Il segno di Dio è la piccolezza, è uno che si mette nelle nostre mani… (Luca 11:29-32)
Riflessioni di don Fabio
Luca 11:29-32: “Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona”.
C’è una religiosità, una smania presente in tantissimi di noi, che va continuamente alla ricerca di segni: apparizioni, veggenti, scioglimenti di sangue, stimmate che sanguinano continuamente, statue che lacrimano… E più ne escono fuori, e più ne cerchiamo!
Probabilmente la causa sta nel fatto che dubitiamo di Dio, dubitiamo dell’amore che Dio ha per noi; allora gli chiediamo sempre segni. Succede così anche nelle relazioni interpersonali, tra due che si amano, ecc.!
Dice padre Silvano Fausti: “Ma Dio non è uno che dà segni. Ha già dato tutto: ha dato sé stesso, che cosa vuoi di più! Tutta la religiosità dei segni, come in tutte le religioni, sono sempre segni di potere, Dio non li dà mai. Perché il segno Dio lo ha già dato. Fin dall’inizio del vangelo di Luca, gli angeli dicono ‘è nato per voi oggi il Cristo Signore, Dio!’, che è il bambino; ecco, il segno è il bambino. Il segno di Dio è la piccolezza, è uno che si mette nelle nostre mani, perché Dio è amore e si mette nelle nostre mani”.
Che altri segni vogliamo di più? Abbiamo tutto il suo amore!
Con affetto, Fabio!