«Il desiderio di Dio», viaggio nella vita di fede e nella chiesa con i cattolici LGBT+
Articolo pubblicato sul blog Religion en libertad* il 7 dicembre 2022, liberamente tradotto da Alessandra Vescera
Interi episcopati – e numerosi vescovi a titolo personale – difendono la benedizione delle coppie omosessuali anche attraverso specifiche cerimonie liturgiche. Associazioni cattoliche come Misión Arcoiris chiedono che la loro comunità LGBTIQ+ sia riconosciuta dalla chiesa cattolica come voluta da Dio, con il rifiuto esplicito della castità. Ci sono figure di grande importanza, come il gesuita padre James Martin, che si impegnano ad instaurare un dialogo costante con questi “realtá” per cambiarne l’accoglienza nella chiesa.
Tutto ciò suscita delle domande in cerca di risposta. Come si accolgono le persone omosessuali e transessuali all’interno della chiesa? A tal proposito, cosa dicono le Sacre scritture, la Tradizione ed il Magistero nel Catechismo? Tutto questo deve essere modificato in funzione delle nuove conoscenze?
Uno strumento molto utile per capire la situazione
La giornalista Marta Sanz Lovaine dona un contributo a questo dibattito con l’oggettività di chi prende un microfono e lascia che le persone parlino. Dopo molti anni come responsabile della sezione Sanità di Antena 3 TV e, poi, come produttrice televisiva in ambito scientifico, negli ultimi anni ha prodotto, insieme a Mediasalud Comunicación, dei servizi che tendono ad avvicinarsi a questo tipo di realtà, senza paura del politically correct, per trovare solo la verità: basta ricordare Camino abierto e Transformados.
Sullo stesso canale, mercoledì è andato in onda El deseo de Dios, dove vi sono le testimonianze di coloro che si definiscono appartenenti alla (comunità) LGBTQI+, diffondendone le idee; coloro a cui la vita è cambiata dopo aver intrapreso questo cammino; con esperti che condividono un punto di vista scientifico; infine, con teologi che considerano cancellata tutta la recriminazione biblica nei confronti degli atti omosessuali e altri che descrivono le Sacre Scritture come una luce senza tempo … .
Testimoni ed esperti
Salvo alcuni brevi interventi off-camera per introdurre le tematiche, El deseo de Dios ci mostra il punto di vista di alcuni dei protagonisti.
Risaltano due testimonanze in particolare.
David Espitia è un messicano laico che ha avuto la sua prima relazione omosessuale a 15 anni, facendo coming out a 21. Ha vissuto una vita gay attiva fino al 2014, “per curiosità”; a 34 anni ha partecipato a un ritiro spirituale e, dinnanzi al Santissimo (una “pallina bianca” di cui ignorava la natura), si è sentito amato per la prima volta nella sua vita. In quello stesso istante ha deciso di dedicarsi a una castità che ha rispettato fino ad oggi per realizzare il piano riservatogli Dio…
Emanuela Perrone è sposata e ha due figli, ma a 30 anni è entrata a far parte della comunità LGTBQ, essendo lesbica; è da allora che affronta questa condizione con attivismo e impegno. Un viaggio a Medjugorje nel 2010 le ha permesso di paragonare la sua vita con quella dei cristiani conosciuti lì. La sua esistenza è cambiata completamente da quando si è chiesta: “Quello che vivo è giusto o sbagliato?”
Il dibattito
Il documentario offre anche il punto di vista dei vari membri di Crismhom, una comunità ecumenica cristiana, e di Misión Arcoris, un’associazione che cerca il riconoscimento della sua comunità LGBTQI+ da parte della chiesa: Raúl Peña e Luis María González, (teologo secondo cui la castità è una scelta), dal punto di vista delle persone omosessuali, e Dylan Hardcastle e Niurka Gibaja Yabar dal punto di vista delle persone transessuali, chiedono che le loro identità siano rispettate.
Tuttavia, è giusto parlare di “identità omosessuale o transessuale”? Il Dott. Julio Tudela, direttore dell’Istituto di Scienze Naturali dell’Università Cattolica di Valencia, da una parte, segnala che nessun studio scientifico ha rilevato una causa genetica relativa all’attrazione verso lo stesso sesso; dall’altra che la separazione delle dimensioni corporee, mentali e spirituali dell’essere umano causa frustrazione …
A sostegno dei gruppi cattolici LGTBIQ+ intervengono James Álison, teologo gesuita brasiliano, e lo stesso James Martin (che si pronuncia a favore della celebrazione del Pride da parte dei cattolici); a difesa della posizione cattolica tradizionale parlano i sacerdoti Julián Lozano, delegato dei Mezzi di Comunicazione Sociale della diocesi di Getafe, e Javier Luzón, professore di Antropologia Teologica, Javier Olivera Ravasi, dottore in Storia e Filosofia e Byron Cadmen, appartenente alla comunità Communio Sanctorum.
Successivamente, El deseo de Dios affronta quanto sostenuto sull’omosessualita dal Magistero della Chiesa e dalle Sacre Scritture stesse. I biblisti Eduardo de la Serna ed Eleuterio Ruiz puntano a un’interpretazione che relativizza la condanna biblica degli atti omosessuali, mentre il teologo e biblista Luis Sánchez Navarro sottolinea che la Parola di Dio è “una luce destinata ad illuminare tutti i tempi” …
In conclusione, con ritmo spedito e una struttura informativa piacevole, El deseo de Dios garantisce offre una rigorosa presentazione delle posizioni e dei fatti che lasciano allo spettatore la decisione di adottare la propria opinione con fondatezza.
Testo originale: El deseo de Dios»: un documental esclarecedor sobre la vida de fe de los católicos homosexuales