L’arcivescovo cattolico di Berlino ha chiesto scusa alle persone LGBT per come sono state trattate dalla Chiesa
Articolo di Robert Shine* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 20 maggio 2022, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Monsignor Heiner Koch, arcivescovo [cattolico] di Berlino, ha chiesto nuovamente scusa alle persone lesbiche, bisessuali e gay per come la Chiesa le ha trattate, per via di “una tradizione di certo non santa”.
Il prelato ha presentato le sue scuse durante il rito di preghiera tenutosi in occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Bifobia e la Transfobia. Secondo quando riporta il [bisettimanale cattolico progressista] National Catholic Reporter: “L’omofobia fa parte di ‘una tradizione di certo non santa’ portata avanti dalla Chiesa Cattolica, ha affermato monsignor Koch durante la cerimonia ecumenica tenutasi lo scorso 17 maggio nella chiesa protestante dei Dodici Apostoli a Berlino.
“L’arcivescovo ha invitato al rispetto della dignità di ogni essere umano, a prescindere dall’orientamento sessuale, e ha annunciato che l’arcidiocesi di Berlino prenderà provvedimenti perché tale rispetto si concretizzi.
“Ogni parrocchia avrà dei responsabili che si occuperanno di contrastare la discriminazione. L’arcivescovo ha promesso di intervenire personalmente se qualche dipendente dell’arcidiocesi verrà minacciato di licenziamento a causa del suo orientamento sessuale, ma comunque, fino ad ora, non gli sono giunte segnalazioni in merito.”
Questa richiesta di scuse fa seguito a un intervento al Sinodo sulla Famiglia del 2014, dove monsignor Koch propose che la Chiesa chiedesse scusa a tutti coloro verso cui aveva avuto “atteggiamenti duri e privi di misericordia”, comprese le persone omosessuali: “In quanto vescovi della nostra Chiesa, chiediamo perdono a queste persone”.
La promessa di proteggere le persone LGBTQ dalla discriminazione viene dopo l’annuncio, fatto nel 2021 dallo stesso monsignor Koch, che avrebbe nominato un responsabile diocesano incaricato delle questioni LGBTQ.
Da quando è stato nominato arcivescovo nel 2015 da papa Francesco, Koch si è sempre distinto come amico della comunità LGBTQ: ha visitato un centro per migranti queer, ha commemorato le vittime omosessuali del regime nazista, ha incontrato i gruppi LGBTQ di Berlino e ha dichiarato in un documento che l’omosessualità è “normale”. Se si è opposto alla legge tedesca sul matrimonio omosessuale nel 2017, ha però parlato positivamente delle coppie queer, alludendo a un suo sostegno a qualche forma di protezione legale per loro, e anche alla benedizione in chiesa.
L’influenza di Koch non è limitata all’arcidiocesi di Berlino: dal 2014 è presidente della Commissione per il Matrimonio e la Famiglia della Conferenza Episcopale Tedesca.
Quasi ogni giorno dalla Chiesa [Cattolica] tedesca giungono notizie di progressi sul fronte LGBTQ: proprio questa settimana [monsignor Ludger Schepers, vescovo di Essen] ha partecipato a una cerimonia di benedizione inclusiva verso le persone LGBTQ; lo scorso marzo, il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, ha presentato anch’egli le sue scuse alle persone LGBTQ durante una Messa dedicata appunto al ministero pastorale arcobaleno della sua diocesi.
Se spesso i titoli dei giornali parlano di ciò che hanno fatto e detto il Papa e la gerarchia, non va dimenticato che dichiarazioni come quelle da noi riportate sono il frutto di decenni di attivismo dal basso, e quando arrivano buone notizie non bisogna rallentare o fermare la nostra azione, in quanto le scuse sono un passo necessario, ma solamente il primo, sulla via della riconciliazione.
* Robert Shine (lui) è direttore associato di New Ways Ministry, per cui lavora dal 2012, e del blog Bondings 2.0, blog quotidiano di notizie, opinioni e testi spirituali relativi al mondo LGBTQ cattolico. È laureato in teologia alla Catholic University of America e alla Boston College School of Theology and Ministry.
Testo originale: For Second Time, Archbishop Apologizes to Gay Community for Mistreatment by Church