La sfida di raccontare le veglie di preghiera per il superamento dell’omotransfobia
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Dialogo di Katya Parente con Alessandro Previti
Siamo arrivati al mese tradizionalmente dedicato alle veglie di preghiera per il superamento dell’omotransbifobia: un periodo in cui le nostre chiese si coloreranno di arcobaleno.
Dietro a questa iniziativa, che vede pregare in varie comunità parrocchiali – cattoliche e non -, c’è un lavoro immenso: luoghi da trovare, date da concordare e una campagna efficace, che le faccia conoscere al pubblico più vasto possibile. Quest’anno l’ideazione della campagna informativa sui diversi social, i concept e la grafica (adottata anche a livello europeo) sono curati, come l’anno scorso, da Alessandro Previti, che ancora una volta è qui con noi.
Quanto è impegnativo dover organizzare una campagna informativa efficace su questi temi?
Organizzare una campagna informativa efficace può essere impegnativo, ma anche gratificante. È essenziale fare ricerca sul pubblico di destinazione, sviluppare un messaggio forte e coerente, e utilizzare i canali di comunicazione appropriati per raggiungere il maggior numero di persone possibile. La sfida sta nel bilanciare questi aspetti con la creatività e l’originalità.
Perché intraprendere un lavoro su questi temi così impegnativi?
Contribuire alle veglie fa parte della mia missione e vocazione. La mia passione per la promozione dell’uguaglianza e della giustizia sociale si riflette nel mio impegno come attivista e artista. Sento che è mio dovere. Lavorare su campagne di visibilità per il superamento dell’omotransbifobia è un modo per unire la mia arte e le mie competenze professionali con una causa importante.
In questo senso, l’impegno che richiede il lavoro si trasforma in un’espressione della mia dedizione e del mio desiderio di fare la differenza nel mondo.
Rigore e creatività. Due facce della stessa medaglia. Come riesci a combinarle in modo efficace?
Cerco di trovare equilibrio tra le mie competenze e la curiosità che mi spinge a sperimentare. Quando lavoro su una campagna, inizio con una solida base di ricerca e pianificazione, pianificazione e implementazione dell’ambiente di lavoro, assicurandomi ridotte barriere nel flusso di lavoro seguente, setto anche gli obiettivi e il pubblico di destinazione; non manca poi una parte dedicata al silenzio, in cui faccio mio il tema.
Prima di mettermi al lavoro mi concedo sempre la libertà di esplorare e sperimentare tecniche, strumenti e stili. La sinergia di esperienza, esperimento, tempo di riflessione, curiosità, mi permette di trovare soluzioni efficienti, così, nonostante la risorse e tempi limitati per la preparazione delle campagne, con la Tenda abbiamo prodotto sempre materiali di impatto. Cerco di creare lavori che siano al tempo stesso accurati, accessibili, espressivi e innovativi, visivamente accattivanti.
Sei un attivista, o semplicemente un artista?
Mi considero sia un attivista che un artista. Il mio impegno per la giustizia sociale e la lotta contro l’omotransbifobia è profondamente radicato nella mia vita e nelle mie convinzioni. Utilizzo le mie competenze artistiche per sostenere e promuovere queste cause, combinando la mia passione per l’arte con l’impegno per un mondo più equo e inclusivo.
Gionata.org ha dedicato e dedicherà molti articoli a questa iniziativa così importante – iniziativa che ha potuto diventare realtà grazie anche all’aiuto di tantissime persone, come Alessandro, che ringraziamo per il loro impegno.