalla legge, ma è fortemente rifiutata dalla cultura, in quanto ritenuta un abuso contro i valori tradizionali. Secondo il Codice penale nigeriano, l’omosessualità e altri tipi di “conoscenza carnale contrari all’ordine naturale” comportano una pena detentiva di 14 anni. Chiunque tenti soltanto di commettere uno di questi reati è passibile di 7 anni di carcere. Le persone omosessuali sorprese in un atto sessuale sono oggetto del pubblico ludibrio, ma nessuno contesta questo trattamento, pur illegittimo. Esse possono essere arrestate o imprigionate senza processo e non ci sono avvocati specializzati in questo campo, per cui gli abusi nei loro confronti non possono essere perseguiti o dimostrati con successo in un tribunale….
Per non concludere. Un nuovo campo per la missione? di Mauro Castagnaro
In tutte le epoche sono vissute donne e uomini che hanno provato attrazione verso persone del proprio sesso e sperimentato manifestazioni della sessualità differenti da quella eterosessuale
… In un cristianesimo ormai diffuso in ogni angolo del globo e sempre più strutturato in Chiese locali “autoctone”, la missione ad gentes pare decisamente spostare il proprio asse dalla dimensione “geografica” a quella “antropologica” e abitare i confini più che preoccuparsi di oltrepassarli.
In tal senso, e dopo aver interiorizzato l’impegno per la giustizia, la pace e la difesa del creato, quella del genere sembra porsi oggi come una frontiera privilegiata e interpellante, nella misura in cui chiede una presenza fatta di ascolto e accompagnamento delle persone, nella ricerca di una vita buona secondo la propria umanità e il Vangelo. Il che esige Chiese e comunità cristiane più inclusive e sinodali.