L’omosessualità di nostro figlio ci ha fatto cambiare sguardo e cuore
Articolo di Alessia Nicoletti pubblicato sul bimestrale “Dalle api alle rose” del novembre-dicembre 2023, pp.6-7
l termine inglese coming out (uscire fuori), che in Italia è usato quando una persona di- chiara il suo orientamento sessuale, arriva dall’espressione coming out of the closet (uscire dal ripo- stiglio o dall’armadio). È proprio da un simbolico ripostiglio, dov’erano imprigionati da anni, che Mara e Agostino sono usciti, liberati dai pregiudizi che vogliono limita- re l’amore, anche quello di Dio, che invece si incarna in e per ognuno di noi.
Mara e Agostino sono sposati da 44 anni e abitano a S.Ilario d’Enza (Reggio Emilia). Si conoscono in parrocchia e conducono una vita di fede intensa. “Ci sentivamo bravi – dice sarcastica Mara – avevamo rispettato le norme della Chiesa, i nostri figli, due maschi e due femmine, erano cresciuti in parrocchia e in scuole cattoliche”.
Nel 2005 arriva la bomba, come la definisce Agostino: “Scoprire che Giovanni era gay è stato uno sconvolgimento totale”. “Sono stata io – sottolinea Mara – che, intuendo, ho chiesto”. Quel sì, Giovanni non aveva mai avuto il coraggio di dirlo perché sapeva di non essere accettato.
“Ero fondamentalista – racconta Mara commossa – non ho saputo abbracciarlo, anzi ho detto che saremmo andati dai migliori specialisti per guarirlo e l’ho invitato a confessarsi. Disse che c’era stato e si era sentito tanto rifiutato da chiudere con la fede”.
Giovanni fa una terapia psicologica grazie a cui si accetta per primo. Non è così, per Mara e Agostino: in casa è una continua discussione e Giovanni va via. Col tempo si riavvicinano, ma Mara gli ribadisce spesso quello che dicevano i sacerdoti: se vivi quest’affettività, sei fuori dal piano di Dio. “Lui non accetta- va queste parole, allora abbiamo cominciato a porci domande”. Mara, da mamma, si rivolge anche a Santa Rita, che ha vissuto gioie e dolori della maternità.
Per 12 anni restano in quello che chiamano il limbo: in un silenzio assordante, nel quale l’omosessualità di Giovanni era argomento solo in casa. Finché, li invitano alla veglia contro l’omofobia del 17 maggio 2017 a Reggio Emilia. Lì, fanno loro coming out. “È cambiata la nostra vita – dice Mara – perché abbiamo visto un parroco che accoglieva tutti e ascoltato una lettura diversa di quei versi che tanti sacerdoti tirano addosso ai nostri figli come pietre… quella era la Chiesa che volevo vivere.
Abbiamo anche scoperto l’Associazione Tenda di Gionata, per i genitori cristiani che affrontano l’omosessualità dei figli. Ai loro incontri, abbiamo capito che pure per Giovanni c’è posto nella Chiesa e nell’amore di Dio, soprattutto”.
Diventano, così, militanti dell’associazione, di cui oggi sono vicepresidenti. “Abbiamo pubblicato un libro con le nostre storie, Geni- tori fortunati, che abbiamo portato al Papa nel 2020”. Proprio a Mara il Santo Padre dice: “Sono figli di Dio e Dio li ama come sono”.
Questa frase è impressa in loro, attivi per costruire un ponte: “Capisco che la Chiesa fatichi a fare questo cammino. Ma, sono certa che possiamo far sì che quella che molti considerano una croce, una ferita, diventi una feritoia.
Perciò, abbiamo fondato una rete di famiglie cristiane con figli lgbtq+, 3VolteGenitori: la prima volta siamo genitori alla nascita, la seconda quando il coming out ce li fa riscoprire e poi, quando aiutiamo gli altri e la Chiesa a essere inclusivi. C’è ascolto e voglia di dialogo, ma vogliamo che le persone lgbtq+ facciano parte della pastorale della Chiesa, non di una specifica. Abbiamo speranza!”.
Per Mara e Agostino gli ultimi vent’anni sono stati “una benedizione, perché abbiamo cambiato sguardo e cuore”. E, se all’inizio volevano cambiare Giovanni, ora sono cambiati loro. Oggi, a una madre, un padre o un familiare che vive ciò che loro affrontano, di- cono: “Il silenzio è terribile, non chiudetevi, trovate qualcuno che vi ascolti e accompagni. E state vicini ai vostri figli, perché l’amore va messo avanti a tutto, sempre”.
Io che sono mamma da solo un anno, ho capito che voglio amare così mio figlio, per com’è e sarà. Usciamo dai ‘ripostigli’ e l’amore vero ci farà accogliere ognuno nella sua unicità.