Dopo la sospensione di don Giulio Mignani. E’ possibile che nella Chiesa quando un prete pone delle domande scomode sia messo a tacere?
Lettera aperta del Consiglio Direttivo de La Tenda di Gionata ai cristiani di buona volontà, dopo la sospensione a divinis di don Giulio Mignani
E ancora una volta il copione è rimasto lo stesso!
Un prete che, dopo aver incontrato dei genitori che hanno un figlio omosessuale, ha iniziato a dire parole di accoglienza nei confronti di quella famiglia e a ribadire, con le sue scelte pastorali, che la Chiesa non può rispondere sempre di no a quanti le chiedono parole di incoraggiamento per affrontare le difficoltà della vita, è stato sospeso a divinis, con un provvedimento che suscita disorientamento e delusione nei tanti che chiedono alla Chiesa di dire pubblicamente parole di accoglienza alle persone LGBT+ e, più in generale, a quanti corrono il rischio di non percepirla come madre.
Credo che tu l’abbia già capito: stiamo parlando di don Giulio Mignani, il parroco di Bonassola (diocesi di La Spezia) che, più volte in passato, ha espresso pubblicamente parole di accoglienza nei confronti di quelli che come te, di solito, si sentono condannati dalla Chiesa.
Il problema sembra che sia stato quel “pubblicamente”, perché per il suo vescovo le cose che don Giulio dice «creano confusione tra i fedeli».
Ma davvero si tratta di parole che creano confusione?
Di certo hanno avuto un impatto mediatico importante e questo deve essere dispiaciuto un po’ al suo vescovo che non si è chiesto come mai un prete che dice parole di accoglienza nei confronti delle persone LGBT+ fa così tanta notizia fuori e dentro la Chiesa, ma ha deciso di passare alle vie di fatto, prima ammonendo don Giulio e poi punendolo con un provvedimento molto grave.
Di certo avrà pensato così di rimettere le cose a posto, ribadendo il principio clericale per cui i preti si occupano del gregge che è loro affidato e lasciano che siano i vescovi a parlare alla stampa.
Nel farlo, però, non ha tenuto conto del fatto che ormai le cose che dice il parroco di Bonassola vengono vissute da molte persone come un motivo di speranza.
«Ma come? – si sono chiesti in tanti – è mai possibile che tutte le volte che un prete si espone dicendo le cose che io mi aspetto di sentire dalla Chiesa, si ritrovi nei guai e sia costretto a tacere?».
«È mai possibile – avranno pensato tanti altri – che quel ritardo di duecento anni con cui questa Chiesa, a detta del cardinal Martini, affronta certe domande che la società contemporanea le pone, invece di diminuire, con il passare del tempo aumenta?»
«E le parole di accoglienza che papa Francesco ripete nei confronti di tutti – si sarà infine domandato qualcun altro – che fine hanno fatto nella testa di un vescovo che decide di sospendere dal suo ministero un prete che cerca di applicarle?»
Sono queste le domande che ci facciamo insieme a te e sono queste le domande che, partendo da quanto scrive il Vangelo, dovrebbe porsi tutta la Chiesa.
Nella speranza che la sospensione di don Giulio possa essere revocata in tempi brevi e che lui possa tornare di nuovo a esercitare il suo ministero ti invitiamo a pregare con noi le parole del Salmo 103: «manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra».