“Maternità surrogata peggio della pedofilia”?! Ma capite di cosa blaterate?
Riflessioni di Massimo Battaglio
Sembra incredibile che un parlamentare, un rappresentante dei cittadini italiani, se ne possa uscire con una frase così odiosa. E invece, secondo Federico Mollicone (FDI), presidente della commissione Cultura della Camera, è proprio così: “la maternità surrogata è un reato grave, peggio della pedofilia”, ha dichiarato intervenendo alla trasmissione “Omnibus” su La7. Non contento, ha aggiunto: “Siamo di fronte a persone che vogliono scegliere un figlio come la tinta di casa”.
C’è da arrabbiarsi non solo per il linguaggio inaccettabile, muscolare, tipicamente fascista. Certe cose non dovrebbero nemmeno passare per la mente, soprattutto da parte di una persona che ha inevitabilmente influenza sull’opinione pubblica e che, invece, si può giovare dell’immunità parlamentare. Mollicone si è reso conto della gravità delle proprie affermazioni e, infatti, ha immediatamente tentato di correre ai ripari.
“La sinistra – ha dichiarato – e la redazione unica dei media continuano a impiccare sulle parole un fatto incontrovertibile: in Italia la maternità surrogata è un reato. Deve diventare un reato universale, da perseguire in tutto il Mondo, in quanto comprare una vita umana è comunque un reato etico e morale gravissimo. E’ una valutazione morale e non giuridica. Dal punto di vista giuridico sono reati ben diversi. La pedofilia è gravissima. Sono reati giuridicamente non comparabili. Non dobbiamo paragonarli. Il mio pensiero è stato distorto. Era riferito a chi, specialmente nel Sud del Mondo, dove la maternità surrogata viene persino utilizzata per generare bambini utilizzati per il traffico di organi, in maniera criminale organizza interi capannoni di madri surrogate, per speculare sulla vendita della vita come merce”.
Ecco il fantasma del “Sud del Mondo”, dove, a detta del presidente, avverrebbero cose che noi umani … Ma arriva anche la minaccia:
“Questo ragionamento l’ho spiegato subito in trasmissione. Per chi riporterà queste parole senza l’interezza del ragionamento valuterò querela”.
A quando l’olio di ricino?
E’ da notare che il delirio dell’onorevole Mollicone non è che il vertice di un’escalation di affermazioni disumane, che i notabili della maggioranza stanno proferendo come in un’autentica gara di brutalità. Gara che, d’altra parte, sembra essere già iniziata da un pezzo con i commenti a un fenomeno ancora più grave: quello dei morti in mare.
Secondo la ministra per le pari opportunità e la famiglia Eugenia Roccella (PDL), intervistata da Lucia Annunziata su Rai3, non c’è “alcuna negazione del diritto dei figli”. Certo: basta dirlo. Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (FDI) va oltre. In un’intervento sempre su La7, dichiara:
“Se due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, e cioè l’iscrizione all’anagrafe di un bambino che spacciano per proprio figlio, significa che questa maternità surrogata l’hanno fatta fuori dai confini nazionali”.
Non viene nemmeno in mente, all’onorevole, che il 95% delle coppie che fanno ricorso a maternità surrogata sono formate da genitori di sesso opposto unite in matrimonio tradizionale, magari in chiesa, col prete, l’organo e i fiori. Il problema sono “due persone dello stesso sesso”. E si noti: nemmeno una coppia, tantomeno una famiglia. Semplicemente “due persone”. Come se l’istituto delle Unioni Civili non esistesse.
Del pari, Mollicone, la Roccella e Rampelli sembrano ignorare anche che la stragrande maggioranza dei figli di coppie omogenitoriali non sono affatto stati concepiti con maternità surrogata. Perlopiù si tratta di coppie di donne che sono ricorse a fecondazione eterologa. E la fecondazione eterologa, in Italia, è legale. Ma solo per le coppie formate da maschio e femmina (tanto perché non esiste nessuna negazione del diritto, vero on. Roccella?).
L’Italia sta soffrendo di un calo di natalità spaventoso. Una politica che escluda tante famiglie dal diritto alla genitorialità, oltre che essere insensibile, è miope e controproducente per il Paese. Ma ai nostri, cosa importa del Paese? Hanno bisogno di suscitare sentimenti di pancia nei cittadini. Altrimenti, come farebbero a confermare il proprio elettorato?
E’ notevole anche che i sullodati personaggi dicono di richiamarsi alla tradizione cattolica. Eugenia Roccella, dopo un passato da femminista barricadera, ha lasciato i Radicali a cui appartenva, colpevoli a suo dire di portare avanti “battaglie che stanno conducendo verso la distruzione dell’individuo” e di sponsorizzare “un’idea di libertà senza limiti”, e si è iscritta appunto all’area cattolica del Popolo delle Libertà. Nella nuova veste, è diventata editorialista de L’Avvenire – oltre che de Il Giornale e Il Foglio – e ha collaborato a iniziative editoriali con la teologa Lucetta Scaraffia.
Mollicone, in un post su facebook del 31 dicembre, definisce il defunto Benedetto XVI come “Pastore della Chiesa di grande umanità e generosità, di un teologo conservatore e custode della tradizione”, come se il tradizionalismo fosse un merito. In un post precedente, a Natale, citava Giovanni Paolo II dicendo: “Ogni essere creato sulla faccia della terra accoglie l’annuncio. Nel silenzio attonito dell’universo, rimbalza con eco cosmica ciò che la Liturgia pone sulle labbra della Chiesa: Christus natus est nobis. Venite Adoremus!” Adesso sembra correggersi: scopre che ci sono esseri del creato che vanno insultati e discriminati.
La biografia di Rampelli è più compicata. Fu un esponente del Fronte della Gioventù e venne arrestato, insieme a Gianni Alemanno, “a causa degli incidenti avvenuti a Nettuno, poco prima del passaggio del corteo con il presidente degli Stati Uniti, Bush”. Poi la svolta: cominciò a interessarsi di ambiente e di pace. Guidò carovane di aiuti umanitari per le popolazioni colpite dalla guerra in Croazia e foraggiò associazioni benefiche. E così si conquistò la stima di una parte del mondo cattolico.
Per ora, una posizione ufficiale della Chiesa rispetto alla maternità surrogata, non esiste. Temiamo che arriverà presto, perché è troppo facile cadere nella trappola. Ci piacerebbe che, qualunque giudizio se ne dia, non la si associ all’omogenitorialità, perché, come detto, non c’entra quasi niente. E’ un’altra vicenda.
Ci permettiamo però di notare che la prima famiglia non regolare della storia fu quella di Gesù. Anche questo non c’entra con la maternità surrogata (Maria non gestò per altri e fu madre a tutti gli effetti, non solo biologicamente, e seguì il figlio passo passo, fino alla sua morte e risurrezione). Ma Giuseppe è uno dei tanti casi della storia ad aver messo in atto la stepchild adoption, adottando appunto il figlio della moglie. E per questo, accettò, per sé e per lei, di infrangere rischiosamente la legge.
Cari parlamentari: siate cattolici di fatto, non di facciata. Mettete prima di tutto il diritto del più debole, dell’orfano e della vedova. Provate a mettere l’amore davanti alle convenienze elettorali. Vedrete che si vive meglio.