E’ in edicola l’inchiesta di Famiglia Cristiana su “Omosessuali credenti. Una chiesa in ascolto”
Il settimanale Famiglia Cristiana (n.4, 28 gennaio 2024) in edicola dedica per la prima volta la copertina ed un ampio reportage di sei pagine agli omosessuali credenti e ai loro cammini nella chiesa con interviste alle coppie LGBT+ credenti, ai loro genitori, agli operatori pastorali che li accompagnano e non solo.
Dopo le accese polemiche apertesi, anche nell’ambito ecclesiastico, su la Fiducia supplicans, la dichiarazione sulla possibilità di benedire le coppie irregolari pubblicata dal Dicastero della dottrina della fede lo scorso 18 dicembre 2023 e l’invito alla riflessione e al dialogo di Papa Francesco durante la recente intervista tv rilasciata a Fabio Fazio, in cui il Pontefice ha richiamato la parabola del banchetto nuziale ((Matteo 22,1-14) ) del re, che, visto il rifiuto degli invitati di parteciparvi, manda i servi ai “crocicchi delle strade” per farvi entrare tutti; scrive don Stefano Stimamiglio, direttore di Famiglia Cristiana, nell’introdurre l’inchiesta di Famiglia Cristiana “Omosessuali credenti. Una chiesa in ascolto” che si è “scelto di andare anche noi nei crocicchi del nostro tempo e di incontrare alcune coppie omosessuali credenti per capire chi sono, come vivono i drammi che spesso sperimentano con le loro famiglie quando fanno coming out, le loro scelte di fede”.
Ecco allora, le testimonianze di Innocenzo e Carlo, uniti civilmente nell’agosto 2020. Entrambi cattolici si sono conosciuti a Kairos, un gruppo di cristiani Lgbtq+ di Firenze. Oggi per loro la vera benedizione è “essere riconosciuti come famiglia all’interno della nostra comunità” parrocchiale. “La nostra paternità si esprime nei confronti di chi accogliamo in Kairos e nell’aver creato l’esperienza di Gionata.org, un portale nato nel 2007 per raggiungere chiunque viva questa condizione e perché nessuno si senta solo”.
Anche Giulia e Aurora, unite civilmente nel settembre 2021, che vivono a Roma e frequentano la parrocchia del loro quartiere, parlano della loro esperienza. “I miei genitori ci hanno messo molto ad accettare la mia relazione perché temevano che avrei avuto una vita difficile e infelice”, racconta Aurora. E Giulia: “Sono credente e quando parlo della mia esperienza devo “difendermi”, soprattutto sui social, dagli opposti estremismi: i cattolici integralisti, da un lato, e gli estremisti Lgbtq+ dall’altro, che mi chiedono come faccia una lesbica a essere cattolica e andare in chiesa. Ormai ci sono abituata”. “Papa Francesco, attraverso la possibilità della benedizione, dice che anche noi, siamo parte della Chiesa”.
Maria e Paolo, genitori impegnati da sempre in parrocchia, raccontano che, dopo che la figlia ha confidato loro di amare una donna, hanno dovuto fare un percorso spirituale di accoglienza e “di esodo, lasciando terre conosciute per terre lontane che ci mostravano una realtà ben diversa da quella che avevamo immaginato, nella quale pure abitano fedeltà, responsabilità e cura”.
Anche da queste storie nasce la nuova pastorale per l’inclusione della diocesi di Firenze, inserita all’interno della Pastorale per la famigliare «Nel segno di una Chiesa che dialoga e costruisce insieme risposte nuove», afferma don Andrea Bigalli che con don Giovanni Martini, i genitori Paolo e Maria e suor Fabrizia Giacobbe, accompagnano da tempo il cammino dei cristiani LGBT+ di Kairos e che coordineranno anche la nuova Pastorale per l’inclusione voluta dal cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori.
Ricorda suor Fabrizia che proprio le esperienze dei genitori cristiani con figli LGBT+ “potrebbero diventare un modello per le nostre comunità cristiane e la Chiesa tutta; ho visto il loro sconcerto davanti al coming out dei figli ma, con il tempo, anche la capacità di intraprendere per amore un percorso in grado di liberare da pregiudizi e rigidità. Ed è quello che auguro anche alla Chiesa: un cammino in cui mostrare sempre di più un volto di madre, espressione di un cuore proprio vicino a tutti»”
All’interno dell’inchiesta c’è anche il punto sulle diverse opinioni delle conferenze episcopali nel mondo (dall’Africa che considera Fiducia Supplicans un documento blasfemo e chi lo vede come una «carezza di Dio») e una riflessione di Monsignor Staglianò, presidente della Pontificia Accademia di teologia, che sottolinea come la parabola del banchetto nuziale citata dal Papa, sia “la chiave per comprendere Fiducia supplicans. Dio è solo e sempre amore dall’eterno, comunione di amore inclusivo” spiega ricordando il principio pastorale del Concilio Vaticano II che “Il Signore benedice tutti coloro che sono capaci di essere battezzati”. L’unica condizione che esclude dall’autentica misericordia divina?”, “Non perdonare il fratello», spiega Staglianò. “Bisogna fare come dice il Papa “Non condannare dall’inizio, ma accompagnare… Perdonare tutto e trattare la gente con bontà”.
Buona lettura.