Quaresima Queer. Quelle ferite sulla tua schiena
Riflessioni di Luigi Testa
«Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare» (Gv 19,1). Quando i carnefici se ne sono andati – prima no: prima ho paura, scusami, Gesú – mentre tu sei stremato a terra e a stento respiri, mi avvicino, e guardo la tua schiena, col cuore in gola, senza riuscire a fare nulla.
Quando ero piccolo, c’era un gioco che ho visto fare ai miei genitori, e che poi ho imparato anche io. Uno disegnava sulla schiena dell’altro delle lettere, passando col dito; e l’altro doveva indovinare cosa stesse scrivendo. Se provo a leggere le ferite sulla tua schiena, Gesú, leggo «Tu sei prezioso», «Tu mi appartieni», «Io ti amo».
Allora forse mi viene da piangere, non resto piú immobile, e mi avvicino a baciarli, quei graffi sulla tua pelle – sulla tua bellissima schiena -, sperando non faccia troppo male.
Da piccoli ci hanno insegnato che un bacino dove fa male può far guarire; magari cosí guarisci anche tu.