L’inutilità del senso di colpa (Marco 5:1-20)
Riflessioni di don Fabio
“Io dicevo, nel mio sgomento: «Sono escluso dalla tua presenza». Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera quando a te gridavo aiuto.” (Dal Salmo 30)
Marco 5:1-20: “Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato”.
A volte ci può succedere di vivere una o più situazioni simili a quella del protagonista del Vangelo di oggi.
Mi spiego. Quando, a seguito di un fallimento, di un errore, di un peccato, ci lasciamo sopraffare dalle nostre paure, quando ci convinciamo del fatto che non valiamo, o peggio ancora, che non potremo mai essere perdonati per ciò che abbiamo fatto, iniziamo a scivolare, come in una spirale, verso sentimenti di depressione, di scoraggiamento. Cadiamo in un circolo vizioso di autolesionismo. Cadiamo nel senso di colpa… che non serve a nulla!
Peggio ancora, poi, se siamo circondati da persone “pie” che, con la loro “saggezza”, con i loro pseudo “consigli”, ci vomitano addosso i loro giudizi, riempiendoci di ulteriori sensi di colpa! Ma anche no. Grazie!
L’esatto contrario di quello che fa Dio. Lui ci libera! Ci rialza! Ci ridona quella dignità che, forse, avevamo messo sotto i piedi! Lui che sempre ci offre un’opportunità di riscatto!