Sull’accoglienza delle persone LGBT+ servono profeti che lo annuncino ai credenti
Riflessioni di suor Tracey Horan pubblicate sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 25 settembre 2022, liberamente tradotto da Flavia Piepoli
Di tanto in tanto penso ai peccati istituzionali della Chiesa Cattolica romana: quando le persone di colore venivano relegate ai banchi in fondo, lo schiavismo verso i neri, la violenza delle crociate, la celebrazione della ricchezza, l’abuso del potere o la bigotteria dei capi religiosi. Di sicuro la lista è lunga, e include anche il maltrattamento di persone LGBTQ.
Quando si tratta di inclusione LGBTQ sono eternamente grata alle mie consorelle che hanno offerto la loro presenza pastorale e il loro accompagnamento alla comunità omosessuale, molto prima che ciò fosse ritenuto accettabile da vari ambienti cattolici.
Celebro suore come Marilyn Therese Lipps che negli anni ’80 ha accompagnato persone sieropositive, molte delle quali omosessuali. Oggi pubblicamente posso dire di essere libera di aiutare gli LGBTQ grazie al coraggio di persone come suor Marilyn.
È più facile riconoscere questi paladini della verità e gli errori dei loro antagonisti con il senno di poi. Possiamo guardare indietro e celebrare con un po’ di chiarezza coloro che immaginiamo sarebbero stati “portati dagli angeli nel seno di Abramo”, come descritto nel vangelo di Luca di oggi. Possiamo anche immaginare i loro antagonisti sguazzare in un qualche “luogo di tormento”.
Riconoscere un’azione al momento attuale, senza l’aiuto del senno di poi, è più difficile. Per quelli di noi cresciuti evitando di infrangere le regole o disobbedire alle autorità, possiamo concordare con le suppliche dell’uomo ricco.
Possiamo essere d’accordo con gli ammonimenti del salmista di “assicurare giustizia agli oppressi” o “liberare i prigionieri” se sapessimo per certo che alla fine andrà bene.
Parafrasando l’uomo ricco vogliamo chiedere, “Abramo, potresti semplicemente risuscitare dai morti e chiarirci che tipo di ‘pentimento’ stai cercando esattamente? Sai, prima di colare a picco e perdere il lavoro, gli amici o i fondi pensione?”
Questa incertezza su come andranno le cose è esattamente ciò che rende profetiche le azioni per la giustizia. Rischiamo di pagare un prezzo, e lo facciamo comunque.
A volte questo prezzo è ovvio e pubblico, come una persona che viene arrestata per disobbedienza civile a una protesta o perde il posto quando sul luogo di lavoro si scopre che è omosessuale. Più spesso, tuttavia, il rischio è più sottile.
Nella vita quotidiana potremmo rischiare di mettere in discussione i commenti omofobi di qualcuno quando sarebbe più facile non dire nulla. Potremmo rischiare di salutare qualcuno diverso da noi o sederci con loro a pranzo. Potremmo rischiare di ricordare a qualcuno i nostri pronomi preferiti quando lasciarli andare ci sembrerebbe più sicuro.
La verità è che le persone non appartengono né alla categoria dell’ “uomo ricco” né a quella di Lazzaro. Ciascuno di noi tende ad alternarsi tra le due in un dato giorno.
Alcuni giorni troviamo l’energia e il coraggio di “perseguire la rettitudine, la devozione, la fede, l’amore, la pazienza e la gentilezza.” Altri, preferiamo passare davanti all’ingiustizia alla nostra porta, fingendo di non averla vista.
Se Abramo risuscitasse e ci rimproverasse, potremmo cambiare. Ma molto spesso siamo stanchi e stressati. Oziamo nella noncuranza sdraiati sul divano, come osserva Amos.
Come discernere i rischi che potremmo essere chiamati ad affrontare qui e ora? E come trovare l’energia e il coraggio per agire profeticamente?
So per esperienza che possiamo aprirci una breccia tra l’abisso della nostra noncuranza e il seguire la rettitudine solo quando lo facciamo con gli altri.
Abbiamo bisogno di circondare noi stessi di salmisti che canteranno il possibile, di profeti che ci ricorderanno il prezzo della nostra inerzia, di custodi dal regno dei cieli che si paleseranno per rimproverarci amorevolmente quando siamo fuori strada.
Solo radunandoci in una comunità così amata e appoggiandoci per ascoltare la voce di Dio nelle nostre vite possiamo discernere la giustizia che siamo chiamati a creare oggi, prima che sia sicura o diffusa. Potrebbe questa voce invitarci a sostenere una più piena inclusione delle persone LGBTQ alla mensa eucaristica?
O forse possiamo sentire una voce tranquilla e sommessa che ci esorta a unirci agli altri per opporci alla discriminazione contro gli LGBTQ nelle istituzioni cattoliche.
Forse è il momento di parlare con i nostri dirigenti parrocchiali per unirci ai ranghi delle parrocchie e delle comunità di fede vicine agli LGBTQ. Ogni passo profetico – ogni lettera, ogni conversazione, ogni preghiera – conta.
Come disse la fondatrice della mia comunità, santa madre Théodore Guérin, forse non vivremo abbastanza per vederlo, ma avremo piantato il seme. E altri raccoglieranno quello che abbiamo seminato.
* L’articolo di oggi è di una collaboratrice esterna, suor Tracey Horan. Tracey è una Suora della Provvidenza di Saint Mary-of-the-Woods, Indiana, ed è di Indianapolis. Ha lavorato come insegnante, organizzatrice di comunità e sostenitrice dell’accompagnamento di comunità di migranti per più di dieci anni e ha scritto su questioni giuridiche per HOPE Magazine, Global Sisters Report, Messy Jesus Business e A Matter of Spirit.
Testo originale: Discerning Risks for Righteousness in the Here and Now