Nel pride e nella festa del Corpus Domini come re, sacerdote e profeta omosessuale
Riflessioni di Fabio della Rete Zaccheo Puglia
Oggi si terrà il Foggia Pride, e domani si celebrerà il Corpus Domini: per me che sono re, sacerdote e profeta omosessuale è una doppia festa.
Spesso si dice del Pride che sia una carnevalata, ma anche questo termine è frutto di una visione eteronormata e stereotipata.
Al Foggia Pride di diversi anni fa su 5.000 persone c’erano solo due soggetti vestiti a “carnevale” e un quotidiano online riportava solo le foto di quei due soggetti, ignorando i restanti partecipanti, tra donne, uomini e bambini.
Se andassimo alla radice della parola “carnevale”, sarebbe la trasformazione di “carne (le)vare”, la carne che si toglie in vista della quaresima, subito dopo il mercoledì delle ceneri. Ma anche “carne levare”, inteso come elevazione della carne, quindi non solo che si toglie la carne, ma che si leva, che si eleva, una sorta di spoiler della resurrezione. Ma anche “carrus navalis“, il carro sul quale si portava in processione la dea Iside, la dea della vita: cos’è la resurrezione se non la notizia della vita eterna?
Il Pride nasce da una sofferenza prima ancora che da una rivendicazione, il pride nasce per la sacralità della vita, e per il rispetto di ciascuna vita unica e preziosa. Tutto ciò che riguarda il nostro essere, il nostro occupare un tempo e uno spazio riguarda tanto il “corpo” quanto la nostra “anima”, che ha bisogno di un corpo per esprimersi; e il corpo ha bisogno di un’anima per agire e rendere unico e prezioso quel corpo stesso, quella vita stessa.
La capacità di giocare con delle stoffe, con dei mazzi di fiori, con degli oggetti o quant’ altro è una capacità che hanno i bambini: essi sanno essere ciò che desiderano in un attimo.
Forse noi comunità lgbt+ vogliamo semplicemente conservare e custodire quell’ anima bambina che permette ai nostri corpi, alle nostre vite di fare non lotte e battaglie (termini bellici), ma di continuare a fare la nostra resistenza a chi vuole toglierci corpo e anima, a chi vuole fare di quell’elevazione della carne e di quella processione alla vita solamente una semplice carnevalata.
Oggi il Foggia Pride, domani il Corpus Domini, il corpo di nostro Signore che ha vissuto pienamente questa vita in un tempo e in uno spazio.
La croce non è stata una rinuncia alla sua vita, non è stata causa di qualcosa, ma è stata la conseguenza per aver accettato sè stesso come figlio, e di aver portato fino in fondo il messaggio più grande: l’amore come vita eterna.