Omogenitorialità: intervista al dottor Virzo
Articolo dell’8 marzo 2013 di Sarah Kay pubblicato su bambinizerotre.it
Ho intervistato per voi il Professor Roberto Virzo, docente di diritto internazionale presso l’Università del Sannio che ha moderato la conferenza “Mariage entre personnes de même sexe et homoparentalité: l’actualité juridico-politique française” tenutasi nella stessa.
Lei è stato il moderatore della conferenza. Come’è nata l’idea di parlare di una tematica sicuramente attuale ma delicata?
“L’idea è nata perché abbiamo un accordo Erasmus con l’università di Parigi e avevo contatti con il Daniel Angelo Borrillo, docente di diritto presso l’Universitè Paris Quest Nanterre La Défense, e poichè il docente si occupa di questi temi mi è parsa un’ottima idea invitarlo a parlare sia di unioni omosessuali che di omogenitorialità, anche alla luce della situazione politica francese attuale. In quei giorni si stava proprio discutendo di questo in Parlamento.
La partecipazione dei ragazzi inoltre è stata incoraggiante anche perché il seminario era stato annunciato in francese e gli studenti di giurisprudenza non hanno l’obbligo di conoscere la lingua. Il professore ha deciso all’ultimo di parlare in italiano solo all’ultimo. C’erano circa 80 studenti ciò significa che l’interesse è reale.”
Tuttavia il Prof. Borrillo è rimasto un po’ deluso dalla poca curiosità dei ragazzi…
“Sì è vero, si è meravigliato delle poche domande fatte dagli studenti. Però dopo il seminario molti studenti hanno chiacchierato su questo tema.
Ho notato che i ragazzi contrari non volevano sembrare anacronistici, quelli a favore avevano paura di esporsi; non bisogna dimenticare che siamo in una città di provincia però la sensazione avuta è che i ragazzi vivono con tranquillità l’idea di unioni tra persone dello stesso sesso, anzi per loro è assurdo che ancora nel nostro ordinamento non ci sia una regolamentazione che le tuteli.
I politici sono distanti anni luce da quella che è la realtà. Sul tema omogenitorialità ho notato ancora delle resistenze: alcuni sono favorevoli, altri no e non ne sto parlando dal punto di vista giuridico, ovviamente. Le riluttanze non sono tuttavia supportate da tesi valide.”
Ad esempio?
“Sono del parere che i ragazzi partano da presupposti errati, pregiudizi potrei dire, poiché ignorano ovvero non conoscono la realtà. Ci sono molti luoghi comuni che non sono frutto, a mio parere, di un’opinione sincera e matura, ma sono frutto del “sentito dire”.
Alcuni hanno fatto osservazioni del tipo: “Un bambino cresciuto con due genitori dello stesso sesso sarà influenzato dal loro comportamento e avere una forzatura nell’orientamento sessuale”.
Ho ricordato loro che la maggior parte delle persone omosessuali oggi, se non tutte, sono nate e cresciute in famiglie etero. Inoltre, ho una collega sposata con una donna con 3 bambini che stanno benissimo: sono una famiglia serena.
Un’altra opinione è che il bambino crescerebbe instabile per la mancanza di un rappresentante dell’altro sesso, Anche questo non mi sembra un argomento convincente perché comunque il bambino si rapporta ad altre persone oltre a quelle del nucleo famigliare. E non bisogna dimenticare che esistono molte realtà dove una delle due figure non è presente: famiglie allargate, genitori separati, ragazze madri, ragazzi padri… Il concetto di famiglia si è ormai ampliato.
Comunque, per noi lo studio continua, io e il Prof Borrillo terremo un’altra conferenza all’università Re Juan Carlos di Madrid il 18 e 19 Aprile: sarà un convegno sui nuovi modelli di famiglia.”
Per quanto riguarda le unioni omosessuali?
“Il professore sostiene che il matrimonio si sia ormai evoluto: fino a un paio di secoli fa il matrimonio era un istituto del diritto canonico, quindi legato alla procreazione. Piano piano quest’idea è stata scardinata e molte cose sono cambiate: ad esempio ora è fondamentale il consenso di entrambi i coniugi e ed è possibile riconoscere i figli nati fuori dal matrimonio
Molti giuristi oggi quando spiegano che il matrimonio che deve essere tra persone di sesso diverso, fondano la loro opinione su questioni ormai di gran lunga superate e negare questi diritti è in contrasto col principio di non discriminazione della carta di Nizza.
Tornando a parlare di omogenitorialità, Borrillo ha asserito che il bambino che cresce in una coppia omosessuale non soffre della non eterosessualità dei genitori, ma solo dei pregiudizi della società e il diritto deve contrastarli. Però se mai si comincia mai riusciremo a scardinare questi pregiudizi.
In Francia c’è stata una proposta, non so se sia già legge, per la quale i libri della scuola dell’infanzia non devono più avere riferimenti solo alla famiglia tradizionale perché ci sono dei bambini che possono avere una famiglia allargata, o i genitori divorziati o un solo genitore. Anche questo contribuirà ad avere una generazione futura più aperta.
Anzi, approfitto per lanciare una provocazione: un ragazzino che si scopre omosessuale non ha diritto di avere dei genitori che lo comprendano?
Invece si sentono frequentemente storie di adolescenti che non solo non vengono aiutati dalla famiglia, ma ostacolati da questa che addirittura li fa sentire dei “diversi”. In conclusione, quindi, l’omogenitorialità va considerata con meno pregiudizi e con più onestà intellettuale.
Durante il mio percorso universitario il mio docente di Diritto Civile e Privato mi rivelò che negli anni ’70 c’era difficoltà a parlare del divorzio. Quando me lo raccontava, nel ’91, il divorzio era ormai del tutto normale, anzi ormai non si dava quasi più spazio al tema. Ecco, io mi auguro che un domani sarà lo stesso per me, quando parlerò di unioni civili e omogenitorialità ai miei studenti.”