Mamme e papà “rivoluzionari”. Isabella Paglia: “ai bambini si può spiegare tutto”
Articolo del 12 marzo 2013 pubblicato su romagnamamma.it
Le donne che diventano mamme grazie alla fecondazione assistita, l’incubatrice per i prematuri. I genitori adottivi. I papà single che crescono i loro bambini. Quelli che stirano, preparano la cena e lavano i piatti.
Isabella Paglia non ha di certo in mente la famiglia classica quando scrive per i bambini. Nel suo “Che forza papà!”, che segue “Di mamma ce n’è una sola” (entrambi editi da Fatatrac) i canoni si frantumano e quel che conta è solo l’amore.
Nelle scuole e nei nidi l’immagine che viene proposta ai bambini è ancora quella della famiglia tradizionale. Lo confermano regalini e poesie in occasione delle varie Festa della mamma e Festa del papà. Tu che sentore hai?
“Dipende molto dagli educatori, dalla loro formazione e apertura all’accoglienza. Io devo dire che ho sempre incontrato educatori in gamba finora, forse sono solo fortunata ma non credo. In Emilia Romagna avete l’eccellenza riguardo ai nidi e alle scuole materne, esempio per tutti le istituzioni scolastiche di Reggio Emilia, che sono all’avanguardia nel mondo rispetto all’educazione dell’infanzia”.
Secondo te perché gli ambi illustrati per bambini faticano ad allontanarsi dall’immagine classica della mamma che cucina e del papà che legge il giornale sul divano?
“Non sono così d’accordo a riguardo perché credo che, oggi più che mai, ci sia molta scelta. Basta informarsi e documentarsi prima di acquistare, regola che vale per qualsiasi tipo di prodotto, libro compreso. Anzi, proprio perché il libro è un grande veicolo di conoscenza e arricchimento, ci si deve documentare di più a mio avviso. Riguardo ad albi illustrati non così tradizionali mi vengono in mente i lavori di Oliver Jeffers, Hervé Tullet, Tood Parr”.
Come è iniziato il tuo impegno nell’invertire la tendenza?
“Io esprimo solo quello che sento e avverto, la società è molto cambiata dai tempi di Heidi, i modelli familiari anche ma i bambini rimangono sempre gli stessi. A loro si deve soprattutto rispetto, attenzione e tanto amore siamo essi provenienti da una famiglia tradizionale o moderna, nazionale o internazionale. Non ha importanza. Mi sento semplicemente onorata di lavorare con e soprattutto per loro, questo è il mio impegno”.
Secondo te è dei bambini o degli adulti la difficoltà a riconoscere che oggi le famiglie sono moltissime e a qualificarle come, appunto, famiglie, anche se non ricalcano lo stereotipo della triade mamma-papà-bambino?
“I bambini non hanno pregiudizi, i grandi purtroppo sì. Ed è l’atteggiamento degli adulti che a volte influenza i piccoli. Mi è capitato di sentire frasi del tipo: ‘Io non gioco con te perché la mia mamma mi ha detto che …’. È importante insegnare ad un bambino l’osservazione, guardare le diverse angolazioni che può avere la stessa cosa, questo può portare a maggior rispetto e amore nella sua vita futura. Confido nelle prossime generazioni”
Sei stata a tuo parere più rivoluzionaria nel libro sulle mamme o sui papà?
“Credo siano piaciuti molto tutti e due i libri. Mi stanno scrivendo molte mamme e papà dicendomi che dopo aver comprato il libro sui papà hanno cercato anche quello sulle mamme, per cui credo che sia in vantaggio, per poco, ‘Che forza papà!’”.
Adozione, fecondazione assistita, separazioni: credi siano concetti che possono essere spiegati anche ai più piccoli senza problemi?
“I bambini capiscono molto di più di quello che immaginiamo. Decifrano i nostri comportamenti, tutti i nostri linguaggi verbali e non. Con molta delicatezza ad un bambino si può spiegare il mondo che lo circonda e in cui vive: se è stato adottato, se alla sua crescita ha contribuito anche una specie di ‘astronave’ che si chiama incubatrice.
Il libro è un ottimo strumento che tutti i genitori e gli educatori dovrebbero usare regolarmente perché arriva allo scopo. L’albo illustrato, poi, per i piccoli è indicato perché l’immagine è il loro linguaggio comunicativo e a riguardo il mio grazie va anche a Francesca Cavallaro, un’ottima illustratrice che arriva ai bambini perché come me li conosce veramente e lavora spesso in laboratori a contatto con loro. Sì, siamo un bel team a servizio dei bimbi e dei loro genitori, onorate e grate di questo”.