Siate “pecorelle smarrite” capaci di costruire una epifania di relazioni
Riflessioni di Roberto & Fabio di Zaccheo Puglia
Care e cari, con questa nostra lettera, Roberto ed io vi auguriamo un Buon Natale e Anno Nuovo, e vi raccontiamo per l’occasione un fatto si dice sia vero, o almeno in parte.
Avvenne tanto tanto tempo fa, proprio nel periodo delle feste natalizie. In un collegio di frati, alcuni ragazzetti erano costretti, per motivi di famiglia, a passare le feste dentro. Il pranzo di Natale fu lauto: fettuccine, agnello con patate e una pera. Alla fine viene però portata a tavola una magnifica torta di zuppa inglese.
Si alza il Priore e dice: “Figlioli, in questo santo giorno vi invito a pensare a tanti poveri bambini che non hanno nemmeno il pane e vi invito a offrire un fioretto a Gesù. A ciascuno dei presenti toccherebbe una fetta di questa torta. Ebbene, ecco la mia proposta: rinunciare alla propria fetta di torta, offrendola come fioretto a Gesù. Tutti i bambini buoni che sono d’accordo su questo fioretto, adesso si alzeranno da tavola. Va bene?”.
Tutti rispondono: “Sì, padre”. E si alzano. Tutti meno uno, che non risponde e non si alza perché gli sembra che quel fioretto puzzi.
“Egidio! Non hai sentito? E perché tu non ti alzi? Tutti i bambini buoni si sono alzati. E tu?”.
Egidio si fa rosso, e ingenuamente non trova altra risposta: “Io sono cattivo”.
“Ah”, fa il Priore amareggiatissimo. E sia pure controvoglia, è costretto a tagliare una fetta di torta e metterla nel piatto di Egidio che rimane solo a tavola con la sua fetta di zuppa inglese.
Egidio ne mangia un pezzetto, ma non gli va. In quel momento vede, dietro la vetrata del refettorio, un cagnolino randagio che fissa il suo piatto. Tanto per finirla, gli dà il resto della sua fetta di torta.
Uscito Egidio, rientra il Priore, che guarda quella torta non più intera e gli urta doppiamente i nervi. Primo motivo: perché è simbolo materiale che nel suo gregge c’è una pecorella smarrita, un individualista, egoista, ribelle e reazionario. Secondo motivo: perché dietro a quel fioretto collettivo si nascondeva una politica, e cioè il Priore si riprometteva di offrire quella torta, rinunciata dai ragazzi, alla potentissima, grassissima e ghiottissima badessa di un convento, la quale giustamente gliene avrebbe reso merito. Ma adesso che la torta non è più intera, mancando di uno spicchio, decentemente non può offrirgliela più. E quanto a lui stesso, per colmo di rabbia, lui soffre di diabete!
In quel momento passa di là il piccolo spazzacamino del convento, che viene a riscuotere i propri crediti (il Priore è di solito un tardo pagatore) i quali ammontano per il lavoro di tutto l’inverno a 2,45 lire. Seccato, il Priore gli molla un acconto di 50 centesimi dicendo: “Ripassa quest’altr’anno per il resto”. E gli mette tra le braccia quella maledetta torta.
Lo spazzacamino scappa via ma, uscendo dal cortile dove lo aspettavano i suoi compagnucci spazzacamini, inciampa sulle scale e la torta cade a terra. I ragazzini del convento assieme agli spazzacamini e al cagnolino randagio si tuffano su quel che rimane della torta, mangiando così tutti assieme allegramente.
Vi auguriamo che possiate sempre sentirvi pecorelle smarrite come Egidio, perché proprio da coloro che vengono marchiati dai potenti come individualisti, egoisti, ribelli e reazionari, il Signore trae il meglio, trasformando la loro umiltà e ingenuità in una epifania delle relazioni.