Per il cardinale Schönborn papa Francesco: “può cambiare la dottrina cattolica sulle relazioni omosessuali”
Articolo pubblicato sul portale web InfoCatólica (Spagna) il 24 ottobre 2023, liberamente tradotto da Innocenzo Pontillo
Parlando con i giornalisti in Vaticano, il cardinale (tedesco) Christoph Schönborn ha affermato che un possibile cambiamento nella dottrina ufficiale della Chiesa sulle relazioni omosessuali è di esclusiva responsabilità del Papa. Il porporato ha ricordato che il cambiamento dottrinale sulla pena di morte è stato introdotto nel Catechismo da papa Francesco.
Rispondendo a una domanda, (il cardinale) Schönborn ha ricordato ai giornalisti accreditati (in Vaticano) al Sinodo che, sino a ora, c’è stato un solo cambiamento nel Catechismo approvato nel 1992. Nel 2018, papa Francesco ha aggiunto nel catechismo della Chiesa cattolica “l’inammissibilità” della pena di morte. Se ci saranno ulteriori cambiamenti spetta esclusivamente al Papa promulgarli nel Catechismo e metterli in atto, ha affermato il cardinale austriaco, che è stato coinvolto più di 30 anni fa nella stesura dell’attuale Catechismo.
Sul tema dell’omosessualità e del peccato, Schönborn ha osservato che Francesco parla spesso della questione della colpa dell’individuo. C’è un divario tra l’ordine oggettivo dato e il livello soggettivo del singolo essere umano, che è sempre un peccatore. La Chiesa deve rispettare e accompagnare ogni essere umano con i suoi limiti e la sua storia. Al sinodo si è discusso molto su come la Chiesa cattolica dovrebbe accompagnare in futuro le persone che hanno una relazione omosessuali.
Dottrina immutabile che muta
Diversi membri del Sinodo hanno chiesto un cambiamento su questo punto. Alla domanda sul ruolo che la teologia e il pensiero dei fedeli giocano nello sviluppo della dottrina della Chiesa, Schönborn ha sottolineato che la dottrina della Chiesa è immutabile. Ma la comprensione e la presentazione della fede si evolve e si approfondisce.
Il cardinale sostiene la tesi secondo cui secondo cui qualsiasi cambiamento radicale nella dottrina – come è avvenuto con Amoris laetitia e in relazione alla pena di morte – può essere giustificato come un’evoluzione e una maggiore conoscenza di quel tema, cosicché se la Chiesa ha insegnato una cosa per secoli e ora insegna l’opposto, i fedeli possono accettarlo senza ulteriori indugi.
Elogio dei metodi di lavoro del Sinodo
Schönborn ha anche elogiato il metodo di lavoro del Sinodo. Il metodo della sinodalità è “chiaro, corretto e necessario“, ha affermato il cardinale. Nell’assemblea, l’ascolto è la prima priorità; inoltre, si tratta di discernere insieme. “Questo approccio cambia profondamente la situazione“.
Schönborn ha aggiunto di aver recentemente parlato del Sinodo con l’economista e consigliere politico statunitense Jeffrey Sachs ed ha affermato che anche il Consiglio di Sicurezza (dell’ONU) dovrebbe lavorare alla maniera del Sinodo; allora forse ci sarebbe un po’ più di pace nel mondo. Nessuno nel Consiglio di Sicurezza ascolta veramente, ha ricordato Schönborn. Lì, i diversi rappresentanti presentano le direttive dei loro governi, ma senza discutere veramente tra di loro.
Schönborn, 78 anni, ha già partecipato a otto sinodi dei vescovi. Nell’attuale Sinodo mondiale in Vaticano, è membro votante del Consiglio del Sinodo, una sorta di consiglio degli anziani.
Secondo il cardinale, il metodo di lavoro di questa assemblea è il migliore che abbia mai sperimentato. Per lui la sinodalità è la via per vivere la comunione; “La Chiesa è comunione”, ha ribadito Schönborn.
Ha ricordato il Concilio Vaticano II (1962-1965) e il documento “Lumen gentium” che ha portato a nuova autocomprensione della Chiesa come comunità dei credenti. E ha ricordato che alla fine del Concilio Vaticano II era uno studente di teologia di 20 anni. Il teologo Karl Rahner (1904-1984) affermò allora che tutto il Concilio sarebbe stato vano se non si fosse stato tradotto in più fede, speranza e misericordia. “Direi lo stesso di questo Sinodo“, ha affermato Schönborn.
Inoltre, l’arcivescovo di Vienna ha espresso il desiderio di una cooperazione più visibile tra i vescovi a livello europeo. Il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) non è riuscito ancora a sviluppare lo stesso potenziale dei Concili episcopali continentali dell’Asia o dell’America Latina.
“Siamo rimasti un po’ indietro nella sinodalità vissuta tra le Chiese locali d’Europa. Penso che abbiamo bisogno di uno stimolo per andare oltre”.
Ad esempio, le conferenze episcopali d’Europa non sono ancora riuscite a formulare una parola comune sul dramma dell’emigrazione e dei rifugiati, ha affermato criticamente Schönborn.
Testo originale: Schönborn asegura que es responsabilidad exclusiva del Papa cambiar la doctrina sobre las relaciones homosexuales