Il mio cammino di suora con le persone LGBT+ perché: “non ci sono figli di un Dio minore”
Testimonianza di Suor Maria Enrica Solmi pubblicata su CHIESA IN CAMMINO, giornalino di formazione ed informazione del Vicariato del Dragone della Diocesi di Modena, anno XXIX, n.62, Pasqua 2023, pp.10-11
Dal 2007 si celebra ogni anno in tutto il mondo la Giornata Internazionale contro l’omofobia, ricorrenza fortemente voluta dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite per mettere in luce che ancora molte persone subiscono discriminazioni per il proprio orientamento sessuale. E’ stato scelto il 17 maggio per celebrare la Giornata interazionale contro l’omofobia per ricordare quel 17 maggio del 1990 in cui l’omosessualità venne eliminata dalla lista delle malattie mentali. Bisognerà però attendere altri quattro anni perché la decisione divenisse operativa, con la successiva edizione del “Diagnostic and statistical manual of mental disorders” stilato nel 1994. Ad oggi sono 130 i Paesi in tutto il mondo in cui questa giornata viene celebrata.
In diverse Diocesi, da diversi anni, in occasione di questa giornata viene organizzata una Veglia di preghiera dai diversi gruppi cristiani LGBT+, dai loro genitori e amici, aperta a tutte le persone che desiderano condividere questo cammino verso un maggiore rispetto e accoglienza di queste persone, per abbattere ogni discriminatone o violenza fisica e verbale in ogni contesto sociale.
In prossimità della giornata del 17 maggio 2023 ho sentito il desidero di raccontare la mia esperienza (di suora in cammino) all’interno del mondo LGBT condividendo la mia testimonianza fatta nella “Veglia contro l’Omofobia” nella Diocesi di Reggio Emilia, nel maggio 2022, dal titolo “Dove c’è lo spirito del Signore c’è libertà”:
“Ma che cosa è la libertà? Possiamo rispondere in mille modi e dare diverse interpretazioni. La libertà per me è quando comprendi che c’è qualcosa che devi lasciare per accogliere qualcosa di nuovo, quando incontri una persona che ti racconta un cammino di vita mai ascoltato prima o scopri che è un incontro che ti sta regalando un volo di libertà, verso orizzonti nuovi. È un dono improvviso dello Spirito.
La mia esperienza con il mondo LGBT (sigla che indica non le persone eterosessuali, ma Lesbiche, Gay, etc..) è iniziata nel 2016 attorno ad un tavolo di condivisione della Parola di Dio.
Nel mio gruppo c’erano due coppie di genitori, una con un figlio gay e una con una figlia lesbica, cheraccontarono il loro cammino di vita e di fede da quando i propri figli condivisero il loro orientamento sessuale.
Rimango colpita dalle loro parole, dalla loro sofferenza e fatica di accettazione e di come sono arrivati a definirsi, in seguito, con gioia, “tre volte genitori”(nel 2020 è uscito un libro dal titolo “Genitori fortunati” dove raccolgono le loro testimonianze di vita e che presentano nelle realtà, anche parrocchiali, dove vengono invitati a raccontare il loro percorso di genitori).
Era la prima volta che mi trovavo davanti a questo tipo di esperienza, non avevo mai conosciuto persone gay; questo tema mi era del tutto sconosciuto.
Tornata a casa il loro racconto mi ha abitato per moltissimo tempo, ho cercato di dare un nome ai sentimenti che provavo, non avevo pregiudizi, semplicemente questa realtà non mi apparteneva… Forse la parola giusta è “indifferenza” oppure “persone che per me erano invisibili.
Quello che conoscevo era quello che avevo sentito dire nella Chiesa e nella società civile e non sempre era positivo.
Qualche giorno dopo dall’incontro con questi genitori, vado in un ufficio postale e allo sportello mi si affianca una donna trans, sento che c’è imbarazzo… Questo sentimento mi fa stare male, cerco un suo sguardo, perché voglio donarle un sorriso di bene, ma mi sfugge, non mi guarda. Mi chiedo perché e da che cosa sta fuggendo.
Forse dai giudizi e pregiudizi legati all’abito religioso che portavo… Beh, si sa cosa pensano i religiosi… Il mio abito in quel momento era una barriera, da esso uscivano parole come peccato…. Errori… Emarginazione… (Come vorrei che questo linguaggio fosse ripulito). Mi guardò attorno e vedo gli occhi della gente che mi guardano e sembrano dire: “vediamo come reagisce la suora? Conosciamo il pensiero della chiesa di cui fa parte…”.
Esco piena di tristezza, ma anche più consapevole di quello che trasmettevo è rappresentavo per il mondo LGBT. Dopo questo incontro ho iniziato a farmi delle domande, a sentire che non volevo essere identificata in quel modo. Mi ripetevo nel cuore che siamo tutti fratelli, siamo tutti figli di Dio, unici e ripetibili.
Nel 2019 mi trovo a organizzare la Biblioteca Vivente del Festival Francescano (ndr di Bologna); dobbiamo trovare dei testimoni che possono parlare di temi poco conosciuti, ma importanti e veri.. Mi tornano in mente i genitori conosciuti a Reggio Emilia, in particolare Mara ed Agostino, li chiamo e chiedo loro di venire in Biblioteca (Vivente a Bologna) per raccontare la loro esperienza di vita.
Mara mi mette in contatto con il gruppo dei giovani cattolici LGBT di Bologna che si chiama “gruppo In cammino” e con il gruppo delle famiglie cattoliche (con figli LGBT+ di Bologna) che stavano nascendo. Accolgono il mio invito, vengono in Biblioteca (Vivente) e sono i libri più scelti, e così anche negli anni successivi.
Tanti vengono a parlare con loro. Io sono euforica per la gioia, vedo persone che si raccontano e si conoscono…. Con le parole si abbracciano e sono liberi di dirsi in uno spazio di chiesa, perché il Festival Francescano è nella chiesa, al servizio della Chiesa.
Di seguito il gruppo dei giovani e delle famiglie mi chiedono di partecipare ai loro incontri, con gioia vado….. Vado sempre ogni volta che posso e quando non vado mi mancano, con loro sto bene mi arricchisco. Piano piano mi sono accorta che questo cammino ha dato avvio a un cammino di liberazione più ampio, ho preso coscienza dei miei schemi mentali, delle mie chiusure che coinvolgono anche altre realtà, non solo quelle verso il mondo LGBT.
È stato come gettare un sasso nell’acqua dando origine a cerchi sempre più grandi, un destrutturarsi per ristrutturarsi dentro una logica più bella e liberante che è il Vangelo, dove nell’amore del Signore c’è spazio per tutti e non c’è timore.
Loro mi hanno aperto il cuore e la mente, siamo compagni di viaggio nella ricerca di Dio, amici con cui camminare e condividere. Questo è stato il mio cammino di libertà… Dono dello spirito.
La libertà non è mai un cammino personale, da fare da soli, si fa insieme, ciascuno di noi è uno strumento di libertà per l’altro.
Io ringrazio questi amici per la libertà che mi hanno aiutato a conquistare. Un’ultima cosa vi condivido. Ad un certo punto ho sentito che dovevo condividere questo mio cammino con anche le mie consorelle, non poteva essere solo mio per la sua bellezza, non ho perso occasione per raccontare e coinvolgere trovata tanto accoglienza e condivisione.
Questa è la strada per abbattere le fatiche e i pregiudizi, dobbiamo uscire dall’ignoranza, nel senso del non conoscere, dobbiamo conoscere per capire, dobbiamo adoperarci, perché ogni figlio di Dio trovi nella chiesa nella società il suo posto.
L’orecchio non può fare a meno della bocca e la bocca non può fare a meno del naso, gli occhi non possono fare a meno della mano, etc… Così vivremo la pienezza del banchetto dove tutti siamo chiamati a sederci. Il Signore ha messo in questa tavola dei segnaposti con unica scritta: “per i figli di Dio”.
Per lui non ci sono distinzione o categorie…. Non rinunciamo a sognare e ad impegnarci per riempire tutti i posti di questa tavola”.
Concludo questo mio lungo articolo, condividendo che l’associazione nazionale “La tenda di Gionata” ha potuto nell’udienza (ndr in Vaticano) del settembre 2020, dialogare attraverso una sua rappresentante, per qualche minuto, con papa Francesco che gli ha donato parole semplici, ma molto belle nelle quali ribadisce che siamo tutti “figli di Dio”.
L’associazione la Tenda di Gionata è stata fondata il 18 marzo 2018, su sollecitazione di Don Davide Esposito, prete prematuramente scomparso, che “sognava” che le nostre comunità cristiane sapessero “allargare la tenda” (Isaia 54) per fare spazio a tutti per diventare “sempre più santuari di accoglienza e sostegno verso le persone LGBT+ e verso ogni persona colpita la discriminazione” (su questa associazione vi è un sito web che si può visitare, per leggere tante testimonianze di giovani LGBT+ e i loro genitori).
Nel settembre 2023 il gruppo della Tenda è tornato in udienza da Papa Francesco, al quale ha consegnato dei libri, delle lettere e un abbraccio da parte di tutta l’associazione. A diversi di noi ha risposto incoraggiandoci nel cammino intrapreso. Grazie per l’ascolto.