Perché dici quelle parole che feriscono chi ti sta vicino?
Riflessioni inviateci da Lucio del gruppo Cristiani LGBT+ della Calabria
Frocio, Frocio, Frocio! Il significato in sé non esiste, è un modo dispregiativo per rivolgersi alle persone omosessuali e transessuali. Uso improprio delle parole, oserei scrivere, poiché le parole devono unire e non dividere, devono creare solidarietà, spirito di abnegazione, devono far riuscire a comprendere cosa significhi realmente la diversità.
Invece con una parola senza alcun significato si genera: disprezzo, rabbia, paura, e soprattutto consapevolezza che si può usare questo termine con tranquillità poiché non sbagli, non sei un peccatore, non sei un incivile, un ignorante o una persona poco empatica, ma anzi sei normale ed è giusto che ti esprima così perché ti trovi all’interno del cielo giusto, dalla parte dei buoni, delle persone di buon senso, di quelle che hanno capito tutto della vita, di quelle che sanno che certe cose vanno in un certo modo.
Beh, io povero derelitto, come posso rispondere a tanta tracotanza? Solo scrivendo che la diversità non è un difetto ma è un pregio perché la reciproca comprensione permette all’intelletto di poter finalmente vagare libero da quelli che sono gli schemi consolidati del comportamento.
Io mi domando: “Come mai si è scelto che gli uomini debbano portare i pantaloni e le donne la gonna?” “Come mai per le donne è lecito che si possano truccare e agli uomini non è concesso?” Chi ha introdotto il concetto che le donne sono sottomesse agli uomini e gli uomini omosessuali o trans vengano considerati delle “donne” sbagliate e quindi maltrattabili?”
In che società viviamo? In una società selvaggia dove le teorie evoluzionistiche di Darwin sembrano essere assolutamente attuali. Quando si vede una persona “debole” si fa di tutto per farla scomparire, si offende, si minaccia, si travia, si picchia, e nei peggiori dei casi, la si uccide. Perché? Perché tutto ciò? Siamo forse in troppi?
Quindi “l’Ordine segreto del Mondo” ha deciso che i deboli debbano scomparire? O forse perché, in realtà i deboli non sono deboli e sono persone coraggiose talmente tanto da diventare “Übermensch” (“supeuomo” di Nietzche) e quindi pericolose per le masse e soprattutto per i poteri forti?
No! Assolutamente No! La realtà è che la paura domina il cuore dell’uomo, anzi oserei scrivere la disperazione (la peggiore delle paure) domina il cuore dell’uomo.
La disperazione ci fa commettere gli atti più atroci di cui sei capace, non ti fa ragionare, ti rende un muro di gomma che respinge qualsiasi cosa, ti rende impenetrabile al mondo esterno, non senti nulla del prossimo, solo e unicamente la pressione della sua presenza.
Questo fa accadere quello che abbiamo visto sul manifesto funebre Adriano Canese. Dobbiamo condannare fermamente questi atti ma per far si che non riaccadano dobbiamo usare le parole giuste affinché si possa abbattere il muro di cui scrivevo su abbattere la paura, la disperazione, utilizzando termini accoglienti, caldi ma anche pesanti come le palle di ferro che si usavano per abbattere i palazzi.
Io non saprei che termini usare per fare ciò, non sono un erudito, però so che bisogna fare qualcosa, altrimenti i deboli (per la società) soccomberanno e i più forti si scanneranno per la supremazia portando alla distruzione completa di una delle creature più amate da Dio: l’essere umano.