Come cristiani confessiamo di aver peccato di Omotransbifobia
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Testimonianze lette nella Veglia per il superamento dell’omotransfobia tenuta nella casa di Spiritualità ignaziana S. Cuore dei Gesuiti a Ragusa organizzata dai Cristiani LGBT+ Sicilia il 30 maggio 2023
Poniamoci all’ascolto di alcune testimonianze legate ad episodi di Omotransbifobia. L’ascolto sia accompagnato da ciò che l’Apostolo Paolo ci invita a fare: “Vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta, con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore, sforzandovi di conservare l’unità dello Spirito con il vincolo della pace” (Efesini 4, 1-3).
Il suo nome era Cloe Bianco
Tutti dicevano che si vestiva in maniera provocante, ma non è mai stato così. Era una neo donna che rispettava il luogo in cui si trovava. Non aveva mai portato la minigonna in classe, indossava gonne lunghe con sopra un cardigan in stile anni ’20 proprio perché non voleva esporsi ad attacchi retrogradi. Lei è sempre stata una persona buonissima e solare, non aveva un briciolo di rabbia dentro di sé. Faceva finta di niente anche quando, in strada, la circondavano per scattarle foto di nascosto. Non so se ci rendiamo conto di cosa ho dovuto sopportare.
Io ricordo una donna buona, vittima del pregiudizio. I genitori dei miei compagni di scuola la vedevano come un fenomeno da baraccone. Prima di quell’anno, non c’erano mai lunghe code ai suoi colloqui, poi dopo quel fatto venivano tutti a vederla per poi deriderla. Molti professori ci dicevano che era un fatto normale, ma non tutti erano d’accordo. C’era anche chi diceva che Cloe aveva rovinato la scuola, che i giornalisti appostati all’entrata avrebbero causato un danno di immagine all’istituto.
Lei, prima di morire, ha fatto un testamento, chiedendo anche di essere rispettata come donna dopo la sua fine. Ora invece, per i giornali e non solo, la preoccupazione principale è ricordare che “il professore si faceva chiamare Cloe“. E tutti commentano i fatti del 2015: “come si vestiva a scuola, se l’era cercata, l’ha voluto lei“. Ma stiamo scherzando? Qui parliamo di una donna uccisa dalla società. Punto. (Sara Mazzonetto, parlando dell’insegnante transgender Cloe Bianco)
Testimonianza di Lu e Fa
L: Siamo Lu e Fa, ci siamo innamorate quasi due anni fa ad un incontro dei cristiani LGBT Sicilia. Consideriamo la nostra storia uguale a quelle di tante altre persone, che hanno sentito all’improvviso battere il proprio cuore più forte del solito.
F: E come tante altre, ci siamo piaciute, conosciute e abbiamo scoperto insieme i pregi e difetti dell’altra. Non troviamo niente di speciale nel nostro amore, rispetto alle tante coppie eterosessuali che abbiamo osservato e preso ad esempio durante la vita, come i nostri genitori.
L: Allora perché parlare di noi? Perché raccontare la nostra esperienza? Lo facciamo per dare testimonianza che il nostro amore è normale, che la nostra omoaffettività è vissuta nei gesti quotidiani, prendendoci cura l’una dell’altra, come quando io cucino e Fabiana fa il bucato.
Raccontiamo di noi per togliere il velo dello scandalo quando si pensa a due donne o a due uomini che si amano.
F: Ma se per noi tutto questo è naturale, per tanti altri è irragionevole o assolutamente inconcepibile. Quando camminiamo per la strada, dobbiamo stare attente ai nostri atteggiamenti, perché anche tenerci per mano può suscitare reazioni sgradevoli.
L: Scambiarsi in pubblico uno sguardo di complicità o una carezza può provocare risate, scherno o nella peggiore delle ipotesi violenza. Tutto questo non è lontano da noi.
F: In Italia nell’ultimo anno sono state registrate almeno 156 vittime di omotransfobia. Aggressioni fisiche e psichiche che portano l’Italia al 35° posto su 49 Paesi europei per uguaglianza e tutela delle persone LGBT.
L: Per noi cristiani è importante pregare affinché queste veglie un giorno possano non servire più. Ma oggi sono necessarie e necessario è sensibilizzare ed informare quante più persone possibile. Per evitare che un giorno tra quelle 156 vittime siano scritti i nostri nomi, Lu e Fa.
Annuncio del perdono
Guida: Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminerete secondo le mie leggi, e osserverete e metterete in pratica le mie leggi (Ezechiele 36, 26-27)
Con queste parole sentiamoci perdonati, tutti. Perché nell’Amore di Cristo non esiste più becera ignoranza, non più la persecuzione, non più l’esilio o il nascondimento. Adesso faremo un segno: ciascuno di noi ha ricevuto una “frase” molto poco felice.
Leggetela, fatela vostra, abbracciatela come segno di condivisione; solidali verso tutti quei fratelli e quelle sorelle (LGBT) che hanno subito violentemente frasi del genere. E non solo una, ma forse più di una e a più riprese. Ma oggi è il tempo del cambiamento.
La promessa di un Dio-Padre è quella di ricevere un “cuore nuovo”, diverso. Consegniamo a Lui questa parola e riceviamo da Lui, il segno dell’Alleanza nuova, la certezza che questo “cuore nuovo” ora possa vivere nella pace tra fratelli.