Il vescovo tedesco Kohlgraf ribadisce che le persone LGBT vanno accolte nella chiesa cattolica perché “l’omosessualità non è un peccato”
Articolo di Bobby Nichols* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 3 dicembre 2022, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Il vescovo di Magonza (Germania) Peter Kohlgraf è stato intervistato dal [portale cattolico svizzero] Kath.ch dopo aver dato avvio a un ministero LGBTQ+ nella sua diocesi; ha dichiarato che molte persone LGBTQ+ lo hanno avvicinato dicendo “Vorremmo che lei parlasse a nome nostro”; il vescovo chiosa “Posso davvero essere felice se oggigiorno qualcuno vuole ancora qualcosa dalla Chiesa”.
Secondo monsignor Kohlgraf “l’omosessualità non è un peccato” e la Chiesa dovrebbe continuare a offrire spazi inclusivi: “Dobbiamo definire con chiarezza cos’è cattolico per noi, e la sessualità non può più esserlo. Non possiamo però dire semplicemente che ciò che accade in camera da letto è privato. Io non sono completamente indifferente alla vita privata dei miei collaboratori. Non parlo di orientamento sessuale, ma di comportamento; per esempio, se un padre di famiglia picchia i suoi figli e sua moglie, a me interessa”.
Durante il Cammino Sinodale monsignor Kohlgraf ha lavorato a una ridefinizione della posizione della Chiesa sull’omosessualità, ma la bozza di documento da lui preparata è stata bocciata dall’assemblea. È convinto che se lui e gli altri vescovi avessero comunicato in modo diverso prima del voto, il risultato sarebbe certamente stato differente.
Monsignor Kohlgraf non ha voluto ritirare il testo, perché sapeva che così facendo avrebbe mandato un segnale sbagliato: “Mi sono detto: Se ora ritiro il testo, gli altri vescovi penseranno che non voglio più parlarne, e non posso mandare un messaggio del genere”.
Ciò che è accaduto durante il Cammino Sinodale non è solo teoria: “Quando si tratta di persone specifiche, il mio modo di pensare e parlare di questioni teoriche cambia completamente. Non abbiamo votato su una questione morale teorica, bensì sulla vita delle persone, e abbiamo ferito queste persone. Quando qualcuno si sente personalmente ferito, non possiamo dire loro: Non siate sciocchi, abbiamo parlato di poesia, non abbiamo parlato di voi. Naturalmente non è così, si parla sempre di situazioni specifiche”.
C’è anche un piccolo ma agguerrito gruppo che mette spesso in discussione la fede cattolica del prelato: “Esistono certi gruppi nella Chiesa, che non sono poi così grandi, ma fanno molto rumore. […] Ricevo delle lettere in cui mi si accusa di non essere più cattolico, o di avere dimenticato la dottrina. Costoro dicono che dovrei rappresentare la vera dottrina, e mi ricordano il mio giuramento di vescovo”.
Mentre buona parte della Chiesa Cattolica rimane in silenzio davanti alla violenza e all’emarginazione delle persone LGBTQ+, monsignor Kohlgraf sta creando uno spazio positivo e accogliente in cui le persone LGBTQ+ cattoliche possano sentirsi protette e a casa loro.
* Bobby Nichols (lui) è laureato in teologia e scienze dell’educazione alla Xavier University e alla Villanova University. Per sei anni ha insegnato teologia in un liceo e ha organizzato ritiri nella sua città d’origine, Louisville, nel Kentucky. Oggi Bobby è rettore dell’Università di Notre Dame.
Testo originale: Reform-Minded German Bishop Says Beginning LGBTQ+ Ministry Is “No Big Deal”