“Gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò” (Lc 15, 20)
Riflessioni di don Fabio
Tra la giustizia del Padre e le nostre “giustissime” giustizie, preferisco quella del Padre!
“…ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. (Lc15, 32)
Se da una parte, grazie a Dio, nei popoli, cosiddetti civili, non si marchiano più a fuoco le persone per segnalarle come peccatori o delinquenti, dall’altra, però, bisogna dire che i pregiudizi, i giudizi e le sentenze di condanna rimangono per sempre appiccicate sulle vite di chi sbaglia. E non c’è via di scampo!
Non è la logica di Dio!
Che ci piaccia o meno, che lo accettiamo o meno, che lo capiamo o meno, Dio perdona e dimentica!
La sua preoccupazione è quella di vederci di nuovo accanto a Lui come figli e figlie amatə.
Il Padre, nella parabola, fa di tutto per cancellare i segni degli errori del figlio perduto, e lo fa rivestire, gli fa rimettere l’anello al dito, i sandali nuovi, fa fare festa. Gli restituisce la dignità di figlio amato!
E attenzione!!!
Il Padre: “ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò” (Lc 15, 20). Ma poi vuole coinvolgere tutti in questo perdono. Vuole che ciascunə di noi faccia la sua parte per restituire dignità a chi, per qualsiasi motivo, l’ha perduta!
Spero che ciascunə di noi possa sperimentare questo abbraccio di amore incondizionato del Padre!